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"E così vuoi diventare un noiosa libraia?Con gli occhiali e lo chignon?" domanda Nicolò sedendosi accanto a me sul letto.

"Non ho detto di voler diventare libraia, voglio lavorare in editoria, cosa molto diversa, montato" 

"E dimmi, cosa cambia?" continua facendo sfiorare i nostri nasi. Sento il suo respiro sul mio collo e il suo sguardo brucia sul mio.

Sta giocando con il fuoco e se non smette subito si brucerà.

Non riesco a rimanere lucida con lui così vicino alle mie labbra.

"N-non dovrei stare rinchiusa in una biblioteca piena di polvere . M-magari solo in un ufficio luminoso e spazioso" balbetto non interrompendo il contatto.

Non so cosa stia pensando ma sono sicura che mi farà impazzire.

"Smetti di pensare per un secondo?" chiede sfiorando questa volta le labbra, soffiandoci sopra.

Non so come resistergli e nemmeno voglio farlo.

Per questo non aspetto che sia lui a fare la prima mossa e lo bacio.

Lui sorride soddisfatto ma lo approfondisce comunque, facendolo diventare qualcosa di più di un semplice bacio a stampo.

Per tutta la schiena si rincorrono brividi che mi fanno rabbrividire, per questo Nicolò mi spinge facendomi distendere sul letto, in cui è impresso il suo odore.

Continua a baciarmi, facendomi capire quanto anche lui volesse farlo. Infila la sua mano fredda sotto la maglietta provandomi ancora una scia di brividi, che mi fa inarcare la schiena.

"C-che intenzioni hai?" chiedo mentre lui continua a baciarmi il collo per poi passare al basso ventre.

Le sensazioni che mi provocano le sue labbra in qualsiasi parte del mio corpo è qualcosa a cui non riesco a dire di no. Anche la prima che lo ha fatto, avevo sentito delle sensazioni, ma questa volta so che è lui che me le provoca e non un mal di stomaco passeggero.

"Tutte quelle che dici tu, santarellina" e questo punto ritorna a toccare le mie labbra, approfondendo subito il bacio, chiedendo il mio accesso, che gli concedo quando lo sento spingere sulla mia intimità.

Inizia a slacciare la cintura dei pantaloni sfilandomeli per poi iniziare a fissarmi.

Per stoppare questo momento di imbarazzo, lo faccio stendere sul letto, mettendomi a cavalcioni su di lui e togliendogli la maglia per poi iniziare a disegnare con le dita il contorno dei suoi tatuaggi. Mi avvicino per baciarlo ma una voce ci interrompe.

"Nicolò, perché hai chiuso a chiave la porta? Sono venuta a prendere le robe da mettere in lavatrice" urla Matilde al di là della porta.

Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo e poi scoppia a ridere.

Che cazzo ridi, bastardo!

"Non ti può vedere qui, mi riempirà di domanda poi. Vai nell'armadio, la mando subito via, e poi continuiamo quello che stavamo facendo bambolina" dice facendomi l'occhiolino e passandomi i pantaloni.

Nell'armadio?Bambolina?

"Scusa mamma, non ricordavo di averla chiusa, comunque porto io di sotto le robe da lavare, grazie"

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora