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Pov's Nicolò

Mi conosce così dannatamente bene che mi ritrovo costretto a ripulire il macello che ho combinato, prima che lei faccia il suo ingresso in casa. So per certo che se trovasse anche solo una scheggia della lampada che ho rotto andrebbe su tutte le furie, soprattutto dopo che ha scoperto della faccenda di Agostino.

Le mie intenzioni erano le migliori, lo giuro!

Il campanello suona e il mio cuore perde un battito, un po' per lo spavento e un po' perché tra qualche istante rivedrò il suo viso arrabbiato. Con entrambi le stampelle mi avvicino alla porta e con l'aiuto del gomito riesco ad aprirla.

"Sei tornata" dico senza pensarci. Mi sento un imbecille.

"A quanto pare" ribatte lei, allontanandosi dall'ingresso e di conseguenza anche da me.

Prima di seguirla, tiro un gran respiro. Devo stare calmo, non posso litigarci ancora, con il rischio di non vederla più.

"Quindi? Parla"

Questo suo atteggiamento non aiuta di certo, ma me lo aspettavo. É arrabbiata e sappiamo tutti come si comporta Sofia quando lo è.

La raggiungo, sedendomi sul divano in salone così da non dover far riferimento solo sulle stampelle.

"Quando mi hai parlato del tuo voler entrare in quel ramo, cosa pensavi? Che sarei rimasto a guardare? Hai ragione a pensare che forse dovevo farmi gli affari miei, ma Sofia cerca di capire anche me, volevo solamente aiutarti, volevo cercare un modo per farmi sentire meno male per quello che avevo fatto, ti avevo fatto soffrire per un capriccio e non riuscivo a perdonarmelo. Sei una delle persone più importanti della mia vita, se non la più importante. Vali più di ogni altra cosa, per questo se non vuoi sposarmi, che si vada a farsi fottere l'anello e l'intero matrimonio, però ti prego rimani qui, con me."

Lei mi guarda, ma non dice nulla.

"Sei incazzata, l'ho capito, ma ti prego parlami perché sennò divento pazzo e con un crociato rotto non mi sembra il caso" si lascia sfuggire un sorriso e non posso che essere felice.

"Quindi il favore chiesto al Signor Ricci era per sentirti meno stronzo?"

"Sei seria?" le chiedo scioccato. Tra tutte quelle parole che le ho detto, è riuscita a trovarne il lato negativo. É impressionante, ma la amo così tanto.

"Come pensi di farti perdonare?"

"Cosa vuol dire? Che mi dai il beneficio del dubbio?" la prendo in giro vedendo il luccichio nei suoi occhi.

La ragazza di fronte a me mi fa cenno di si con la testa.

"Posso ordinare sushi dal negozio vicino casa tua, quello che ti piace. Mangiamo seduti sul divano e ci vediamo Suits, ti va bene?" adesso quello che era solamente un accenno, diventa un meraviglioso sorriso, che mi toglie il fiato, come ogni volta.

"Posso baciarti?" domanda lei spiazzandomi. Non dovrei essere io a chiederglielo? In fondo ero io quello da perdonare.

Mi avvicino a lei e senza lasciarle il tempo di porre altre domande le nostre labbra diventano una singola cosa. Accarezzo la sua guancia destra mentre con l'altra mano mi tengo per non caderle addosso.

"Comunque lì non c'era una lampada?" indica il mobiletto accanto a noi, al momento vuoto.

Prima spalanco gli occhi, ma poi scoppio a ridere. É incredibile questa ragazza!

"Come hai fatto a ricordarti di quella lampada? L'hai vista solo di sfuggita prima"

"Nico io noto i particolari, non so se per te sia un bene o un male. Allora, che ne hai fatto? L'hai rotta?" annuisco e Sofia chiude gli occhi rassegnata.

"Dai, dovevo sfogarmi in qualche modo, poi è stato difficilissimo stare fermo. Il ginocchio continuava a battere in un maniera allucinante" metto il broncio, toccandomi la fasciatura.

Il suo sguardo si addolcisce e poi si avvicina, sfiorando di nuovo le labbra, che si incurvano in un ghigno. Pensa di potermi sfidare, quando si tratta di baci? Le metto una mano sulla schiena per far sì che non si possa allontanare da me, poi inizio a darle dei piccoli baci su tutta la lunghezza del suo collo, che lei prontamente inarca verso l'alto.

"Sei terribile" confessa iniziando ad accarezzarmi i capelli.

La pressione nei miei boxer aumenta e non posso farci nulla. Quando siamo così vicini, mi ritrovo sempre in questa dannata situazione. La voglia di averla nella sua totalità non finirà mai, ne sono sicuro. Solo vederla sorridere, mi eccita da morire.

"Tu sei terribile, devi smetterla di essere così bella" dico io senza pensarci troppo. Con lei non riesco ad essere lucido e divento troppo sdolcinato.

Mi lascia un dolce bacio a stampo e poi si alza, lasciandomi di nuovo solo sul divano.

"Dove stai andando?" urlo per farmi sentire.

"Faccio un giro nella nostra casa, non l'ho ancora vista tutta per bene" risponde lei.

La solo idea di svegliarmi ogni mattina e vederla al mio fianco me lo sta facendo venire duro. Con i capelli alla rinfusa e gli occhi assonnata deve essere proprio bella.

"Allora, questo sushi?" chiede rientrando nella mia visuale.

"Sofi ma sono le quattro, facciamo per cena?"

"Mmh, va bene" dice con la sua faccina da cucciola.

"Dai, te lo prometto, avrai il tuo cibo stasera, però adesso puoi venire ad abbracciarmi?"

"Signor Zaniolo, stiamo diventando troppo romantici, non va bene" mi prende in giro appoggiando la testa sulla mia spalla.

Faccio il finto offeso, poi inizio a farle il solletico, facendo attenzione al crociato ma permettendole comunque di stare sulla gamba intera.

Mi guarda e si fa seria, forse troppo.

"Nico, io pensavo di andare dal medico domani, voglio capire da cosa derivano quegli attacchi allo stomaco, é da un po' giorni che va avanti questa storia e sono davvero preoccupata. Anche se non é un principio di gravidanza, io sono spaventata."

Non mi aspettavo che fosse una faccenda tanto preoccupante.

"Non può essere un dolore dovuto alle mestruazioni? O a qualcosa del genere?"

"Non ho mai sofferto di certe cose con il ciclo" rivela lasciandomi senza idee. Cosa le dico ora?

"Se potessi ti accompagnerei, ma tanto dopo la visita vieni qui e mi racconti tutto, senza dover tenere d'occhio le mamme e sorelle varie, vero?"

Scuote la testa divertita e poi annuisce. Siamo riusciti così bene ad uscire da una situazione critica, che mi convinco sempre di più che quella che ho davanti è la donna della mia vita.

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora