ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 18
I giorni che precedono il mio ritorno in California sembrano passare piuttosto in fretta, e quando mi metto seduta accanto all'oblo con gli occhi fissi sulle nuvole ho modo di pensare lucidamente. Cinque lunghe ore per riflettere, per ponderare sulle cose lasciate in sospeso. Nell'ultima settimana, Will mi ha concesso lo spazio che gli ho chiesto e così ci siamo sentiti sporadicamente tramite messaggi.
Nessuna videochiamata, nessun messaggio sexy. Ha tenuto le distanze e lo amo anche per questo. Sa del mio ritorno, e in qualche modo spero che si faccia trovare all'aeroporto. Spengo il cellulare, drizzando la schiena. Questa volta non c'è nessun anziano gentile a farmi compagnia.
Porto un libro in grembo, iniziando a sfogliarlo. Ho cambiato totalmente genere, puntando ad un romanzo poliziesco. Leggo con attenzione ogni singola parola, passando alla pagina successiva. Questo si sussegue per diversi minuti. Ad un tratto percepisco un pizzicore dietro gli occhi, sbatto le palpebre e richiudo il libro, infilando nella borsa. Mancano ancora due ore. Non ho nessun programma in mente. Le riprese sono finite ed io sono libera fino a metà luglio. Questo Will ancora non lo sa. Voglio che sia una sorpresa, insieme al mio regalo per lui. Spero che tutti i pensieri negativi fatti ultimamente, si annullino non appena torneremo a sfiorarci. Mantengo la testa china verso sinistra, gli occhi rivolti verso destra.
All'improvviso mi sento osservata, e volgendo lo sguardo noto un ragazzo che mi sta scrutando con la coda dell'occhio. Mi sento a disagio finché non dice: "Scusa, ma tu sei Adele Summers?". Annuisco, allungando la mano per poter incontrare la sua. "Michael. Eri in un'intervista in tv il mese scorso. Stai girando un film".
"Esatto" forzo un sorriso, imbarazzata. È il primo fan che trovo sulla mia strada. "Posso dirti che sei meravigliosa? Hai un bellissimo portamento, e degli occhi stupendi". Lo ringrazio ancora, infine cambio argomento. "Sei di Los Angeles?".
"Sì, torno a casa per le vacanze estive". "Anche io" rispondo, alzando le spalle. "Posso porti un sondaggio?". Accetto di ascoltare le sue domande. Ho trovato un modo piacevole per far passare più velocemente queste due ore. "Da californiano devo chiederti se preferisci Los Angeles o New York. Puoi anche elencare i pro e i contro". La hostess mi sfiora di sbieco per poter raggiungere la cabina del comandante.
"Beh, ci sono diverse cose che potrei elencarti". Michael si mette comodo, sorridendomi. "Hai tutto il tempo. Puoi parlare senza remore. Non sono un giornalista". "New York è un vero spettacolo, che mi ha incantata dal primo giorno in cui ci ho messo piede..." lui fa di sì con il capo, restando concentrato sulle mie parole "...e lì ho una carriera da attrice. Broadway mi ha iniziata a questo strano, nuovo mondo a cui so per certo di voler far parte per tutta la vita".
Michael serra le sopracciglia. "Sento arrivare un ma". Mi schiarisco la gola, continuando: "Ma a Los Angeles ci sono nata e cresciuta. Ho la mia famiglia, gli amici, ho..." prendo tempo, sentendomi improvvisamente triste. Michael sembra aspettare. "Ho il mio ragazzo". "Ah, adesso hai un ragazzo? Nell'ultima intervista hai detto di essere single".
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𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧
General FictionUn insegnante di teatro, dedica tutto sé stesso al palcoscenico, tentando di far affiorare nei suoi studenti la stessa passione che ha portato lui fin lì. Ha un sogno nel cassetto: debuttare a Broadway. Nel frattempo, instaura un rapporto con ognuno...