ꜱᴛᴀʀᴛ ᴀɢᴀɪɴ

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ˢᵉᶜᵒⁿᵈᵃ ᵖᵃʳᵗᵉ

Marzo, 2016

ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 1 

ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 1 

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In molti l'avrebbero chiamata crisi di mezza età, ma questo è solo uno sfizio che mi sarei dovuto togliere da tempo. E poi ho solo trentasei anni, o quasi. La settimana prossima è il mio compleanno, e non posso dire che la mia vita sia stata sempre perfetta.

Le lezioni di teatro proseguono, e alla fine del mese metteremo in scena Grease. I miei alunni migliorano di giorno in giorno. Li vedo molto affiatati mentre recitano e cantano, come se lo avessero sempre fatto. A casa invece, la situazione è leggermente cambiata. Io e Marilyn ci scontriamo poche volte al giorno. La mattina si sveglia prima di me, fa colazione e va in ufficio. L'episodio del compleanno di Katie ha fatto riaffiorare i dubbi, le paure. Insomma, tutto ciò che non ha mai funzionato nel nostro matrimonio. Abbiamo tentato di correggere gli errori commessi negli ultimi dieci anni, però abbiamo anche compreso di esserci sposati troppo presto. Nessuno dei due si è concesso il tempo necessario per vivere il proprio sogno, per realizzare i propri desideri. Adesso io posso farlo, e il matrimonio mi impedisce di continuare quel cammino. Dopo pranzo mi dirigo in teatro con la mia nuova moto. Sì, è questo lo sfizio che mi sono voluto togliere.

Era da una vita che desideravo comprarla, e Marilyn è sempre stata contraria perché lo definisce un modo pericoloso di viaggiare. Salgo a bordo della mia Yamaha YZF R6, infilandomi il casco. La parcheggio sul retro del teatro, portando il casco con me. Lo lascio dietro le quinte, appostandomi sul palco. La scenografia è pronta, la musica pure. Forse non sarà spettacolare come Moulin Rouge, ma ha potenziale.

Sono contento di aver scelto Katie per il ruolo di Sandy. La parrucca bionda le sta piuttosto bene, e Edward è nato per interpretare Danny. C'è una ragazza nuova per il ruolo di Rizzo. Si chiama Aubrey e va a lezione di canto con Harry. Adele aveva ragione. La sua voce è molto simile a quella di Whitney Houston. L'ho sentita cantare parecchie volte sulle note di There are worse things I could do, e l'ho trovata magnifica.

Non vedo Adele dal compleanno di Katie, e non l'ho nemmeno cercata. Dopo averla ascoltata cantare quella canzone, ho capito che non avrei più dovuto illuderla. Mi odierei se la facessi soffrire, e Jeremy sembra un bravo ragazzo. Doveva andare così. Edward e Katie mi raggiungono per primi, provando la prima scena in spiaggia. Aubrey, Emily e Ronnie provano le parrucche per la scena di Look at me, I'm Sandra Dee.

Questa volta non ho avuto modo di correggerli, o di rimproverarli. Sono dei veri attori adesso, ed ho la sensazione che li perderò presto. Qualcuno li noterà, e concederà loro un contratto, o un ruolo per uno spettacolo a Broadway. Sarei di certo orgoglioso per loro, ma mi mancherebbero. Non troverò mai più degli alunni determinati e talentuosi come Harry, Edward, Katie e tutti gli altri.

[...]

Mancano poche ore al mio compleanno e non so come festeggiarlo. Non è un'età importante, ma voglio celebrarlo nel migliore dei modi. Nonostante la situazione attuale, Marilyn mi scocca un fugace bacio sulla guancia per augurarmi buon compleanno. La ringrazio, vedendola dissolversi dietro la porta. Negli ultimi tempi, è come se stessi convivendo con mia sorella. Non siamo più riusciti ad andare a Budapest, però ho sentito ugualmente mio padre per confermargli che andrò presto a trovarlo. La chat del gruppo del teatro si riempie di messaggi di auguri. Adele ci è rimasta lo stesso, nonostante non sia più una mia alunna. Mi augura buon compleanno insieme a tutti gli altri, ed io li ringrazio con un unico messaggio. "Allora, cosa farà? Come festeggerà questo giorno?" domanda Harry, con l'approvazione di Kevin e Edward.

"Non lo so ancora. Consigli?". "Deve fare bisboccia. È giovane, anche se non è più così giovane..." Harry mi parla come se fossi un suo coetaneo. La cosa dovrebbe darmi fastidio, in effetti la trovo gratificante. "...conosco il posto adatto ad uno come lei. Niente karaoke!". Dal modo in cui lo sottolinea, inizio a dubitare che sappia qualcosa o che abbia avuto dei presentimenti. Adele non è più online. Vorrei rivederla, parlarle.

"Ne parliamo meglio alla lezione di oggi" gli dico, augurando loro buona giornata. Li rivedo alle cinque in punto, dove non mancano nel farmi nuovamente gli auguri. Mi abbracciano in gruppo, dichiarando che sono il loro insegnante preferito. "Vi ringrazio. Non fatemi commuovere, su. Mettiamoci a lavoro!".

"No!" esclama Harry "Dobbiamo parlare del suo compleanno". Concedo una mezzora nel frattempo che beviamo il solito frappuccino da Starbucks. Quando penso di avere gli strumenti e il tempo necessari a festeggiare, decido di rimandarlo a sabato sera. Riprendiamo con le prove e durante la pausa mi fumo una sigaretta. Non ho preso il vizio, semplicemente ho bisogno di staccare la spina per qualche secondo. Prendo il cellulare, scorrendo le notifiche di Facebook.

Andando su whatsapp, apro la chat di Adele dove risulta che non le scrivo dal nove gennaio. Mi schiarisco la gola, prima di digitare le parole che mi fremono nelle dita.

"Ciao, sono William. Non so se hai ancora il mio numero. Forse è sconveniente una richiesta simile dopo quello che è capitato tra noi, e dopo il compleanno di Katie, però ci tenevo ad invitarti al mio compleanno. Ci sarà tutta la classe e, sebbene tu non ne faccia più parte, sei sempre la nostra sola e insostituibile Satine". Lo rileggo prima di continuare. "Ti prego, mi renderesti davvero felice. Spero di vederti. Lo festeggio sabato sera".

Attendo che la parola online sostituisca la snervante frase ultimo accesso. La sigaretta si riduce al solo filtro tra le mie dita tremolanti. Getto il mozzicone nella spazzatura, dopo rientro infilando il cellulare nella giacca. Aspetto la fine delle lezioni prima di poter leggere una sua risposta.

"Immagino che tu ti sia domandato a lungo se farlo o meno, ed io dovrei semplicemente rifiutare il tuo invito e continuare a vivere la mia vita lontana da te. Però la verità è che speravo mi invitassi, nonostante le divergenze. Quindi sì, ci sarò". La mia faccia muta all'improvviso, trasformando una smorfia in un ghigno sornione e compiaciuto.

A questo punto, non vedo l'ora che arrivi sabato. Ne parlo anche con Marilyn che mi conferma che preferisce non esserci se ci saranno le mie alunne. Non interferisco ulteriormente, e la lascio a leggere uno dei suoi romanzi nello studio. 

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora