ᴡʜᴀᴛ ᴇʟꜱᴇ ɪꜱ ᴛʜᴇʀᴇ?

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 19

La cena prosegue, nonostante i primi battibecchi

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La cena prosegue, nonostante i primi battibecchi. La circostanza mi rammenta il pranzo a casa di Will, quando abbiamo fatto incontrare i nostri genitori per poter parlare a cuore aperto della nostra relazione. Mio padre lo squadra ancora, trangugiando la coscetta di pollo con una mano. "Quanto tempo resterai, tesoro?" domanda mia madre, mettendo fine al silenzio angosciante. "Non lo so". Invece lo so, ma vorrei dirlo a Will per primo, una volta che saremo da soli.

Continuiamo a chiacchierare, restando in territorio neutrale. Quando mamma mi chiede di aiutarla con i piatti, consiglio a Will di amicarsi mio padre. Li vedo sedersi sul divano. Lui che prova a commentare la partita di football, e mio padre che sceglie il silenzio.

"Non preoccuparti. Lo accetterà prima o poi" dichiara mamma, porgendomi il piatto lavato. Lo passo più volte nel panno asciutto, sistemandolo nella credenza. "Non capisco il motivo per cui è arrabbiato. Per la differenza d'età o per il viaggio in Grecia?". "Per nessuno dei due, amore..." inizia a dire, serrando le labbra "...tuo padre è sempre stato molto protettivo nei tuoi confronti. Protegge la sua unica figlia".

"Sono grande abbastanza adesso. E sono più che mai certa di voler stare con Will. Deve accettarlo". "E allora diglielo. Parlagli a quattr'occhi" faccio di sì con la testa, mostrandomi determinata. Mi sporgo sulla penisola, osservandoli parlare. "Resti da noi stanotte?".

"Beh..." inizio a dire, ricordando il portfolio nella mia borsa "...non lo so. Dipende da Will". "E allora credo che ci rivedremo domani. Mi è sembrato piuttosto contento di rivederti. Suppongo voglia stare da solo con te". "Sì, abbiamo delle cose di cui parlare. Questioni lasciate in sospeso". La aiuto a pulire la cucina, per poi tornare in soggiorno. Mi schiarisco la gola, richiamando l'attenzione di Will. Lui incontra il mio sguardo, guardando l'ora dal suo orologio da polso.

"Penso sia ora di andare". Papà scatta in avanti, chiedendomi se ho davvero intenzione di andare da Will. "Sì, papà. Torno domani per il pranzo". Serra la mascella, turbato. Lo chiamo da parte, scoccandogli un bacio sulla guancia. "Domani sono tutta vostra, d'accordo? Io e Will dobbiamo risolvere una cosa". Papà annuisce, attirandomi a sé.

"Sono orgoglioso di te, bambina mia". Forzo un sorriso, salutandoli con un cenno della mano. Seguo Will alla macchina, e quando siamo entrambi seduti tiriamo un lungo sospiro di sollievo. "Ogni volta va sempre meglio con tuo padre" enuncia con ironia, facendomi sorridere. "Si sta pian piano abituando all'idea che la sua bambina non è più così bambina. Dagli tempo". Abbassiamo i finestrini, facendo entrare un po' d'aria fresca.

"È davvero bella quest'auto" commento, posando la mano sul cruscotto. "Ed è anche comoda" replica lui, facendo un ghigno furbo. Capisco dove vuole arrivare. "Ah sì? L'hai già provata?". Will fa spallucce. "Non ho potuto. La mia ragazza è stata fuori città tutto il tempo". Mi sporgo in avanti, cercando le sue labbra. Lui mi mette la mano sinistra dietro la nuca, sfiorandomi i capelli.

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora