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Se litigare con il proprio ragazzo fosse uno sport olimpico, io e Nico collezioneremmo medaglie d'oro come delle caramelle.

Ma l'importante è che ne usciamo sempre insieme, uniti e a volte feriti, ma comunque insieme.

E poi chi è che non ha quella nonna che dice sempre che l'amore non è bello se non è litigarello?

Tornata a casa, Matilde non c'era più, così mi sono rintanata nella mia stanza per vedere una delle tante serie tv che ho iniziato ma mai finito.

E adesso sono ancora qui, nella stessa posizione, che sorrido come una deficiente, pensando a Nicolò e a quanto lui sia tutto per me.

Siamo stati distanti nemmeno un giorno e siamo finiti entrambi in ospedale! Più ci penso e più capisco che niente è più forte del legame che ci unisce.

Aspettare che qualcuno ti mandi un messaggio è la cosa più straziante che possa esistere. Anche perché ti fai mille film mentali che si rivelano solo delle serie tv  con una sola stagione.

Durante tutto il pranzo controllo ogni due secondi le notifiche per essere sicura di non essermi persa niente, ma tutto tace.

Quanti cazzi di esami devono fargli?

Ma devo stare calma! È importante che lui abbia tutti i valori a posto per giocare con la Roma. È importante che si controlli.

"Stai bene? Sembri nervosa per qualcosa" chiede mia mamma mangiando un boccone di pasta.

"In realtà sto aspettando un messaggio. Ma che purtroppo non arriva" le sorrido tornando a mangiare tranquillamente.

"Se si tratta di Nicolò, lo sai che ti scriverà, è un sottone ed è solo tuo ormai"

"Dove hai imparato cosa vuol dire sottone?" domando ridendo

Non credo di averle mai detto una parola simile a quella.

"Me lo ha detto una delle amiche di Matilde. Sono simpatiche e mi hanno invitato a prendere un caffè anche la settimana prossima"

"Dai mamma sono felice per te. Comunque per quanto riguarda Nicolò, il vero problema è che anche io sono sottona, forse anche di più di lui"

Lei sorride e poi esce dalla cucina.

Dopo pochissimo torna con un album di fotografie in mano. Io piccolissima e dietro di me c'è papà che l'abbraccia.

"Lo eravamo anche noi due, ero così gelosa di tutte le ragazze che provavano a parlare con lui quando uscivamo in gruppo. Ma lui è sempre rimasto con me, anche quando litigavamo, perché fidati, quando eravamo giovani, non facevamo altro che litigare"

"Allora è destino" rido ripensando alla mia relazione con Nicolò.

Finito  di mangiare, la aiuto a sistemare tutto e poi torno in camera, cercando di concludere qualcosa per il lavoro.

Il cellulare sulla scrivania si illumina e quasi cado per vedere chi è.

Sembro davvero una quindicenne con la sua prima cotta!

Santarellina, siamo appena usciti. Lascio Benedetta a casa e ti vengo a prendere. Non farmi aspettare tanto.

Mi spunta un sorriso.

Sono emozionata, in ansia ma anche e soprattutto felice.

Quel nomignolo ormai non mi innervosisce più, anzi in questi casi mi piace che lui mi chiami così.

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora