ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 20.
Mi sento come un adolescente al suo primo appuntamento. Ho lasciato casa di Adele subito dopo pranzo, anche se non abbiamo mangiato. Mi sono mosso furtivamente verso la macchina, tornando al mio appartamento. Forse è prematuro dire questo, ma ho trascorso la notte più bella di tutta la mia vita, con la ragazza più bella che io abbia mai visto. La più talentuosa, la più colta, la più raffinata e la più sexy. Va bene, Will. Basta con questi deliri da quindicenne.
Mi muovo su e giù per casa, pulendo e sistemando. Nascondo ogni traccia di Marilyn. Adele si sente già in colpa così. Non vorrei mai farla soffrire, perciò spero di sistemare tutto. All'arrivo di Adele manca solo un'ora, quindi controllo cosa ho in frigo. C'è il necessario. Mi impunto alla scrivania nell'ufficio di Marilyn, aprendo il computer. Su facebook trovo diverse notifiche di persone che mi hanno scritto sulla bacheca. Tutti si complimentano con me per lo spettacolo, altri ci hanno fatto delle foto e hanno taggato i presenti. Me ne salvo qualcuna, per poi scegliere quella più bella. La imposto come immagine di sfondo. Più avanti dovrò svilupparla, per poterla incorniciare e ricordare sempre quel momento magico. Metto un po' di musica al giradischi e in pochi minuti suonano al campanello. Sono in fibrillazione, mi trema la voce. Ma cosa mi sta succedendo? Vado verso la porta e quando la apro trovo Adele sullo zerbino. Imbacuccata dalla testa ai piedi per coprirsi dal freddo. La faccio entrare, poi mi guardo intorno. Chiudo la porta e finalmente posso baciarla senza gli occhi indiscreti dei vicini. La spingo verso la porta, liberandola della sciarpa e del cappotto. "Ti avevo detto che avremmo solo mangiato" dice, soffocando una risata. "Lo so, non mi approfitterò di te ma posso almeno baciarti?".
"Puoi baciarmi quanto vuoi". La guardo dalla testa ai piedi. "Speravi di celare il tuo corpo sotto questa camicia enorme?". "Era quella la mia intenzione, sì". "Non ci sei riuscita". Mi spinge via, guardandosi intorno. "Hai una bellissima casa e, soprattutto, dell'ottima musica di sottofondo". Nell'aria echeggiano i Coldplay con In My Place. Non sono propriamente il mio genere, ma a volte ho bisogno di cambiare. "Non sento nessun odore. Non hai cucinato?". "Aspettavo te" alza un angolo della bocca. "Vuoi cucinare insieme a me?". "Sai cucinare?".
"Certo, pfff..." fa una smorfia "...per chi mi hai preso? Ho dovuto imparare presto, dato che i miei erano sempre fuori casa". La seguo in cucina, vedendola muoversi da una parte all'altra. Devo metterci una enorme forza di volontà per non baciarla di nuovo. Si avvolge il grembiule intorno alla vita, poi apre il frigorifero. "Cosa vuoi mangiare?".
"Ordiniamo una pizza?" le domando, facendola ridere. "No, ne ho mangiate troppe fino ad oggi. A proposito, non passi le feste con i parenti?". Ecco una domanda personale. "Non vado dai miei suoceri perché non c'è Marilyn e i miei, beh... sono divorziati e vivono lontano". "Quanto lontano?". "Mia madre è a Parigi e mio padre a Budapest". Capisce che è un argomento delicato, quindi continua a cercare nel frigo. È anche perspicace. Che ragazza meravigliosa. Mentre si mette ai fornelli, mi avvicino a lei per attirarla a me. La cingo per i fianchi, sprofondando la testa nell'incavo del suo collo. "Se mi distrai, non riesco a cucinare". Mi da un buffetto con il gomito, facendomi allontanare. "O mi dai una mano o ti siedi sul divano". Alzo gli occhi al cielo, passandole gli ingredienti. A fine serata mi fa mangiare un piatto di pasta che non ho mai assaggiato. Mi racconta la sua storia quando sediamo a tavola. "È un piatto tipico romano. Ho vissuto cinque anni a Roma. Assaggia" mi porto una forchettata alla bocca, gustandola fino in fondo. Le mie papille gustative godono come mai prima d'ora. "È un capolavoro. Come si chiama questa ricetta?".
"Carbonara" risponde, con un accento italiano. "Sai anche cucinare. Che io sia maledetto!" impreco. "Perché?". "Perché ti sposerei seduta stante, Adele". Lei mostra un sorrisetto sardonico, e dichiara: "D'accordo, dimentica quello che ti ho detto prima. Non voglio solo mangiare". Arrossisce, finendo il suo piatto di pasta. Ci spostiamo sul divano, chiacchierando di cose che non avrei mai immaginato di raccontare ad una mia alunna. "Quando hai capito di voler diventare un'attrice?".
"Avevo undici anni. Sono andata al cinema con i miei. Il signore degli anelli, la compagnia dell'anello. Lo hai visto?". Strabuzzo gli occhi. "E me lo domandi? Ho visto tutta la trilogia. Amo quella saga, come amo Ritorno Al Futuro... un giorno ti va di vedere un film insieme?". Lei mi sorride. "Posso essere sincera? In tua presenza non riuscirei a concentrarmi. È già tanto se mi sono ricordata le mie battute ieri". Arrossisco, compiaciuto.
"Già, devo ammetterlo. Recitare la scena nell'elefante tra il duca e Satine è stato alquanto imbarazzante". Si alza dalla poltrona e viene da me, sul divano. Si mette a cavalcioni sulle mie gambe, posando le dita nel colletto della mia camicia. Le solletico i fianchi mentre mi bacia. Salgo con le mani verso la sua nuca, attirandola a me. "Avevi detto di non voler fare nulla". "Ho cambiato idea. Sono facilmente manipolabile, soprattutto se si tratta di te" risponde, sbottonandomi la camicia. Io le sollevo la sua da sopra la testa e subito sfioro la sua pelle nuda. Non ha niente sotto, né reggiseno, né canottiera.
"Questa camicia celava davvero poco". "Smettila di parlare e spogliami!" commenta, facendomi ridere. Non la immaginavo così intraprendente. Con mia moglie non ho mai fatto l'amore nel soggiorno. È una donna piuttosto tradizionale. Non sto pensando a lei mentre sto con Adele, ma il morso della coscienza si sta facendo spazio dentro di me, innestandosi come un virus. Non vedo l'ora che torni da Phoenix per poterle parlare, e intanto con le mani affondo le dita nelle cosce di Adele, guardandola negli occhi e bramandola intensamente.
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𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧
BeletrieUn insegnante di teatro, dedica tutto sé stesso al palcoscenico, tentando di far affiorare nei suoi studenti la stessa passione che ha portato lui fin lì. Ha un sogno nel cassetto: debuttare a Broadway. Nel frattempo, instaura un rapporto con ognuno...