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Anche le due settimane successive a quella notte con Nicolò sono passate velocemente e ora mi ritrovo in questo aeroporto, ancora una volta, aspettando l'aereo per Roma.

Non so se ci sarà anche Nicolò, visti i suoi allenamenti pomeridiani.

Dover salutare Logan e tutti gli altri mi intristisce da un lato, dall'altro non vedo l'ora di arrivare per riabbracciare mia madre.

Ci siamo divertiti tantissimo insieme e so che prima o poi ci rincontreremo perché voglio troppo bene a questi imbranati per lasciarli andare del tutto.

"I will miss you very much, do not disappear please."
(mi mancherai tantissimo, non scomparire mi raccomando.)
dice Hannah abbracciandomi quasi in lacrime.

Sembra davvero che io debba partire per la guerra.

"Don't worry love, we make video call whenever you want."
(Non ti preoccupare amore, facciamo videochiamata ogni volta che vuoi.)
la rassicuro io cercando di farla sorridere perché se scoppia a piangere probabilmente non riuscirò nemmeno io a trattenermi.

Abbraccio tutti uno per uno anche Logan che non si decide a mollarmi.

"What do you have? Are you crying too? You know you're always welcome to my house Logan, when you want to take the first plane and come, just let me know first."
(Che hai? Anche tu piangi? Lo sai che sei sempre il benvenuto a casa mia Logan, quando vuoi prendi il primo aereo e vieni, basta che mi avvisi prima.)
cerco di liberarmi dalla sua presa salda e confortante.

Non sembra essere del tutto convinto ma si allontana e poco dopo mi sorride.

Sono delle persone meravigliose e ringrazio tantissimo per averle incontrate quel giorno all'università.

"I will miss you, guys. I love you, so much"
(Mi mancherete, ragazzi. Vi voglio tanto bene)
urlo allontanandomi da loro e camminando verso il gate.

Una volta passati tutti i controlli ed essere salita sull'aereo, sono un po' più tranquilla.

Il viaggio sembra infinito e quando la voce nell'autoparlante ci informa di allacciare le cinture per l'atterraggio, sospiro.

Finalmente! Sono di nuovo a Roma.

Appena fuori dall'aeroporto, vedo la macchina della mamma parcheggiata davanti a me.

"Sofia" urla lei correndomi incontro.

Come avevo previsto di Nicolò nessuna traccia.

"Ciao mamma" dico abbracciandola e sorridendole.

É felice come non mai, le brillano gli occhi.

"Come stai allora? Ti preparo qualcosa di buonissimo per la cena, che cosa vuoi? Pasta? Pizza?" domanda tutto in un fiato non lasciandomi il tempo di risponderle.

Questa é mia madre, e non la cambierei con nessun'altra.

"Tutto quello che vuoi, però prima potresti accompagnarmi a casa di Benedetta, voglio vederla" le chiedo facendo la mia faccia da cucciolo.

"Andiamo, forza, sali in macchina, ma per le otto a casa"

"Così presto? Facciamo le nove?"

"Mmmh"

Non voglio tornare a casa così presto, e poi voglio aspettare anche Nicolò.

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora