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Quando ho accettato di andare a casa Zaniolo per la Pasquetta, non mi sarei mai aspettata di passare una giornata così bella, in tranquillità.

Per quanto però volessi restare spaparanzata su una delle loro sdraio e prendere il sole primaverile, dovevo iniziare a studiare sul serio per il prossimo esame. Lo devo dare tra esattamente 3 settimane e inizio a sentirmi in colpa per non aver fatto nulla.

"Grazie mille Matilde, ci siamo divertite molto" dice mia madre salendo in macchina seguita da me.

Dopo quel piccolo momento di intimità, tra me e Nicolò è successo poco. Ci siamo guardati solo di sfuggita questa mattina e per via dei suoi allenamenti è dovuto scappare.

"Stai bene, Sofi?" mi domanda mamma una volta messa in moto la macchina e lasciato il vialetto di quella casa alle spalle.

"Si, sto solo cercando di capire come studiare tre libri in tre settimane" sto diventando sempre più brava a trovare scuse per quando mi perdo nei miei pensieri e sono tanto orgogliosa di me stessa.

"Dai che ce la fai, ti piace l'argomento?"

"A dire il vero no, l'esame è sul tema della lontananza e del sogno nella tradizione sonettistica inglese, poi a dirla tutta per la maggior parte del libro si parla di Shakespeare e tu sai quanto io lo odi" esulto ridendo e abbassando il finestrino facendo entrare l'aria fresca che mi smuove i capelli sotto le note della canzone più belle di Cesare Cremonini: Nessuno vuole essere Robin.

Arrivate a casa, mi chiudo in camera immergendomi completamente nello studio. Ho diviso i libri in sezioni e ogni giorno devo raggiungere la fine.

A distrarmi dallo studio però é la suoneria del mio cellulare: Carla.

"Cuginetta, lo so che probabilmente studi, solo che non so cosa fare e allora ti rompo il cazzo"

"No Carla, sul serio, ho un programma da rispettare e non posso permettermi di sforare con gli orari, devo studiare un sacco di pagine oggi, quindi per favore non mi disturbare" dico tutto in un fiato. Non avevo nessuna voglia di perdere tempo, sicuramente mi avrebbe raccontato tutto del giorno prima, ogni minimo particolare, di tutti i ragazzi che si era fatta e quanti invece aveva respinto. Non che mi piacesse passare del tempo con lei, ma in quel momento era più importante passare l'esame.

"Sei sicura di stare bene? Sei troppo nervosa"

"Sto studiando anche perché, per favore Carla, ci possiamo vedere domani mattina se ti va" chiedo cercando in tutti i modi di chiudere la conversazione

"Va bene hai vinto tu, ma non mi scappi domani, devi raccontarmi del fustacchione con cui hai passato la Pasquetta, monelaccia" dice iniziando a ridere

"Siccome ci sono un mondo di cose che devo dirti, ti anticipo solo che stamattina è uscito senza nemmeno salutarmi o guardarmi"

"Forse ho capito il tuo nervosismo, signorina, ti aspettavi qualcosa di più? Avete fatto qualcosa di cui ti sei pentita? Ma toglimi questa curiosità. Ma sei ancora v-"

"Non lo dire, comunque si" la interrompo, non volendo proprio sentire quella parola.

Odio che una cosa così importante, si riduca sempre ad una sola parola. Sesso

"Va bene, ora ti lascio studiare, ma per favore ogni tanto fai una piccola pausa relax, non vedi come sei nervosa?"

"Te lo prometto, Carlita, ti voglio bene" concludo velocemente la conversazione chiudendo la chiamata.

Ma subito dopo il cellulare vibra ancora. Questa volta è un messaggio da Nicolò.

Nicolò: Santarellina, abbiamo appena finito gli allenamenti.

Mmmh, ok?

Sofia: E me lo hai scritto perché...?

Questo non pensa prima di agire e forse è per questo motivo che mi sento così attratta da lui, perché è così lontano da quello che io sono veramente.

Nicolò: Dai non fare la scontrosa. Mi sono reso conto solo adesso che non ti ho nemmeno salutata oggi.

Sofia: Non ti preoccupare, non me ne sono nemmeno resa conto. Sto studiando ora.

Ecco cosa mi fa. Mento a me stessa e anche lui. Non riesco a capire perché si ostina così tanto a stare vicino a me. È un calciatore della Roma, cazzo. Può avere tutte le ragazze che gli pare.

Nicolò: Perfetto allora, sto arrivando.

Arrivando dove? Non può venire qua. Cosa della frase "Sto studiando" non ha capito?

Sofia: Dove vai?

Nicolò: Vengo a casa tua, ti faccio compagnia finché non finisci di studiare.

Ma se c'è lui non riesco a studiare, ne sono più che certa. Ma non l'avrà vinta lui.

Dopo nemmeno venti minuti, il campanello suona e la mamma si affretta a rispondere.

"Sofia, non so cosa voglia, ma c'è Nicolò" urla

"Non aprire, dí che sto studiando" rispondo con lo stesso tono di voce

"Troppo tardi, santarellina" esordisce però lui entrando in camera, facendomi prendere un colpo.

"Che vuoi, Nicolò? Sul serio, devo studiare tre libri, come faccio se ogni due secondi c'è qualcuno che mi distrae?"

"Ti distraggo, santarellina?" domanda malizioso

Io e la mia stupida boccaccia.
"Finiscila di chiamarmi così, mi innervosisce"

A quel punto prendo il mio libro e mi siedo sul letto, iniziando a leggere.
Poco dopo, sento il materasso abbassarsi, segno che anche il mio amico indesiderato si è seduto accanto a me.

"Che noia" sbuffa dopo nemmeno dieci minuti, stendendosi del tutto.

"Io ti avevo detto che dovevo studiare" sputo io girandomi a guardarlo.

"No ma infatti e io ho detto che ti avrei fatto compagnia"

Che cosa ha in mente?

"Mi dici perché sei qui?"

"Non posso?" chiede sorridendo

"Voglio sapere il perché però"

"Volevo fare una buon'azione, tu stai sempre su questi cazzi di libri" si vede da un miglio che si è appena inventato una scusa, non farebbe mai una buon'azione per qualcuno senza voler qualcosa in cambio.

Mi sento un po' in colpa a pensare queste cose di lui, ma la maggior parte delle volte che ha fatto qualcosa per me è perché gli serviva qualcosa.

"Non è un tuo problema, devo dare un esame e poi non è affatto vero, quando siamo andati a quella dannata festa, ieri a casa tua, per caso studiavo? No"

"Nervosetta? Ok sta tranquilla. Sono venuto, perché mi è dispiaciuto vederti così poco stamattina" confessa alla fine della mia ramanzina.

"Ci siamo visti il giusto" alzo un po la voce.

"Vuoi che me ne vada?" domanda poi lui guardandomi fisso negli occhi.

Lo voglio? No probabilmente, ma devo studiare, non posso farcela se non seguo il
programma.

"Se devi stare con tutta questa ansia ad ogni singolo esame, è forse perché non è questo quello che veramente vuoi e prendo il tuo silenzio come un si, me ne vado, ma Sofia per favore pensaci" conclude uscendo e sbattendo leggermente la porta.

Se veramente fosse così, cosa dovrei fare della mia vita? Non so fare nient'altro che leggere e scrivere.

Ma poi come si permette di insinuare una cosa del genere? Così dal nulla? È vero sono nervosa, ma è normale, è pur sempre un esame, no?

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora