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La cena é qualcosa di strabiliante, mi ero quasi dimenticata quanto fosse brava Helen, la loro cuoca, riuscirebbe a farmi mangiare anche qualcosa che odio con tutta me stessa.

I due fratelli prima di iniziare il pasto, hanno litigato per il posto vicino al mio, ma poi per mia fortuna hanno trovato un accordo in maniere pacifica: lui accanto a me, lei di fronte.

"Come va con il signor Ricci?" chiede Matilde risvegliandomi dai miei soliti pensieri.

"Oh, abbastanza bene, é davvero gentile e fa di tutto pur di mettermi a mio agio, non mi aspettavo nemmeno mi invitasse alla sua festa, in realtà" le confesso.

So che probabilmente Benedetta e Nicolò le avranno detto di avermi visto lì, quindi non sono del tutto sorpresa dalla sua domanda.

"Menomale lo ha fatto" sussurra Nicolò, facendomi sorridere.

I genitori di quei due individui sembrano davvero carini, direi l'opposto dei loro figli.
Partecipano attivamente alle conversazioni e sono tanto educati.

"Ma ti fa lavorare tanto?" scherza ancora Matilde.

"Ma mamma, finiscila, non siamo qui per parlare di lavoro, insomma" la rimprovera Benedetta.

Le mando un'occhiata a mo di ringraziamento e lei mi sorride.

Il cibo sembra non finire mai e il piatto davanti a me continua a riempirsi di prelibatezze a cui non riesco a dire di no.

"Ma quanto cazzo mangi?" domanda Nicolò ridendo.

"Tanto, direi che dobbiamo trovare un modo per smaltire tutte queste calorie" ironizzo portando alla bocca un boccone della rinomatissima pizza di patate.

"Da quanto sei così tanto...tanto esplicita, ecco?"

"Importa?"

"In effetti no, ma mi piaci così" sorride e abbassa lo sguardo sul suo piatto.

"Questo vuol dire che prima non ti piacevo?" chiedo scherzando

"Non ho detto questo" si giustifica immediatamente mettendo una mano sulla mia coscia.

"Sto scherzando scemo"

"Non lo fare mai più, mai più"

La conversazione si chiude lì, ma la sua mano non interrompe il contatto con la mia gamba.

Rimango qualche secondo a guardarla, poi alzo lo sguardo verso quello di Benedetta, che a sua volta mi lancia un'occhiata maliziosa.

"Andiamo in piscina?" mi mima in silenzio. Annuisco.

"Mamma noi andiamo fuori" annuncia la ragazza.

"Vieni anche tu?" domando a Nicolò che non se lo fa ripetere due volte, si alza e mi sorride.

Cosa pensava? Di dover avere un invito scritto?

Ovviamente assieme a noi, escono anche i due fratelli che durante la cena non hanno aperto bocca, sono alquanto riservati.

Senza nessun preavviso quello di cui non so ancora il nome, si tuffa bagnandoci tutti.

"Coglione, ma che cazzo fai?" urla Nicolò iniziando a spogliarsi.

Lo affianco per cercare di calmarlo, vedo il suo nervosismo da mezzo metro, la vena sul collo pulsa ripetutamente.

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora