ᴛʜᴇ ꜱʜᴏᴡ ᴍᴜꜱᴛ ɢᴏ ᴏɴ

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 14

Trascorrono i giorni, e improvvisamente ci ritroviamo alla seconda settimana di dicembre

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Trascorrono i giorni, e improvvisamente ci ritroviamo alla seconda settimana di dicembre. Le prove stanno andando piuttosto bene, considerando che si tratta di attori emergenti, senza nessuna esperienza alle spalle. Harry e Adele hanno una certa chimica sul palco e lui mi ha fatto capire il motivo. Stanno insieme, e sembrano anche molto felici. Ad ogni cosa positiva, se ne aggiunge una negativa. Gli eventi sono sempre correlati, quindi mi ritrovo ogni sera a tornare in una casa in cui non sono del tutto compreso. Le cose si sono parecchio raffreddate tra me e Marilyn dopo la notte trascorsa da sua madre. Invitarla allo spettacolo si è rivelato un buco nell'acqua. Non ci sarà e non potrà vedere il mio sogno realizzato, non potrà supportarmi come dovrebbe fare una moglie.

L'istinto mi dice di proseguire da solo il mio viaggio, scoprire me stesso, come ero solito fare prima di conoscerla. La verità è che la amo ancora e ci tengo al nostro matrimonio, ma non si può rimarginare una ferita ancora aperta, che continua a sanguinare, incessantemente. Stasera, la vedo ritirarsi nel suo studio subito dopo cena. Io ho creato un gruppo whatsapp con i ragazzi del corso, sotto insistenza di Edward e Katie. Non sono uno molto attivo sui social, ma mi sto davvero affezionando a loro, tanto da volerli sentire tutti i giorni. Ci confrontiamo, mi chiedono consigli e pareri sullo spettacolo, anche su tutto il resto.

La settimana scorsa, mi sono ritrovato a dare un consiglio sentimentale ad Emily, in crisi con il fidanzato del liceo. Il giorno dopo, Katie mi ha chiesto una mano ad aumentare la sua estensione vocale con degli esercizi. Ogni tanto mi raggiungono a teatro all'ora di pranzo per poter mangiare insieme. Mi portano il caffè, mi aiutano ad allestire la scenografia. L'unica che sembra tenersi a debita distanza è Adele. Forse ha notato il modo inappropriato in cui la guardo. No, non l'ha notato. Sono un attore, so recitare bene la parte. Mentre penso a lei, il cellulare si riempie di messaggi. Uno dopo l'altro, i ragazzi mi immergono di parole e storie.

Edward: Prof, se è in giro le offro qualcosa da bere.

Kevin: Sì, anche io sono in giro. Vediamoci.

Katie: Io sono a casa. Ho appena finito di cenare ma ci sarei per un drink.

Ci penso su. Che male ci sarebbe se mi vedessi con loro? Sono tutti maggiorenni, perciò possono bere senza problemi. Mi ritrovo a raggiungere lo studio di Marilyn, bussando alla porta. "Mi devo incontrare con dei colleghi". "Va bene, chiamami se hai bisogno di qualcosa o...". annuisco, vedendola assorta in uno dei suoi romanzi. Non ha nemmeno alzato gli occhi per guardarmi. "Non torno tardi". Le chiudo la porta, afferrando il giubbotto dall'attaccapanni.

Ci sono, ragazzi. Ci vediamo sulla Madison?

Edward: Perfetto. La raggiungo in qualche minuto.

Lui è il primo a raggiungermi, intanto che gli altri sembrano dispersi. Edward mi saluta con una pacca sulla spalla. Ormai siamo come amici di lunga data. Ci vediamo ogni giorno e il nostro legame è diventato indissolubile, come se li conoscessi da sempre. Abbiamo una passione in comune, e non è cosa da poco trovare qualcuno disposto ad ascoltarti. "Hai sentito gli altri?". "Kevin sta per arrivare. Harry era a cena con...".

"Adele" termino di dire, infilando le mani nelle tasche del giubbotto. "No, si sono lasciati". Sgrano gli occhi, sorpreso. "Dici davvero?". Edward annuisce. "Da più di una settimana. Strano che non se ne sia accorto". "In scena sembrano funzionare ancora".

"Hanno chiuso rimanendo in buoni rapporti. O almeno è quello che mi ha detto Adele". In quel preciso momento, la vediamo infondo al vialetto intenta a venire verso di noi. Ha gli stivali alti, una minigonna scozzese e la coda di cavallo. Le guance leggermente arrossate e gli occhi azzurri più luminosi che mai. "Scusate, ho appena finito di cenare".

"Non preoccuparti. Ci siamo solo io e Edward". Rispondo, evitando di guardarla troppo a lungo. È la prima volta che la incontro fuori dal contesto lavorativo. Cerco un modo per rompere il silenzio imbarazzante. "Vi va una sigaretta, nell'attesa?".

"Oh magari..." inizia a dire Edward. "Sì, volentieri" dichiara Adele sfilandomene una dal pacchetto. Edward fa lo stesso. Gliele accendo con le mani tremolanti. "Troviamo subito un posto caldo dove accamparci". Edward inizia a camminare, lasciandoci dietro. Mi schiarisco la gola, imbarazzato. Diamine, sono un uomo di trentacinque anni in difficoltà. Ultimamente non riesco a comprendere il mio comportamento inopportuno. Rammento che sono sposato e rinsavisco. Emily e Ronnie scendono dalla metro, venendoci incontro. Si scusano anche loro per il ritardo, entrando con noi in un pub. Appena ci sediamo al tavolo, parliamo dello spettacolo imminente.

"Meno di dieci giorni..." Harry sospira, stringendosi nelle spalle "...qualche consiglio dell'ultimo minuto, prof?". Tutti gli sguardi si riversano su di me. "Ragazzi, non fatevi prendere dal panico. Siete stati grandi finora. Non cambierà nulla. Solo, avrete un pubblico".

"È quello che ci preoccupa..." risponde Adele. "...e se dovessi dimenticare le mie battute, e se dovessi dimenticare le canzoni? E se non riuscissi a fingere di morire?". Scuoto la testa. "Non credo accadrà. Sei stata perfetta nelle prove..." per non dare nell'occhio, continuo: "...tu ed Harry siete magnifici. Siete tutti magnifici. Abbiamo un'altra settimana di prove, dopodiché sarà il destino a giocare le sue carte". Prendiamo una birra e brindiamo allo spettacolo. "The show must go on, giusto?" i ragazzi mi sorridono, brindando con me.

"La sera della prima, vi voglio invitare a casa mia..." dichiara Adele, sorseggiando la birra "...sì, i miei non ci sono. Voglio dare una festa. Lei può invitare sua moglie". So bene che non potrà venire, però mi ritrovo ugualmente ad annuire. "Grazie per l'invito. Sì, ci servirà una festa per celebrare l'enorme successo che avremo". Continuiamo a parlare fino a mezzanotte. Il giorno dopo è sabato perciò niente corso di recitazione. Per qualche assurdo motivo, alla fine restiamo solo io, Harry e Adele. Lui ci lascia prima che rintocchi l'una. Adele, imbarazzata, afferra il suo cappotto. "È meglio che vada, o mia madre mi darà per dispersa".

"Come sei venuta?". "Con la metro" risponde, alzandosi dalla panca. "Non ti posso lasciare  prendere la metro a quest'ora della notte. Sono pur sempre un adulto responsabile. Lascia che ti accompagni". Lei accetta, seguendomi all'auto nel parcheggio. Evito di aprirle lo sportello. Sono un gentiluomo ma sono sposato. Sono sposato - mi ripeto come un mantra guardando le sue gambe lunghe un'ultima volta. 

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora