ᴾʳⁱᵐᵃ ᵖᵃʳᵗᵉ
"𝘋𝘶𝘳𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘱𝘢𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘧𝘪𝘭𝘮 𝘤'è 𝘶𝘯𝘢 𝘧𝘢𝘴𝘦 𝘪𝘯𝘪𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰, 𝘱𝘰𝘪 𝘪𝘭 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘵𝘦: 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰, 𝘮𝘢 è 𝘭𝘶𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘮𝘦".
(𝘑𝘰𝘩𝘯𝘯𝘺 𝘋𝘦𝘱𝘱)Settembre, 2015
ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 1.
Come puoi immagazzinare tutto quel dolore e non crollare? Come puoi sopportare gli sguardi indiscreti delle persone che ti circondano, e non ribellarti?
Come puoi guardarti allo specchio e non rivedere il volto di chi ti ha ferito?"Ecco, provate a raggruppare tutte queste cose. Tutte le sensazioni che avete provato negli anni. Quando lo avrete fatto, spingetele via, verso l'alto. Vi daranno il coraggio giusto per iniziare, per superare la paura del palcoscenico". E' sempre questa la frase che uso nel primo incontro. E' d'impatto. Quando la pronuncio, inizio già a scorgere i volti di chi è davvero intenzionato ad andare avanti. Poi ci sono gli sguardi atterriti, di chi non ha la minima intenzione di salire sul palcoscenico. L'occhio di bue fisso su di te può renderti nervoso, può farti sudare.
"Se avessimo paura del palcoscenico, non saremmo qui oggi, professore" dichiara uno dei miei studenti. Harry, se non ricordo male. Non sono mai stato bravo a rammentare i nomi. "Non chiamatemi professore. Qui, siamo tutti uguali. Non ci sono età, non esistono i nomi. Dimenticate la vostra vita dietro a quella porta. Concentratevi sul teatro". Harry annuisce. La seduta è iniziata particolarmente bene. Non ho notato nessuno sguardo atterrito questa volta. Non male, William. "Prima di tutto, faremo degli esercizi teatrali. Per migliorare l'intesa tra di voi, giovani attori, che avete scelto di iscrivervi a questo corso". Li faccio disporre in cerchio, in piedi. "Siete sei, tre maschi e tre femmine. Perfetto. Faremo l'esercizio delle palline colorate".
Gli attori si guardano tra di loro, incoraggiandosi a vicenda. "Harry, inizia tu". Lui aggrotta la fronte. "Non sto capendo". Faccio di sì con la testa. "Vi spiego come svolgeremo questo esercizio. Tu, Harry, sei il primo ad avere questa pallina. Ovviamente è immaginaria. Passerai la palla all'attore alla tua sinistra, gridando il colore della pallina. Colui che riceve la pallina, dovrà fare la medesima cosa". "Posso scegliere io il colore?". "Certo" lo vedo rifletterci su. "Va bene, devo dirglielo?". "Non serve, inizia". Vedo Harry simulare di avere una pallina tra le mani. Si prepara a passarla ad Edward, poi grida BLU.
Edward fa la stessa cosa, passandola a Emily. A sua volta la passa a Ronnie, poi a Katie. All'improvviso, passo una pallina a Kevin urlando: "Rossa". Kevin mi guarda storto. "Ho introdotto una seconda pallina immaginaria. Adesso, ognuno di voi si ritroverà a ricevere e restituire la pallina blu da un lato e quella rossa da un altro". "Sarebbe meglio se si trattasse di palline vere" commenta Edward, sistemandosi gli occhiali sul naso. "Non capite il senso di tutto ciò, vero?". Li vedo annuire, divertiti. "Perfetto, allora ve lo spiego. Lo scopo di questo esercizio teatrale sta nel restare concentrato e vi servirà durante i numerosi scambi di battute che troveremo nei nostri copioni. Con un costante allenamento, riusciremo a creare il giusto ritmo. Ora che conoscete i fini di questo esercizio, possiamo ricominciare". Li tengo occupati per un'ora buona. Infine l'assistente ci porta sette bicchieri di gingerbread eggnogg da Starbucks.
STAI LEGGENDO
𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧
General FictionUn insegnante di teatro, dedica tutto sé stesso al palcoscenico, tentando di far affiorare nei suoi studenti la stessa passione che ha portato lui fin lì. Ha un sogno nel cassetto: debuttare a Broadway. Nel frattempo, instaura un rapporto con ognuno...