ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 24.
Appena sono rimasto da solo, ho colto l'occasione per poter scrivere nel gruppo, sbirciare nel profilo di Adele e desiderare con tutto il cuore di rivederla presto. Quel suo messaggio nel gruppo non ha migliorato le cose. Sono impazzito dalla gelosia, e mi sono allontanato per qualche minuto per poter provare a chiamarla. Non ho ricevuto risposta, e non ero affatto sorpreso. Fa bene ad odiarmi visto il modo in cui l'ho trattata. Lo abbindolata, ci sono andato a letto e l'ho rifiutata per poter tornare da mia moglie. Mi faccio schifo da solo. Mentre attendevo che mi rispondesse, la immaginavo tra le braccia del fratello di Katie. Ho sbarellato, letteralmente. Dopo aver passato capodanno insieme, Marilyn ha deciso di trascorrere una settimana fuori città. Il primo dell'anno siamo partiti per Aspen, affittando una baita. È un posto da favola, ed ho tentato di godermi la vacanza e la compagnia. Ciò nonostante, i pensieri hanno vagato da soli e alla fine ho chiesto a Marilyn di tornare in città.
"Dovrei mettermi a lavoro. Scegliere il nuovo programma per le lezioni. Lunedì si ricomincia" con mia sorpresa, si è mostrata favorevole e pronta a ripartire. Bene, adesso non vedo l'ora che arrivi lunedì per poter incontrare Adele. Le ho chiesto di vederci per un caffè, anche se vorrei fare tutt'altro. Ho il cervello sconnesso, il cuore che palpita, scombussolato dagli ultimi accadimenti. In queste condizioni, non credo che durerò molto con Marilyn.
Mi è risultato piuttosto difficile dividere il letto con lei da quando è tornata da Phoenix. Zero capacità di concentrazione, zero emozioni. La domenica sera, sediamo in soggiorno impostando il disco di Bruce Springsteen. Ci godiamo l'ascolto di Streets of Philadelphia. La mia canzone preferita. Dovrò rivedermi il film. Poche volte mi sono commosso davanti ad un film, ma la mia passione per la recitazione proviene proprio da questo. L'emozione che gli attori riescono a trasmetterti, la veridicità della trama. "Devo pensare al prossimo spettacolo da mettere in scena" dichiaro, guardando fisso verso il televisore spento.
"Qualche idea?" domanda Marilyn poggiandosi al mio petto con la testa. "No, suggerimenti?". Ci pensa su, elencandomi i vari musical che abbiamo visto insieme. Devo considerare anche il fatto di mettere in scena i talenti dei ragazzi. C'è chi canta, chi suona, chi balla. "Rocky Horror Picture Show, Les Miserables, Mamma mia!". Assumo un'aria contrariata. "Mmh, che ne dici di Grease?". Lei sgrana gli occhi. "Adoro. Ed hai già il tuo Danny Zuko. Quel tuo alunno, Harry, è davvero fantastico". Ha ragione, ma devo dare modo agli altri di farsi conoscere. Non potrò sempre scegliere Harry e Adele, purtroppo. "E Adele sarebbe perfetta per Sandy. Ha i capelli biondi, è bellissima". È Marilyn che parla, ma ha effettivamente detto ciò che penso da sempre. Adele è perfetta. "Ne parlerò domani con loro".
"Saranno di certo entusiasti all'idea. A chi non piace Grease?!". "Però ho pochi alunni. Devo considerare l'idea delle Pink Ladies, che sono cinque ma due possiamo toglierle. Ed anche i T-Birds...". Marilyn si sporge su di me, baciandomi sulla guancia. "Sono certa che ci riuscirai. Credo in te". Balza in piedi, mi porge la mano e dice: "Andiamo a letto". Gliela guardo prima di rispondere: "Ti raggiungo tra qualche minuto. Devo buttare giù qualche idea". Lei va al piano di sopra, lasciandomi solo. Penso seriamente di dare il ruolo di Danny a Edward. Per quanto riguarda Sandy dovrò pensarci parecchio su. Adele sarebbe di certo la scelta più ovvia, ma non voglio essere accusato di favoritismi. A mezzanotte inoltrata raggiungo la stanza da letto, mi infilo tra le lenzuola e mi addormento con il sorriso, consapevole che domani rivedrò Adele. Per quanto dura potrà essere. L'importante è che potrò stare di nuovo con lei, guardarla recitare e cantare.
Al mio risveglio, Marilyn non è più accanto a me ma in compenso assaporo un leggero profumo di caffè. Lei si fionda in camera con un vassoio colmo di cibo. Me lo mette sulle gambe, scoccandomi un bacio casto sulle labbra. "Buongiorno, amore. Oggi sarà una giornata meravigliosa per te. Mangia e poi va' in teatro". Mi infila una mano nei capelli, scompigliandomeli. Dopo torna al piano di sotto, lasciandomi turbato e sorpreso dalla sua improvvisata. Divoro tutto in pochi secondi, poi mi infilo sotto la doccia e mi vesto. Quando sono le due, mi dirigo a passo svelto all'entrata dell'accademia, attendendo con frenesia l'arrivo di Adele. Ho bisogno di una sigaretta, ma allontano quel pensiero quando scorgo i suoi occhi tra la folla. Mi sistemo la giacca, per poi schiarirmi la gola. La guardo dalla testa ai piedi, trovandola bellissima e impacciata. "Ciao" esclama con imbarazzo. "Ciao" rispondo, inumidendomi le labbra.
"C'è un bar nell'istituto" spiega, ma io scuoto la testa. "Andiamo da un'altra parte" ci spostiamo a piedi, restando nel più completo silenzio. Noto che indossa la minigonna, e rammento il mio commento riguardo alle fantasie che ho fatto su di lei durante le lezioni. Mi sta stuzzicando o semplicemente le fa caldo? Arriviamo al bar, sedendoci all'interno. La cameriera prende le ordinazioni per poi andare via. Guardo Adele dritto nei suoi occhi di ghiaccio, portando le mani giunte sul tavolo.
"Ok, ti devo delle spiegazioni...". Lei annuisce. "Già, ho bisogno di un chiarimento. Mi avevi detto che avresti lasciato tua moglie una volta che fosse ritornata dal suo viaggio di lavoro". "E l'avrei fatto. Quando sono arrivato all'aeroporto ero pronto a lasciarla, ma poi...". "Poi?".
"E poi mi ha chiesto un'altra possibilità. Vuole rimediare agli errori, e si è presa un'aspettativa dal lavoro". Assume un'aria disgustata, contrita. "Mi fai schifo, Will". Mi si spezza il cuore al suono di quelle parole. "Mi dispiace. Devo darle un'occasione. Siamo sposati". Adele alza gli occhi al cielo. "Certo, e non hai pensato di essere sposato mentre eravamo a letto insieme. Giusto?".
"Hai ragione". "Certo che ho ragione. Credevo che fossi diverso da tutti gli uomini che ho incontrato nella mia vita, ma sei esattamente come tutti gli altri. Un bastardo, un approfittatore. Hai colto il frutto proibito, e alla fine dei giochi te ne sei sbarazzato. Complimenti" la vedo digrignare i denti e reprimere le lacrime. La cameriera torna da noi con i due caffè. Nel frattempo che posa le tazze sul tavolo, continuo a guardare Adele sentendomi un verme. Non è stata una scopata e via per me. Ho provato qualcosa, mi sono innamorato. È così, sono innamorato di lei e dovrei dirglielo.
Oh, non immagina che cosa le farei se fossimo da soli. La cameriera va via. Adele si volta per poter prendere la borsa ma la fermo. "No, aspetta. Non abbiamo finito di parlare". "Invece sì. Volevo una risposta da te, me l'hai data. Adesso posso continuare a vivere la mia vita. Diventerò un'attrice di successo, me ne andrò da Los Angeles e Jeremy verrà con me". Appena fa il nome di un ragazzo, mi irrigidisco.
"Parli del fratello di Katie?" si limita ad annuire, posando le dita sul manico della tazza. "Senti, non mentivo quando ti ho scritto quei messaggi. E non mentivo quando siamo stati insieme a casa tua. Non rendermi le cose difficili. Non voglio vederti con un altro uomo".
"E invece tu puoi continuare a scopare con tua moglie? Oh, che meraviglioso codice morale che hai. Io continuerò a vedere Jeremy, perché mi piace, perché mi fa stare bene e soprattutto non mi usa". Finisce il suo caffè, poi allontana la sedia per potersi alzare. "Ci vediamo a lezione. Adesso torneremo ad essere due sconosciuti che lavorano insieme. Buona giornata, professore".
La lascio andare via, guardandola raggiungere la porta e prendere la metro. Non potrò continuare a nascondere i miei sentimenti così a lungo, se dovrò vederla tutti i giorni. La cosa si sta facendo troppo complicata. Le ho chiesto di incontrarci per chiarire le cose, ma soprattutto perché volevo vederla e stare di nuovo da soli. Invece ho peggiorato le cose. Chi diavolo è questo Jeremy? Scuoto la testa, mentre sorseggio il mio caffè. Resto nel bar con lo sguardo fisso nel vuoto. Alle quattro mi dirigo in teatro, appostandomi alla mia scrivania. Sarà una prima lezione intensa.
STAI LEGGENDO
𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧
General FictionUn insegnante di teatro, dedica tutto sé stesso al palcoscenico, tentando di far affiorare nei suoi studenti la stessa passione che ha portato lui fin lì. Ha un sogno nel cassetto: debuttare a Broadway. Nel frattempo, instaura un rapporto con ognuno...