ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 11
Sulle Hollywood Hills si poteva di certo vivere nella completa spensieratezza e nell'agio, se eri in grado di permetterti una villa a Beachwood Canyon, o sulla Sunset Boulevard. Io mi sono sempre adeguato allo stile di vita equilibrato, che si trova in bilico tra l'essere facoltoso e l'essere povero in canna. Forse non sarebbe mai andato tutto rose e fiori a teatro, e avrei dovuto cercare un lavoro ben pagato. Sarei stato obbligato a sedere dietro ad una scrivania per dieci ore al giorno, contribuendo a sollecitare un compenso di trentaseimila dollari l'anno, per non contare gli straordinari e le ferie pagate. Sì, sembra un sogno ad occhi aperti ma non è la vita a cui ho sempre sognato di partecipare come spettatore assiduo. Non ho speso poi così tanto per il viaggio in Grecia, e nemmeno mi sono lasciato prendere dal panico quando ho visto quei pochi soldi dissolversi sul mio conto in banca. Mi sono detto che avevo bisogno di staccare la spina, e di rendere Adele il più felice possibile. Mi ha regalato una moto, cosa che Marilyn non ha mai fatto. Ha speso cinquemila dollari per me.
Magari per una giovane donna nella sua posizione finanziaria, quelli erano pochi spiccioli ma per me ha significato parecchio. Manca poco all'atterraggio e inizio già a vedere il Mar Egeo sotto di noi. Adele mi afferra la mano da sopra il bracciolo. Quando scendiamo, lei si porta il cappello in testa e gli occhiali da sole sul naso. È entrata in modalità turista, e nel suo look total white è un incanto. Mi richiama, porgendomi la mano. Ci muoviamo verso il nostro hotel, sistemandoci nella stanza che dà sulla piscina. "Incredibile" sbotta Adele, avvicinandosi alla finestra.
"Ti ho già detto grazie?" annuisco, soffocando una risata. Veniamo accolti con una bottiglia di vino bianco in omaggio, posta sul tavolo e avvolta da un tovagliolo come se fosse champagne. "Potrei abituarmi a questa vita" spiega mentre verso il vino nei calici. Glielo porgo, per poi brindare insieme a lei.
"Che cosa festeggiamo?". "Noi" rispondo, posando la mano sulla sua coscia nuda "Quello che si è creato tra di noi in così poco tempo. E soprattutto brindo a questa vacanza. Che possa essere la più bella di tutta la nostra vita". Adele fa di sì con la testa, avvicinando il suo bicchiere al mio. "Cin!" esulta, portandoselo tra le labbra socchiuse. Lo sorseggia piano, come una donna di gran classe seduta da sola al ristorante. Si sfila cappello e occhiali da sole, posa il bicchiere vuoto sul tavolo e si alza dalla sedia, chinandosi in avanti. Posa le mani sulle mie ginocchia, sporgendosi sulle mie labbra. Alloggiamo all'Alimounda Mare Hotel, il posto perfetto che si rivelerà il nostro nido d'amore. Ricambio il suo bacio intenso e mordace mentre lei allunga le dita verso i lembi della mia camicia. Me la sfila dalle spalle, mettendosi cavalcioni su di me. Inizia a baciarmi sulle scapole nude intanto che affondo la testa nell'incavo del suo collo, assaporando il profumo del suo bagnoschiuma mischiato allo shampoo.
Si aggrappa a me come un koala, continuando a baciarmi. La prendo in braccio, portandola in bagno. La spingo nella doccia, sollevandole il vestito per sfilarglielo dalla testa. Preme le unghie nella carne della mia schiena, e sento i miei organi interni aggrovigliarsi come se fossi preda del primo amore passionale e avido di baci suggellati nell'incontro dei nostri corpi smaniosi. "Ti amo" dichiara lei con voce soffocata, esplodendo per me in un tripudio di travolgente estasi orgastica. Le afferro il viso con la mano destra, avvicinando le sue labbra alle mie.
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𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧
General FictionUn insegnante di teatro, dedica tutto sé stesso al palcoscenico, tentando di far affiorare nei suoi studenti la stessa passione che ha portato lui fin lì. Ha un sogno nel cassetto: debuttare a Broadway. Nel frattempo, instaura un rapporto con ognuno...