Per tutta la notte non ho fatto altro che pensare a quello che mi ha detto Nicolò. E se avesse ragione? Quando ero a Londra tutto mi sembrava giusto, ero dove dovevo essere, ma qui, a Roma, studiare è sempre più difficile. Forse perché lontana dall'università, dalle lezioni, da tutto, ma non sembra poi così giusto per me.
"Bene, ti sei di nuovo persa nei tuoi pensieri, mi vuoi dire che ti passa per quella dannata testa?" chiede Carla sedendosi al bancone del nostro solito bar.
"Nulla, o meglio, nulla di importante"
"Tu dimmelo lo stesso, se ti preoccupa vuol dire che è importante"
Forse ha ragione, dovrei sentire un'altra opinione.
"Ieri, Nicolò mi ha detto che forse l'università a Londra non è quello che realmente voglio" dico velocemente per farlo sembrare meno reale.
In questo momento non so nemmeno io cosa voglio, le sue parole mi hanno scossa e non poco. Prendere una decisione del genere non è qualcosa che si fa in poco tempo. Bisogna considerare ogni pro e ogni contro.
"E qual'è il problema? Che si è impicciato o che ha ragione?" domanda poi lei spiazzandomi
Ecco il punto, non lo so.
"Ma se dovessi lasciare l'università, cosa sarei? Niente. La solita ragazza codarda che dopo la prima difficoltà lascia l'università, ma poi per cosa? Non ho un lavoro, non ho niente."
"Prima di tutto non autocommiserarti in questo modo, sei sempre stata la più intelligente della famiglia, sono sicura che troverai un lavoro prima che Luca confessi di essere gay" ride sotto i baffi.
Che? Luca è gay?
"Non ci posso credere! Come lo sai?E Veronica?"
"L'ho visto entrare in un locale mano per la mano con un ragazzo, e per quanto riguarda Veronica, probabilmente ha chiesto un favore per toglierci di mezzo"
Mi sento un po' in colpa per non averlo capito subito e per averlo obbligato a mentirci.
"Dobbiamo dirglielo che lo sappiamo, Carla, e soprattutto che può fidarsi, e smettila di ridere" la rimprovero ma la sua risata contagia anche me e ci ritroviamo a ridere sedute ad un bar aspettando la nostra dannata colazione.
Non pensavo sarebbe stato così divertente passare una giornata con la mia cugina preferita, non che unica.
Non pensare per un momento all'università e allo studio non potrebbe altro che farmi bene.
E stavo per riuscirci ma Benedetta che entra nel nostro stesso bar rende le cose molto più complicate.
"Ciao Sofi" dice avvicinandosi con un gran sorriso.
"Hey"
"Che hai fatto a Nicolò? Ieri pomeriggio dopo gli allenamenti è arrivato molto nervoso e mi aveva scritto che sarebbe passato da te prima di tornare a casa" chiede ridendo
"Oh, io niente, gli avevo detto che dovevo studiare e lui è voluto venire comunque a casa"
"Ma sei scema? Studiavi mentre lui era a casa tua?" mi urla però nelle orecchie Carla, facendo scoppiare definitivamente a ridere Benedetta che ci saluta e si dilegua.
"Si Carla, ero decisa a studiare non potevo smettere appena è arrivato lui, che figura ci avrei fatto"
"Quella di una persona gentile, ma come ti viene?" domanda ridendo
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La luce nell'oscurità
Fanfiction"Quando tutto sembra andar male, c'è sempre qualcosa che ti fa cambiare idea." Quando il padre di Sofia perde la vita, la ragazza, lontana da casa a causa degli studi, è costretta a tornare a Roma, per restare con sua mamma e cercare di andare avant...