ꜱᴏᴍᴇᴛʜɪɴɢ ɴᴇᴡ

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 8

In qualche modo, quando mi sono svegliata il mattino seguente ho sperato che mio padre avesse dimenticato l'invito fatto a William

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In qualche modo, quando mi sono svegliata il mattino seguente ho sperato che mio padre avesse dimenticato l'invito fatto a William. Per mia sfortuna lui era sempre stato un uomo dalla memoria di ferro. La nostra serata è andata molto bene, anche troppo bene considerata la situazione. Adesso è un uomo libero, divorziato. E allora perché sento ancora quel nodo alla bocca dello stomaco?

Mi ha chiesto di resettare gli ultimi mesi per ripartire da zero. Proverò a farlo, perché lo amo e perché non riesco ad immaginarmi senza di lui. Mi preparo in tutta fretta, poi sistemo la mia stanza e scendo in cucina a dare una mano a mamma. "Mi potresti aiutare con il dolce?".

"Certo" dico, prendendo uova, zucchero e farina dalla credenza. "Sai a che ora verrà di preciso?" faccio spallucce. Mi sono dimenticata di chiederglielo ieri sera. Dopo la pizza, abbiamo camminato fino al portone di casa mia. Infine ci siamo baciati per dieci interminabili minuti in cui nessuno dei due sembrava volersi staccare. L'ho fatto io, soprattutto perché mi si erano addormentate le labbra. Mi avvicino al telefono, domandandogli l'ora del suo arrivo. Poco dopo odo un click.

"Quando vuoi, piccola. Potrei venire anche adesso". Non sono nemmeno le undici e in quanto a preparativi siamo ancora all'inizio. "Vieni per le dodici e mezza. Ti aspetto. Ah, e non fare strani accenni su di me". Lui inserisce l'emoticon divertito.

"Non preoccuparti. Non dirò a tuo padre che sua figlia a letto è insuperabile" divento paonazza, infilando il cellulare nella tasca del grembiule. Torno a preparare il dolce, tentando di restare concentrata quanto più a lungo possibile. Inforno e imposto la sveglia a venti minuti. Continuo ad aiutare mamma con la preparazione del primo. "Non so quanto mangia il mio insegnante, ma credo che qui avanzerà un bel po' di roba" dichiaro, osservando i piatti disposti minuziosamente sulla penisola.

"Non lo sai. Potrebbe essere un buongustaio o potrebbe essere allergico a qualcosa. Oh Dio, magari dovresti chiedergli anche questo". "Credo che sia un po' troppo tardi per quello. È già tutto pronto". Mamma fa una smorfia, strofinandosi le mani sul grembiule. Mio padre è ancora al garage e quando suonano alla porta mi precipito ad aprire, trovando Will sullo zerbino.

"Ciao" gli dico, osservando il mazzo di fiori che ha in mano. "Ciao" mi risponde, mostrandosi imbarazzato. Si guarda intorno, e quando scopre che siamo soli, mi stampa un fugace bacio sulle labbra. Poi entra di soppiatto dentro casa mentre mamma ci raggiunge dalla cucina. "Oh, che meraviglia. È già qui. Si accomodi". Will le porge il mazzo di fiori, facendola sorridere. "Non doveva. È quasi di famiglia ormai". Ingoio la saliva, pronosticando il giorno in cui dovrò dire loro della nostra relazione. O qualsiasi cosa ci sia tra noi. Che cosa siamo se lui ha appena divorziato?

"Vuole vedere la casa? La avviso, è un enorme mausoleo. Potrebbe volerci del tempo". Will soffoca una risata, sfilandosi la giacca di pelle. "Mamma, è già stato qui. La sera di Natale, alla festa".

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora