"Ma ti rendi conto che ti ha comprato un biglietto per Amsterdam per stare con lui?" urla Carla seduta accanto a me sul letto.
Sono passata a casa sua per rassicurarla dopo l'accaduto di ieri sera e non smette di ricordarmi del regalo che Nicolò mi ha fatto.
"Lo so, Carla, lo so. Ho un'ansia tremenda, questo pomeriggio devo prendere l'aereo e sembra che non ci vediamo da mesi interi, invece sono solo giorni."
"Hai già deciso cosa porterai con te?"
"No ma tanto resterò lì per tre giorni, poi devo tornare a lavoro. Ho chiesto al mio capo di poter lavorare da casa e lui ha accettato"
"Ma in che senso scusami? Non puoi andare lì sprovveduta. Non pensi che Nicolò voglia fare, quello, insomma hai capito"
"Da quando ti vergogni nel dire quella pa-" non riesco a terminare la frase che un dolore fitto allo stomaco, simile a quello di ieri sera, mi costringe a alzarmi e a correre verso il bagno.
Sento le urla di Carla dalla sua stanza e subito la vedo prendermi i capelli.
"Questo non mi piace affatto, Sofia. É la seconda volta in soli due giorni." mi bacchetta lei.
Non so che pensare neppure io.
"Non ti capita mai di essere così tremendamente in ansia che il tuo corpo reagisce in modo strano? Be, questo é il mio di modo"
Tra una litigata e l'altra, arriva l'ora di pranzo e corro a casa mia per riuscire a preparare il pranzo e subito dopo anche la valigia.
Il volo parte alle quattro e mezza e non vedo l'ora di vederlo.
Una volta rientrata a casa, il cellulare nella borsa squilla.
Nicolò.
"Hei" rispondo con un sorrido da ebete.
"Ti vedrò stasera vero?" chiede senza nemmeno salutarmi.
"Si"
"All'aeroporto ci sarà un macchina che ti porterà in albergo, ti daranno una stanza, ma tu vieni nella mia, non ne hai bisogno. Riusciremo a dormire anche in una sola camera" ammicca con voce sensuale.
"Tu come stai?"dico allora cercando di cambiare discorso. La conversazione stava prendendo una brutta piega.
"Dolore atroce al ginocchio, ma nulla di più"
Metto il vivavoce e nel mentre preparo la tavola e la pasta sia per me sia per la mamma.
"Sei sicuro che tu voglia dormire insieme? Io penso tu abbia bisogno di spazio per la gamba"
"Ma sei seria? Sei impazzita. Credi che sia concesso a tutti di portare le loro mogli in ritiro? Io sono un'eccezione, tu lo sei e pensi che non ti farò dormire a due metri dal mio cazzo?" domanda nello stesso istante in cui la mamma fa il suo ingresso in cucina.
"Ciao Nicolò" urla trattenendo una risata.
Un po' imbarazzato, lui la saluta e subito dopo inventa una scusa per chiudere la chiamata.
"Non dovete sentirvi in imbarazzo, è normale, andrete a vivere insieme, pensi che io non lo sappia quello che fate? Sono stata giovane anche io" sorride maliziosa lei.
STAI LEGGENDO
La luce nell'oscurità
Fanfiction"Quando tutto sembra andar male, c'è sempre qualcosa che ti fa cambiare idea." Quando il padre di Sofia perde la vita, la ragazza, lontana da casa a causa degli studi, è costretta a tornare a Roma, per restare con sua mamma e cercare di andare avant...