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"Tu sei pazzo" rido abbassando il volume del radio in macchina, che puntualmente ha alzato.

"Come darti torto" continua lui abbassando il finestrino e uscendo subito dopo la mano.

Continua a guidare per tutto il tragitto con il vento che gli scompiglia i capelli e con la musica nelle orecchie.

"Tienes una mirada que me encanta baby
Y un cuerpecito que mi mente envuelve" urla guardandomi ed io scoppio a ridere.

È ubriaco, sono certa di questo, ubriaco alle 7 di mattina ma soprattutto senza aver bevuto.

"Dove stiamo andando coglione?" chiedo quando si ferma al semaforo rosso.

"A casa tua"

A CASA MIA?

"No, perchè? C'è mia mamma che dorme, non possiamo fare rumore, Nicolò"

"E allora cercherai di non fare rumore, bambolina"

"Tu sei un bastardo, niente, ho cambiato idea"

"Dai Sofia, non fare la santarellina, lo so che lo
vuoi anche tu" continua portando la sua mano sulla mia coscia nuda. Una scia di brividi, come sempre, percorre la mia schiena.

Mi fa sentire bene anche solo con un suo tocco e non so come farò quando ripartirà il campionato, dovremo stare lontani per weekend interi.

Santarellina, io? No.

Mi slaccio la cintura e tolgo la sua presa dalla mia gamba. Inizio a baciargli il collo, cercando di essere il più sensuale possibile.

A gestire il tutto è sempre lui, non che questo mi dispiaccia, ma mi piacerebbe che anche lui si godesse il momento.

"Hei, ti ho proposto di tornare a casa, ma possiamo farlo benissimo qui" mi riprende mettendo entrambi le mani sul volante.

"Continua a guidare, Nicolò"

"Mi da già fastidio, Sofia, per favore smettila" continua toccandosi il suo amico.

Accelera e a volte passa anche con il rosso, ma nemmeno cinque minuti dopo siamo sotto il
portone di casa. Mi guarda aprirlo e sembra veramente impaziente.

Per farlo innervosire, faccio finta di non riuscire ad inserire la chiave nella serratura e ovviamente la sua reazione non tarda.

La prende con forza dalle mia mani e lo apre lui.

Lo guardo per alcuni secondi per poi scoppiare a ridere.

"Cazzo ridi. Muoviti sali" mi incita prendendomi per mano.

Come previsto, la mamma dorme ancora ma Nicolò non si fa scrupoli a far baccano.

"Stupido, fai silenzio" gli sussurro tirandolo per la maglia fino in camera mia.

"Hai veramente cambiato idea?" domanda togliendosi la maglia.

Non vale così, sta giocando sporco.

"Ti piace vincere facile?" gli faccio una linguaccia.

"Ma se non ti lecchi le dita godi solo a metà" continua lui, leccandosi il labbro inferiore  e sedendosi sul letto.

Ok, questa volta me l'ha fatta!

"Dai bimba, vieni qui?" chiede facendo la faccia da cucciolo.

"E tu cosa mi dai?" ribatto avvicinandomi

"Una cosa bella"

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora