ᴅᴀᴛᴇ

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 11 

Quando termino di fumare la mia sigaretta, il professore mi fa entrare per prima nel teatro

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Quando termino di fumare la mia sigaretta, il professore mi fa entrare per prima nel teatro. Abbiamo parlato per un po', ed ha aumentato la mia curiosità su chi sia la moglie. Prima di ricevere una risposta dalle ballerine, lo cerco sui social trovando il suo profilo Instagram. Non ha molte foto private. Sono per lo più locandine di film e video. È un vero cinefilo, proprio come me. Quando scorro la pagina, trovo delle foto con una ragazza bionda, bellissima. Assomiglia molto a me, e leggendo le didascalie scopro che si chiama Marilyn. Intanto che indago, mi arriva la notifica del messaggio. "Le ballerine sono disponibili domani" esclamo, alzando il cellulare. Tutti esultano, compreso il professore. Dopo qualche minuto andiamo via. Harry mi prende per il braccio. "A che ora passo a prenderti?".

"Non è meglio incontrarci direttamente alla pizzeria?" dopo vari tentennamenti, accetta il mio consiglio. Prendo la metro con Kevin mentre gli altri chiamano un taxi. "Vuoi dirmi cosa c'è tra te e il nostro protagonista?" mi domanda, intanto che guardo fuori al finestrino. "Assolutamente nulla". "Lui sembra completamente cotto. Ti ha persino guardato mentre recitava quella parte sull'amore". È vero, mi ha guardata. "Stasera esco con lui" ammetto, facendo spallucce. "Avete un appuntamento?" chiede, strabuzzando gli occhi. "Io non lo definirei un appuntamento. Mi ha invitato per una pizza, perché vuole parlare dei nostri ruoli nel musical".

"Le ultime parole famose" Kevin se la ride, e anche io. "Ma a te piace?". Non faccio altro che domandarmelo. Ho venticinque anni. Non ho bisogno di un'altra relazione fugace. Ho bisogno di passione, complicità, fiducia. "Non così tanto". Kevin mi consiglia di provarci comunque. Secondo lui, niente potrebbe andare storto. Se siamo affini, funzioneremo anche sul palco. Ha senso. Torno a casa, mi vesto in fretta e raggiungo la pizzeria sulla Melrose Avenue. Harry è già seduto al tavolo. Come un gentiluomo, viene verso di me allontanando la sedia per farmi sedere. "Sei bellissima" dichiara, notando il mio look casual. "Grazie, anche tu non sei male". Sogghigna, porgendomi il menu. Mi sento in imbarazzo. Non ho questi incontri da troppo tempo. Stavo iniziando a perdere fiducia nel sesso maschile. Iniziavo a pensare di volermi fare suora, o magari di dedicarmi esclusivamente al teatro, senza intoppi. Le nostre pizze arrivano nel giro di quindici minuti. "Bon apetit!" mi augura Harry, intonando un insolito accento francese. "Merci" rispondo, facendolo sorridere. Mentre mangio, muovo gli occhi a destra e sinistra, guardando oltre la sua spalla. Serro le palpebre quando vedo entrare il professore. "Ehi, Harry. Guarda" glielo indico, facendolo voltare con la bocca piena. "È il prof!" dichiara, masticando aggressivamente. Annuisco, allontanando la sedia. "Dove vai?". "A salutarlo, no?". Vado verso di lui, sistemandomi i capelli e la gonna. Lo chiamo, facendolo girare. "Adele? Che ci fai qui?" gli indico Harry, che prontamente saluta con un cenno della mano.

"Vedo che hai ceduto alle sue avances. Sono contento, sareste una bella coppia" dichiara, sorprendendomi con la sua sincerità. "Dice davvero?". Fa di sì con la testa, muovendosi verso di me. Quando lo saluto per tornare al tavolo, mi fa un occhiolino e subito sento mancarmi il pavimento sotto i piedi. "Va tutto bene?" mi domanda Harry. Annuisco, finendo di mangiare la mia pizza. Con lo sguardo lo cerco ancora tra i clienti che aspettano l'asporto. Dopo qualche minuto esce dalla porta con la sua pizza. Io e Harry lo salutiamo quando ci passa accanto. "Che ne pensi di lui?" Harry mi interroga, facendo un cenno con la testa. "Cioè?".

"Secondo te sa fare il suo lavoro?" non ci devo pensare su per potergli rispondere. "È grandioso. E poi sta mettendo in scena il mio musical preferito". Harry aggrotta la fronte. "Non dici così perché è un bell'uomo, vero?".

"Un bell'uomo?" mi schiarisco la gola, ripensando ai suoi occhi. "No, assolutamente. Non so nemmeno quanti anni ha". "Trentacinque" risponde, cogliendomi di sorpresa. "Comunque non sarà mai più bello di me". Gli do un buffetto sul braccio, soffocando una risata. Cambio argomento prima che possa chiedermi altro. Sì, il professor Dockerty è un bell'uomo, davvero affascinante. È impossibile non notarlo. E c'è anche un'altra cosa che è impossibile non notare. Lui ha quel qualcosa in più che non ho mai trovato in nessun altro negli ultimi dieci anni. Per mia sfortuna, è felicemente sposato con una mia sosia che è persino troppo bella. Sono belli entrambi e sono la coppia perfetta.

Quando usciamo dalla pizzeria, Harry mi chiede di non prendere la metro. Proseguiamo verso la Melrose Avenue, godendoci la leggera brezza autunnale. Le auto e i taxi sfrecciano per le strade, lasciando scie di luce. Harry mi prende la mano all'improvviso. Con l'altra mi afferra il mento avvicinando il suo viso al mio. Mi bacia senza chiedermi il permesso, ma glielo lascio fare. "Non sai da quanto tempo volevo farlo" confessa, inumidendosi le labbra. "Ma tu sei tu, Harry. Hai una fila di ragazze che ti corteggiano".

"Loro non sono te. Noi siamo Christian e Satine, giusto? Eravamo destinati ad incontrarci". Gli sorrido, dandogli un'occasione. "Possiamo provarci. Vedremo domani, se in scena faremo scintille". "Oh, certo che le faremo". 

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora