ᴀᴡᴀʀᴇɴᴇꜱꜱ

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 5

Appena imbocco la strada di casa, sento una tale sicurezza addosso che potrei sconfiggere un drago o, nel mio caso, affrontare mia moglie. Sentire i miei alunni cantare, vederli appassionati e determinati mi ha reso entusiasta del mio progetto. Il mio sogno si realizzerà, e spero anche il loro. Vorrei poter contribuire alla riuscita del loro futuro. Per domani ho programmato i casting per mettere in scena Moulin Rouge. Non sto affrettando le cose. È il modo giusto per imparare a recitare e a stare sul palcoscenico. Nel peggiore dei casi, riceveremmo dei pomodori in faccia, ma non è un problema. Gli errori ti insegnano a migliorare. Supero la porta di casa con un sorriso che mi riempie la faccia. Marilyn è in soggiorno, quindi se ne accorge quasi immediatamente, commentando il mio umore. "Non immagini. Oggi è stata una meravigliosa giornata". Mi invita a sedermi accanto a lei sul divano. Mi sfilo la giacca e la raggiungo. "Raccontami, com'è andata?". "Beh, volevo scoprire i loro talenti nascosti, per poterli aiutare ad affrontare le proprie paure. E li ho scoperti. Sono così talentuosi. Hanno delle voci meravigliose. Sprizzano arte e magia da tutti i pori". Marilyn sgrana gli occhi, poggiando una mano sulla mia gamba. "Sei il loro insegnante, no? Questa è già una risposta". "Quindi credi in me?". Lei annuisce. "Certo che credo in te, amore" mi scocca un bacio all'angolo della bocca per poi alzarsi. 

"Tra poco si cena. Va' a cambiarti". Intanto che salgo le scale, mi meraviglio che mia moglie mi abbia aspettato per mangiare insieme. E soprattutto mi meraviglio delle sue parole confortanti. La sera, riesco a prendere sonno più facilmente, rasserenato dalla mia vita coniugale e dal mio lavoro. Ciò nonostante, mi sveglio in piena notte per poi mettermi in piedi. Prendo il computer e socchiudo la porta, guardando Marilyn per l'ultima volta prima di lasciarla dormire. Mi stendo sul divano con le cuffie nelle orecchie, e come prima cosa sento la necessità di cercare i miei alunni su Facebook. Non lo so, lo faccio sempre. È per scoprire qualcosa in più su di loro. Anche se, sono stato il primo a dire espressamente di lasciare la propria vita fuori dalla porta, perché nel teatro possiamo essere noi stessi. Il resto è solo un periodo di prova per garantirci un futuro radioso. Harry mi è sembrato il più determinato, il più frizzante. Domani farò i casting, ma ho già lui in mente come Christian. Lo scrittore squattrinato di Moulin Rouge. Non vedo l'ora di vederlo in azione, tutti loro. Quando mi ritrovo sul profilo di Adele, mi sento improvvisamente in imbarazzo. Ha solo dieci anni in meno di me, ma ha già tutte le carte in regola per riuscire ad arrivare lontano. In alcune foto, noto come i suoi occhi di ghiaccio spiccano su tutto il resto. È la prima cosa che ho notato in lei. E somiglia a mia moglie. Stessi capelli biondi, stesse movenze.  

Chiudo il pc, sentendomi frastornato. Mi ritrovo a sorridere, rammentandola cantare Like A Prayer. Prima che sorga il sole, torno a letto scostando silenziosamente le lenzuola. Marilyn si muove di qualche millimetro, girandosi di schiena. Poso lo sguardo sul mio computer che risiede sulla scrivania, per poi cercare di dormire. Mi aspetta una lunga settimana. Al mattino, che arriva troppo presto, Marilyn mi sfiora quasi all'improvviso. Si china su di me, baciandomi il bicipite. Strabuzzo gli occhi e le auguro il buongiorno. "Buongiorno a te" si muove carponi sul materasso, sporgendosi per potermi baciare sulle labbra. Ricambio, inarcando la schiena. "Sei di buon umore stamattina?". Non posso far altro che domandarglielo, dato il modo in cui mi ha svegliato. "Sì, ma non è questo il punto..." si mette a cavalcioni su di me, sfilandosi la canottiera "...ho capito che ho un marito meraviglioso, e andresti sprecato se non ti usassi un po' per i miei scopi". Soffoco una risata, cingendola per i fianchi. "E lo hai capito adesso che sono meraviglioso?". "No, l'ho sempre saputo" risponde, chinandosi per potermi prendere il viso tra le mani. Mi aiuta a sfilare la maglietta ed io la libero dei pantaloni e delle mutandine. "Non farai tardi a lavoro, così?" scuote la testa, continuando a baciarmi. Facciamo l'amore dopo due anni di astinenza. Mi sentivo esplodere negli ultimi tempi, ma stamattina sono più felice che mai, pronto ad affrontare questa nuova giornata. 

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora