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"Il volo sta per atterrare all'aeroporto di Roma Fiumicino, preghiamo i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza" ci informa l'hostess facendo risuonare la sua voce in tutto l'aereo.

Siamo partiti da Amsterdam questa mattina alle nove. Entrambi avevamo pochissima voglia di prendere questo volo e tornare a Roma. È come tornare alla normalità, dopo aver trascorso due giorni nella nostra bolla.

"Cosa vuoi fare una volta atterrati? Io devo assolutamente tornare a casa mia e vedere la mamma, sarà tremendamente in pensiero e so già che mi picchierà per non essermi fatto sentire tanto" mi distrae Nicolò scuotendomi un po' facendo scontrare le nostre spalle.

"Non ti preoccupare, ho tenuto aggiornate io sia tua madre sia tua sorella. Sapevo che tu non avresti scritto a nessuno. In ogni caso anche io devo tornare dalla mamma, però se hai bisogno di me posso passare più tardi"

Mi sorride dolcemente e poi fa segno di no con la testa.

"Più tardi sappiamo entrambi cosa dobbiamo fare. Vai a casa di tua madre, all'una ci vediamo lì. Prendi tutto quello che puoi. Sai arrivarci, no?" annuisco e quando sentiamo di nuovo la terra sotto i piedi ci prendiamo per mano, pronti a tornare alla vita di tutti i giorni.

Usciamo finalmente dal gate e fuori ci aspettano un sacco di ragazzini e i loro papà con dei cartoncini per Nicolò. Questa visione mi emoziona così tanto, una lacrima lotta per uscire. Mi guarda per avere la mia approvazione per avvicinarsi e fare autografi e fotografie. Gli sorrido immediatamente. Non dovrebbe neppure chiederlo. Vederlo tra la sua "squadra" mi rende estremamente felice.

Mi allontano leggermente per non essere di intralcio e vedo Carla con affianco il suo fidanzato Cristian. Raggiungo entrambi non smettendo mai di guardare il viso contento di Nicolò, che si tiene alle transenne per non dover appoggiare il ginocchio per terra.

"Ehi" urla lei abbracciandomi come se non ci vedessimo da mesi, forse anni.

"Ciao" dico a mia volta assecondando il suo abbraccio, che mi scalda il cuore.

"Lui è davvero fortunato ad avere te,sai? Non molte lo avrebbero lasciato lì, tra tutte quelle ragazze urlanti" mi confessa il ragazzo avvicinandosi per lasciare due baci sulla guancia.

"Ne abbiamo discusso più volte, di questo argomento. So quanto per lui sia importante sentire il calore del suo pubblico. Essere circondato da persone che credono in te, che ti stimano per quello che fai, dev'essere davvero gratificante. Non potrei far altro che appoggiarlo ed essere felice per lui" sorrido a Cristian che prende le nostre valige iniziando a camminare verso la macchina.

Faccio un segno a Nico che annuisce e saluta tutti con un gesto della mano. Con l'aiuto delle stampelle mi raggiunge e saluta Carla con sorriso.

"Sei messo malino" ironizza lei notando la bella fasciatura attorno al ginocchio.

"Direi di si. Avere un crociato rotto non è un qualcosa di tutti i giorni"

"E per fortuna" dico io velocemente.

"Dai su, andiamo, non vogliamo mica che Nicolò si stanchi. Dev'essere difficilissimo camminare con quelle cose, vero?" chiede sempre Carla dirigendosi al parcheggio.

"È tutta questione di forza nelle braccia, ma l'idea di andare a casa e stendermi sul letto non è mica male" sorride forzatamente e quando finalmente arriviamo accanto l'auto di Cristian, lo troviamo appoggiato ad essa che scrolla le storie su insta.

Gli presento Nicolò e lo aiuta ad entrare, per poi sedersi sul sedile anteriore accanto a lui. Le valige sono entrambe sistemate nel cofano e quando chiudo anche il mio sportello, Cristian mette in moto pronto a partire.

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora