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"Sofia, cazzo, ti vuoi svegliare" mi urla Carla scuotendomi e cercando in tutti di buttarmi giù dal mio amato anzi amatissimo letto.

"Che vuoi? E poi finiscila di urlare, mi da fastidio quando lo fai" le rispondo aprendo solamente un occhio.

Quando fa così, mi parte la canzone di Diodato: FAI RUMORE, SI, E NON LO POSSO SOPPORTARE.

"Ma sei seria? Ti abbiamo cercato per quasi tutta la notte, il tuo amico era tanto preoccupato Sofi, io lo ero, siamo morti di paura. Potevi almeno rispondere al cellulare"

Quando Federico mi ha portato a casa, il cellulare era morto e anche io.

Non l'ho fatto apposta, non volevo che si preoccupassero.

"Hai ragione, scusami, sono stata una bambina e che mi sentivo esclusa" le dico mettendomi a sedere e facendole spazio accanto a me.

"Ci hai fatto morire, dovevi vedere la sua faccia. Si è preoccupato." continua lei ridendo e stendendosi sul letto.

"Non ci credo tanto Carla. Forse non lo conosci abbastanza bene per capirlo"

"No fidati, poi quando ti ha visto entrare nella macchina di quel cameriere ha dato di matto"

Come? Mi hanno visto entrare nella sua macchina e non hanno nemmeno cercato di fermarmi?

"Ma potevate avvertirmi. Sarebbe potuto essere un maniaco" urlo dandole un piccolo schiaffo sulla spalla.

"Tra tutte le cose che ti ho detto, tu pensi che sarebbe potuto essere un maniaco?"

"E a cosa dovrei pensare?" domando ovvia

Se non è importante questo.

"No vabbe nulla, almeno scrivigli che stai bene e scusati, perché fidati, si è davvero preoccupato per te Sofia"

Accetto il suo consiglio e invio un messaggio di scuse, anche se anche lui ha la sua parte di colpa.

Buongiorno Nicolò, scusami per ieri sera.

Lo mostro a Carla che scoppia a ridere.

"Che cazzo fai, dai. Più dolcemente"

"Più dolcemente?" chiedo

Prima che potessi accorgermene prende il mio cellulare e invia il messaggio.

Hey. Volevo chiederti scusa per averti fatto preoccupare.

"Ecco così va meglio. Quindi oggi devi accompagnarlo ad un cena con la società."

Eh già. Non vedo l'ora, guarda.

Facciamo i conti più tardi io e te.

Mi scrive Nicolò, messaggio che mostro subito a Carla.

"Vedi, vedi, non dovevi scriverlo, ora chissà cosa mi dirà o farà, mi avrai sulla tua coscienza" urlo scherzando e alzandomi dal letto.

"Ma finiscila, comunque domani è Pasqua e siamo tutti insieme, o almeno quasi, io tu Luca e zia Sara" dice lei saltellando con la sua voce squillante.

Sono tanto felice che siamo tornate come prima, mi mancava lei e se a volte non riesco a sopportarla anche non sentire più la sua voce.

Ricordo Pasqua quando eravamo piccole, lei che non smetteva mai di mangiare cioccolato ed io che cercavo in tutti modi di rubargliela per paura che le facesse male.

Insomma sono sempre stata quella responsabile tra le due.

"Oggi non voglio fare niente, sono entrata in modalità zen" esordisco entrando in cucina, dove seduti al tavolo ci sono mamma e il mio cuginetto preferito.

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora