"Quanto mi sei mancato, piccolo rompipalle" gli dico facendo scontrare le nostre fronti.
"Anche tu mi sei mancata, da morire" continua lui poggiando le mani sulle mie natiche.
Il nostro gioco di sguardi non mi permette di vedere la bellissima vista che l'hotel ci dona.
Posso vedere l'intera città con un solo sguardo.
"Ho dovuto corrompere un pochino di persone per far si che questa sorpresa riuscisse" dice richiamando la mia attenzione e distogliendola dal panorama.
"Chi hai corrotto monello?" rido avvicinandomi a lui.
"La signora alla hole doveva solo prendere del tempo, infatti ti ha lasciato andare solo dopo aver ricevuto una chiamata dal suo capo" confessa mimando le virgolette alla parola capo.
È pazzo, ma estremamente dolce.
Scoppio a ridere, prendendo un tarallo dalla cesta sul tavolo.
"Vieni qui" mi ordina quando si accorge che mi stavo per sedere su una sedia di fronte alla sua panca.
Faccio come dice e trovo posto tra la gamba distesa per via della fasciatura e quella poggiata per terra.
"Come stai?" domando afferrando uno dei panini preparati.
Per via dell'ansia, ho mangiato davvero poco e ora la fame sta iniziando a farsi sentire.
"Ancora con questa domanda? Oggi avrò risposto almeno duecento volte" dice lui scocciato cominciando a dare dei piccoli baci sulla parte sinistra del mio collo.
Alzo la testa per lasciare spazio alla scia lasciata da Nicolò, che mugola non appena mi spingo più vicino a lui.
Mi giro per guardarlo negli occhi e mi regala un sorriso da mozzare il fiato.
"Nico" urla una voce maschile dall'interno della camera.
"Cazzo, che odio" mi sussurra all'orecchio facendomi rabbrividire.
Il viso del ragazzo sbuca dalla finestra e subito dopo gli si dipinge un ghigno.
"Oddio, non volevo interrompere. Sono serio, davvero" ride sotto i baffi alzando le mani in segno di resa verso Nicolò.
"Moise, lei è Sofia. Sofia lui è Moise." ci presenta allungando una mano verso il ragazzo.
"È un piacere" mi alzo pronta a dargli due baci sulla guancia, come da consuetudine italiana.
"Anche per me. La mia intenzione non era quella di interrompere" confessa dopo un'occhiataccia ricevuta dal suo compagno di stanza. "Ero venuto per prendere le mie cose. Perché sai il tuo ragazzo mi ha cacciato dalla mia stanza" continua rivolgendosi a me.
"Finiscila e vattene"
"Non fare lo scorbutico" lo riprende Moise.
A quello scambio di battute non posso far altro che ridere. I due mi guardano un po' confusi ma poi tornano a bisticciare.
"Vuoi che ti aiuti ad entrare?" domanda alla fine prima di lasciare la stanza.
"Sarebbe la cosa migliore che potresti fare" lo prende in giro Nicolò, ricevendo uno mio schiaffo sulla spalla.
Come un vero amico, Moise poggiando il braccio di Nico sulle sue spalle, riesce a portarlo fino al suo letto.
"Grazie mille, Moise. È stato un vero piacere conoscerti" gli dico accompagnandolo all'entrata.
"Lo stesso vale per me. Deve piacerti tanto se sei venuta fin qui da Roma."
"È vero" gli sorrido.
"Sofia, mi manchi" urla Nicolò disperato facendomi diventare rossa come un peperone.
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La luce nell'oscurità
Fanfiction"Quando tutto sembra andar male, c'è sempre qualcosa che ti fa cambiare idea." Quando il padre di Sofia perde la vita, la ragazza, lontana da casa a causa degli studi, è costretta a tornare a Roma, per restare con sua mamma e cercare di andare avant...