"Stai bene?" domando staccandomi dall'abbraccio.
"Si, non era niente, i miei amici hanno insistito e mi hanno portato qui, ma non è niente, te lo giuro. Il vero problema è che non mi lasciano uscire perché devo completare tutta la lista di esami" dice lui alzando leggermente gli occhi al cielo.
Ha i capelli un po' spettinati, gli danno quell'aria da bello e dannato.
"Sarà meglio per te se la finisci di fare queste facce e continui a fare questi esami"
"Tu perché sei qui?" continua tornando a sedersi sul letto, facendomi segno di seguirlo.
"Sono venuta quando tua madre mi ha detto che eri qui. Anche lei ha detto che non era niente, ma quando ho saputo che Benedetta era rimasta con te, mi sono preoccupata."
Mi guardo intorno in imbarazzo, ieri abbiamo litigato e ci siamo urlati l'uno contro l'altro, oggi siamo nel letto di un'ospedale a parlare tranquillamente.
"Capito"
"Capito" ripeto io, alzando leggermente il labbro inferiore.
Non voglio che si creino questo tipo di situazioni fra di noi, ormai abbiamo capito che non siamo una di quelle coppie con una storia rose e fiori, litighiamo spesso, ma se veramente vogliamo portare avanti questa relazione, dobbiamo essere più forti dell'orgoglio o di qualsiasi altra cosa ci divida.
"Allora? Ieri com'è andata alla fine? Ti sei divertito?" rompo il silenzio.
"Che stai facendo? Stai cercando un modo per farti chiedere scusa?"
"Nicolò, smettila"
"Lo so, lo so che mi sono comportato di merda, ma ero arrabbiato Sofia, arrabbiato con te, perché non dovevi invitare quello lì alla mia festa di compleanno. Può sembrare una bambinata, ma per me era importante che tu ci fossi, solo tu però."
"Ma se sei stato tu a cacciarmi. Come ragioni Nicolò?"
Come non detto!
"Lo so, ma tu pensi che sia stato facile vedere tutti i miei amici con le loro ragazze e io che non smettevo di pensare a te e a come ti avevo trattato per colpa di quel coglione?" chiede alzandosi di scatto.
A causa di quel movimento così veloce, sbanda e si appoggia alla sedia accanto alla finestra.
"Stai bene? Vuoi che chiami qualcuno?" lo riempio di domande avvicinandomi a lui.
"Stai zitta, per favore. Sono i postumi della sbornia." mi abbraccia con la testa tra i miei capelli.
"Non voglio litigare con te Nicolò e tu lo sai, sai quanto io lo odi, ma non aiuta il fatto che tu sia ancora geloso di Federico, noi siamo amici come tu sei amico di tutte quelle ragazze che c'erano ieri, perché si, certo che le ho viste, e posso immaginare quanto sia stato difficile vederle ballare con i tuoi amici"
Tutte sempre perfette, con i capelli al posto giusto, i vestiti così corti da vedersi le mutandine e la borsetta così piccola che l'unica cosa che ci entra la mia voglia di vivere.
"Non voglio che tu ti paragoni a loro, ok? Tu sei bellissima perché sei Sofia, perché preferisci restare a casa e vedere una serie tv su Netflix piuttosto che uscire e andare ad una festa. Mi piaci perché sei tu"
Sono sorpresa della sua parole. Non mi aspettavo sarebbe stato così aperto con me.
"Nemmeno io voglio litigare con te, ma lo sai che sono molto suscettibile quando si tratta di te. Qualsiasi cosa si tratti di te, mi fa vedere tutto nero. È una parte del mio carattere che purtroppo non posso cambiare Sofia"
"Non ti chiederei mai di cambiare per me, anche perché mi piace quando fai il geloso. Ma sempre nel giusto modo." gli sorrido dolcemente prima di mettere le mie braccia intorno al collo.
"Cosa vuol dire quel sorriso?"
"Cosa vuoi che significhi? Tu mi dici certe cose e a me viene da ridere. Posso o dobbiamo litigare anche perché sorrido adesso?" mi lascia finire la frase ma subito dopo mi ruba un bacio, inaspettato ma comunque bellissimo.
Mi spinge indietro fino al letto e poi mi ci fa sedere sopra.
"Siamo in ospedale" cerco di dire ma lui non mi ascolta, prova a mettere le mani sotto la maglietta e mi avvicina di più a lui.
In questo momento non posso non pensare se questa sia la cosa giusta da fare. È giusto che ogni volta che litighiamo finiamo per fare sesso?
"No dai, Nico smettila"
"Sei ancora arrabbiata?" chiede subito.
No non lo sono, ma come glielo spiego il vero motivo?
"Non è questo, il fatto è che non voglio che risolviamo i nostri problemi sempre in quel modo. Potremmo parlare, potremmo magari uscire per un vero appuntamento"
"Lo sai che per me non è facile uscire a Roma, e non mi va di essere fermato quando sono con te. Non fraintendermi, mi piace che mi fermino per strada, mi fa sentire amato, ma quando sono con te, voglio esserlo al 100%"
Ha ragione, lo so, ma io voglio uscire, passeggiare per via condotti con lui mano nella mano, fare le foto al Colosseo, esprimere un desiderio alla fontana di Trevi e mangiare al Mc Donald's vicino piazza di Spagna.
"Perché mi guardi con quegli occhioni? Facciamo una cosa, quando mi fanno uscire da qui, ti porto in un posto. È importante per me, non sarei più io senza, quindi fatti trovare pronta. Ora però tornatene a casa, perché sennò ti levo le mutande"
"Tutto risolto quindi?" chiedo arricciando le sopracciglia.
"Non lo so dimmelo tu, abbiamo risolto? Sono stato io quello che ti ha trattata male, dovrei essere io quello che ti chiede scusa"
"Ma anche io ho sbagliato, e so di aver commesso un errore, per questo te lo chiedo. Voglio che tu sappia che mi sono resa conto della cazzata che ho fatto nel momento stesso in cui l'ho fatta."
Questa volta sono io che lo bacio.
Entrambi seduti su questo letto, mentre pomiciamo, non è un immagine che dimenticherò facilmente.
"Vuoi andare ora?"
"Un altro bacino" dico toccando ancora le sue labbra.
"Sofia, vattene. Ci vediamo dopo. Ti passo a prendere quando mi liberano"
"Fai il bravo e non fare il prepotente. Ah e non provarci con le infermiere, lo vengo a sapere e poi sono cazzi tuoi."
"Ai suoi ordini, signora"
Lascio la stanza e attaccata alla porta, appena fuori, c'è Benedetta che mi sorride.
"Non ho ascoltato niente, come sta?" chiede ironicamente, alzando le spalle.
"Sta bene, ma tu tienilo comunque d'occhio. Io sto andando a casa, quando finite avvisami"
"Va bene, grazie per essere venuta"
" Di nulla, ti voglio bene"
STAI LEGGENDO
La luce nell'oscurità
Fanfiction"Quando tutto sembra andar male, c'è sempre qualcosa che ti fa cambiare idea." Quando il padre di Sofia perde la vita, la ragazza, lontana da casa a causa degli studi, è costretta a tornare a Roma, per restare con sua mamma e cercare di andare avant...