ʟᴇꜱꜱᴏɴ

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 25.

Con mia sorpresa, è Katie la prima che avanza lungo il corridoio

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Con mia sorpresa, è Katie la prima che avanza lungo il corridoio. Si butta tra le mie braccia, affermando che le sono mancato. "Mi è mancato tutto questo. Recitare, cantare". Continuano a darmi del tu, e la cosa non mi dispiace affatto. "Anche voi mi siete mancati. Ho voluto darvi del tempo libero da poter passare con le vostre famiglie, ma se fosse stato per me ci saremmo visti tutti i giorni". Lei sorride, andando a sedersi.

"Sei un uomo meraviglioso. Non potremmo desiderare insegnante migliore" arrossisco, imbarazzato. A tratti mi mostro commosso, ma non voglio sembrare una persona vulnerabile. Harry supera la porta insieme a Edward e Kevin. "I miei ragazzi preferiti!" esclamo, accogliendoli tra le mie braccia. "Questo saluto non è abbastanza mascolino..." commenta Harry, rovinando l'atmosfera "...preferirei una pacca sulla spalla o una stretta di mano". Gli concedo quello che chiede, lasciandoli liberi. Adele è l'ultima ad arrivare, quando di solito è la prima. Quando la vedo davanti a me, ancora non credo di non poterle più parlare, o di non poterla toccare. Mi prudono le mani al solo pensiero. Mi salutano tutti calorosamente, tranne lei.

Quindi i presenti non esitano a commentare la sua reazione distaccata. Per non destare sospetti, viene verso di me abbracciandomi a sua volta. Cerco di sembrarle indifferente, ma qualcosa si smuove nelle mie viscere, il cuore scalpita nel petto. Si divincola dalla mia presa, tornando a sedersi.

"Bene..." mi schiarisco la gola per poi strofinare le mani sudate sui jeans "...eccoci. Siamo ritornati a teatro. Non ho un programma preciso per oggi. Vorrei sentirvi parlare. Raccontatemi che cosa avete fatto durante le vacanze?". Scorgo i loro sguardi rasserenati. Adele si mette a braccia conserte. È un'attrice, ma non riesce a celare completamente il suo tedio nei miei confronti.

"Sei tu che devi raccontarci qualcosa..." inizia a dire Harry, rendendomi quasi nervoso. Adele reagisce allo stesso modo "...non hai per caso detto di essere stato fuori città? Cos'hai fatto?". Soffoco una risata, per poi tirare un grosso respiro di sollievo. "Ad Aspen. È stata una cosa dell'ultimo minuto, non era in programma".

"Ci sei andato con tua moglie?" domanda Emily. Mi limito ad annuire, tornando con gli occhi su Adele. "Ma la mia vita privata non è così entusiasmante. Voglio sentire voi. Cos'avete fatto? Vi siete esercitati? A quale musical aspirate adesso?". I miei alunni si scambiano uno sguardo curioso, perplesso. "Vuoi mettere in una scena un altro spettacolo?".

"Perché no?!" commento, ricordando il mio intento di voler trasporre Grease. "Così presto?" domanda Edward, titubante. "Cosa ci sarebbe di male? Siete stati fantastici in Moulin Rouge. Vorrei presentare un altro spettacolo per l'arrivo della primavera. Che ne dite?". Loro fanno spallucce. "Ed hai già qualche idea?".

"Forse..." inizio a dire, mettendomi in piedi. Prendo il mio taccuino e mi avvicino a loro. "...che ne pensate di Grease?". I loro sguardi mutano. Non sono più scettici o terrorizzati. Ora sembrano entusiasti, determinati. Adele tiene lo sguardo basso. Odia persino la mia vista, ed io odio me stesso. "Adele?" la richiamo, incontrando i suoi occhi. "Tu che ne pensi?". Fa spallucce, accavallando le gambe. "Penso che è un bel musical. Canzoni adatte, adoro l'atmosfera anni cinquanta...".

"Però?" la interrogo, percependo un lieve accenno di scetticismo nella sua voce. "Nessun però. Sono completamente a favore". La sua voce si affievolisce. La vedo ingoiare la saliva, per poi allontanare la sedia. Si scusa per poter andare via. "Che ha?" domanda Harry, preoccupato. Io resto senza parole mentre fisso il posto in cui era fino a qualche secondo fa. "Tuo fratello le sta dando problemi?" Harry richiama Katie che immediatamente risponde a tono.

"Mio fratello è un gentiluomo. Fino a ieri sera andava tutto bene. Adesso non saprei". Mi scuso con loro per poterla raggiungere. La trovo sul retro, stretta nel suo cappotto con una sigaretta tra le dita. Non si accorge di me finché non la richiamo.

"Che è successo?". Soffoca una risata isterica, chiedendo: "Secondo te? Non riesco a stare qui, dopo..." scrolla le spalle, facendo lunghi tiri alla sigaretta. "...Ti comporti come se non fosse successo niente".

"Anche tu..." rispondo, osservandola "...mi dispiace. Non avrei mai dovuto illuderti la sera della prima. Però, ti prego. Non rinunciare al tuo sogno di diventare un'attrice per colpa mia. Lascerei persino la cattedra ad un altro per non farti abbandonare le lezioni di teatro".

"Nessun'altro riuscirebbe ad insegnare come te, Will". Sentirla chiamarmi per nome mi rende nervoso e allo stesso tempo emozionato. "Che ne pensi di Grease, veramente?". "Penso che dovresti dare il ruolo della protagonista a qualcun altro. Non posso sembrare la tua preferita agli occhi degli altri". Annuisco, dandole ragione. "Pensavo di dare la parte a Katie, infatti. Che ne dici?".

Si volta verso di me, gettando la sigaretta nel posacenere. "Grazie". Prima che possa rientrare, mi trattengo dal metterle le mani addosso. Raccolgo tutta la forza di volontà, domandandole: "Vuoi che abbandoni la cattedra?". Lei mi guarda, mostrandomi i suoi occhi lucidi e luminosi. "No, non vorrei mai che abbandonassi il tuo sogno per me. Riusciremo ad andare d'accordo come prima di andare a letto insieme. Sei sempre il mio insegnante preferito". "E tu rimani la mia alunna preferita" rispondo, sentendomi mancare il respiro. Entrambi ci soffermiamo a guardare le labbra dell'altro. Le parole mi muoiono in gola mentre la vedo rientrare nel teatro.

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora