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"Buongiorno" esordisce Matilde appena ci vede arrivare in cucina.

"Buongiorno mamma, dormito bene?" chiede Nicolò.

"Piuttosto bene, voi?"

"Si Matilde grazie mille" mi affretto a dire prima che possa sparare una delle sue solite frecciatine.

"Sono tanto contenta. Ah e Nicolò volevo avvisarti che non ci sarò a pranzo, una mia amica mi ha invitato a fare un giro in centro, quindi non aspettatemi"

È una donna sempre piena di energia e voglia di fare. Io ho appena 19 anni e la mia voglia di vivere è un decimo della sua.

"Non ti preoccupare mamma, prepariamo
qualcosa noi" le dice Benedetta, ridendo sotto i baffi seguita da Nicolò.

Conoscendoli finiranno per ordinare qualcosa a  domicilio.

"Tu che fai? Rimani con noi?" mi domanda Nico all'orecchio.

"Mi stai invitando a restare?"

"Se la metti così"

Non ho ancora sentito la mamma, ma probabilmente anche lei sarà piena di impegni, mi sento un po' in colpa per non fare nulla durante la giornata ma il mio dolcissimo letto non riesce a stare senza di me.

La colazione supera ogni aspettativa e credo di non aver mai fatto una colazione così ricca, nemmeno quando ero a Londra.

"Ma quindi hai intenzione di lavorare per tutto il giorno? Io questo pomeriggio ho allenamento, non puoi farlo più tardi?" chiede Nicolò facendo labbruccio una volta tornati in camera sua.

Mi sento veramente bene ora, so che probabilmente é la cosa giusta per me e il sorriso che mi spunta quando mi guarda con la sua faccia da cucciolo ne é la conferma.

"Devo finirlo entra stasera Nico, non riesco a correggerlo tutto"

"Se smetti di smanettare con quel dannato computer, giochiamo a Just Dance e fidati è molto più divertente, sono un bomber anche lì"

La sua proposta mi alletta tantissimo, vederlo ballare non ha paragoni, però...

"Nico non che la tua idea non mi piaccia, ma come tu hai un impegno con i tuoi compagni e l'allenatore, io ce l'ho con il mio capo, devo inviare il tutto entro stasera e sono appena arrivata e non voglio che si facciano una brutta impressione."

Non demordo e credo che questa volta l'abbia capito anche lui, infatti poggia il suo viso sulla mia spalla e mi lascia lavorare.

A volte legge le note che aggiungo al lato per ricordarmi di tutto, a volte ride delle mie correzioni.

"Ma dico come fanno a scrivere libri di oltre mille pagine, non si annoiano? Per quanto possa essere bello scrivere o leggere, é più bella la vita reale"

"Con i libri ne vivi cento di vite e credimi ne vale la pena, leggere ti aiuta a vedere le cose da un'altra prospettiva."

Mi guarda fisso negli occhi quasi imbambolato mettendomi in imbarazzo.

"Mi hai quasi convinto a leggere tutti quei mattoni nella libreria della mamma"

"Non volevo scusami" rido riportando lo sguardo al computer che immediatamente si spegne e non da più segni di vita.

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora