"Signorina, deve entrare?" mi domanda uno degli uomini che controllano i biglietti all'entrata dello stadio.
Dopo quasi due anni, da quando ho detto si a quel rompiscatole di Nicolò, mi ritrovo a dover mostrare per la prima volta il mio biglietto per guardarlo fare quello che veramente ama. Anche se tornare all'Olimpico mi rattrista un po', mi ricorda mio papà e il suo grande amore per la Magica.
"Si, mi scusi, ero persa nei miei pensieri" gli confesso, raggiungendo Veronica, che mi guarda sorridendo mano nella mano ai suoi due figli.
"Sei sempre la solita. Sei sicura di stare bene?" mi chiede iniziando a camminare verso i nostri posti, come se fosse a casa sua. Invece io mi sento come un pesce fuor d'acqua, e non posso far a meno di guardare con occhi curiosi tutto quello che accade attorno a me.
"Si Vero, tutto bene. Ho capito troppo tardi quanto fosse importante per Nicolò che ci fossi anche io qui con lui, poi è troppo buono, per cui quando ha capito perchè non volessi venire ci ha rinunciato. Però questa voglio essere io a far felice lui, voglio vedere la sua faccia nel momento in cui capirà che accanto a tutte le altre mogli dei suoi compagni, c'è anche la sua"
"Non ho intenzione di perdermela per nulla al mondo" scherza lei facendo sedere Camilla su una di quelle sedie blu.
Mi giro verso il campo verde e perdo un battito del cuore. É esattamente come ricordavo. Mi sembra di essere tornata indietro di quasi 10 anni quando papà mi trascinava con sè in curva.
Roma, Roma, Roma
Core de sta città
Unico grande amore
De tanta e tanta gente
Che fai sospiràL'inno inizia e le voci di tutti i tifosi si uniscono facendomi venire i brividi. Veronica mi guarda e poi dice "Dopo un po' ti abitui, ma i brividi, quelli restano per sempre."
"Lo immaginavo"
Roma, Roma, Roma
Lassace cantà
Da sta voce nasce un coro
So cento mila voci che hai fatto innamoràLe note poi lasciano spazio alle urla per incoraggiare i giocatori appena scesi in campo. Solo quando l'arbitro fischia l'inizio della partita, riesco ad alzare lo sguardo e vederlo. Con quella maglia rossa e quei pantaloncini che gli fasciano il culo in una maniera straordinaria.
Il tempo scorre ma la Roma non vuole segnare. I giocatori in campo sono sempre più nervosi, e alla stessa maniera o forse anche di più Nicolò. Cerca in tutti i modi di buttare la palla in rete, ma questa sembra non voler entrare.
Quando per l'ennesima volta la sfera finisce in rimessa dal fondo, Lorenzo gli si avvicina e ci indica. Lui alza lo guardo fino alle nostre postazioni e poi mi vede. Resta fermo a fissarmi per quella che mi sembra un'eternità, poi ride negando con la testa. Tira fuori la lingua e il suo compagno lo riporta con la testa alla partita. Ma Nicolò non riesce a togliersi il sorriso dalle labbra, e lo stesso capita a me.
"É proprio cotto a puntino quel ragazzo Sofia e te lo ha appena dimostrato. " mi dice Veronica al mio fianco distogliendomi dalla sua figura.
Il suo sguardo durante la partita più volte incontra il mio. Sembra che l'uno attiri l'altro.
L'arbitro con un triplo fischio segna la fine della partita, che si conclude in parità 0 a 0.
I giocatori spariscono negli spogliatoi e inizio a pensare a quello che accadrà quando saremo assieme. A cosa mi dirà, a cosa farà.Mano nella mano con Camilla, scendo i gradini che mi dividono dall'auto di Veronica, che dopo quasi quaranta minuti di viaggio, mi lascia davanti casa nostra.
Salgo più velocemente possibile per poi mandare un messaggio a Nicolò, rassicurandolo di esser arrivata sana e salva.
Sofia: Sono a casa, ti aspetto!
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La luce nell'oscurità
Fanfiction"Quando tutto sembra andar male, c'è sempre qualcosa che ti fa cambiare idea." Quando il padre di Sofia perde la vita, la ragazza, lontana da casa a causa degli studi, è costretta a tornare a Roma, per restare con sua mamma e cercare di andare avant...