ᴀ ɢɪʀʟ ᴊᴜꜱᴛ ᴡᴀɴᴛ ᴛᴏ ʜᴀᴠᴇ ꜰᴜɴ

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 13

ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 13

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Quando ho ricevuto la chiamata da mio padre, sono immediatamente uscita sul balcone per poter rispondere. "Qui va tutto bene. La Grecia è un vero spettacolo". "E le tue amiche? Ti stanno trattando bene?" nello stesso momento guardo Will che scosta le lenzuola per poter andare in bagno. Ieri sera abbiamo schivato un proiettile con quella lite furibonda, e se non fossimo stati entrambi maturi non ce l'avremmo fatta. La verità è che comprendo come può essersi sentito. Ha speso tutto quello che aveva per rendermi felice. Perché avrei dovuto odiarlo per un gesto simile? È ammirevole, e allo stesso tempo idiota.

"Sì, loro sono meravigliose. Ci stiamo divertendo tanto. E no, non mi stanno facendo ubriacare se te lo stavi chiedendo". Sento la risata di mio padre echeggiare all'altro capo del cellulare. "Senti, l'altro giorno è venuto un tuo amico di corso a casa. Harry...". Rammento quando Will ha scoperto delle sue chiamate. Dio, quanto è geloso. "Ti ha detto qualcosa?".

"Voleva parlarti, ma gli ho detto che sei partita con delle amiche del corso di canto. Ha fatto una strana faccia, poi è andato via. È per caso il tuo fidanzato?".

"No, lo è stato ma non è andata". Mi sporgo dalla ringhiera, osservando l'incredibile paesaggio davanti a me. Odo la porta finestra aprirsi, e dei passi dietro di me. Will si sta strofinando gli occhi sonnolenti, poi mi afferra per i fianchi avvolgendomi come una coperta. "Papà, devo andare. Salutami la mamma, ci vediamo tra due settimane". Chiudo la chiamata, alzando il braccio sinistro per poter accarezzare i capelli di Will. Lui sprofonda la testa nel mio collo. "Che bello svegliarsi così, lo farei tutte le mattine per il resto della mia vita" dichiara, lasciandomi un bacio sulla spalla nuda. "Non si può sempre vivere come nababbi. Abbiamo una vita a Los Angeles".

"Ci rinuncerei volentieri". Mi volto verso di lui mentre resta con le mani sui miei fianchi. "E rinunceresti anche al teatro per questa vita con me?". "Certo" risponde senza esitazioni e la cosa mi rende piuttosto nervosa. "Menti. Non rinunceresti mai al tuo sogno. Non lo hai fatto con Marilyn e non lo farai con me" torno in camera, infilandomi la vestaglia. "Con Marilyn era molto diverso".

"Lo so, e infatti avete divorziato...". Vado in bagno, mettendo le mani ad imbuto sotto la fontana. Mi sciacquo la faccia, poi mi volto verso Will che siede all'estremità del letto con i palmi delle mani premuti sul materasso. "Io non ti chiederei mai di scegliere tra me e il teatro. È bene che tu lo sappia".

"Ti amo anche per questo". Sorrido mentre mi passo un po' di rossetto sulle labbra. "Ma se dovessi cambiare idea un giorno e chiedermelo, io sceglierei te". Resto immobile con il rossetto tra le mani. Guardo il mio riflesso nello specchio, per poi voltarmi piano verso Will. "Non dici seriamente".

"E invece sì". Balza in piedi, avanzando verso di me. "Ho avuto la mia occasione con il teatro. Amerò sempre insegnare e recitare, ma aver ottenuto il tuo cuore e la felicità eterna mi ha reso più felice di quanto potessi mai esserlo sul palcoscenico". Poso il rossetto sul marmo del lavandino, voltandomi verso di lui.

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora