ʟᴇᴛ'ꜱ ꜱɪɴɢ!

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 8.

EDWARD:

"There was a boy, a very strange enchanted boy. They say he wandered very far, very far over land and sea. A little shy and sad of eye, but very wise, was he and then one day... One magic day, he passed my way, while we spoke of many things fools and kings, this he said to me...".

Harry si avvicina alla macchina da scrivere, guardando oltre la finta finestra sullo sfondo del palco.

"The greatest thing you'll never learn, is just to love and be loved in return".

Tira su con il naso, rammentando la donna che ha amato. "Il Moulin Rouge, un locale notturno. Una sala da ballo e un bordello. Dove imperava Harold Zitler. Un regno di piaceri notturni, in cui...". Harry alza il copione, serrando gli occhi. "...in cui i ricchi e i potenti venivano a divertirsi, con giovani e belle creature di malaffare" leggo per lui, restando seduto tra le poltrone. Lui annuisce. "Giusto, va bene". Riprende a parlare. "E la più bella di tutte, era la donna che amavo. Satine, una cortigiana che vendeva il suo amore agli uomini. La chiamavano il diamante splendente. Era lei la stella del Moulin Rouge..." prende tempo, tornando alla macchina da scrivere. "La donna che amavo è..." guarda ancora la finestra, passandosi il dito sotto al naso "...morta" annuncia con una flebile voce. Balzo dalla poltrona, avanzando verso gli scalini. "Grandioso. Ottima prova, Harry". 

"Sono andato bene?". "Molto bene" lui sorride compiaciuto. "Beh, non avevo dubbi" gli altri tornano sul palco e Edward ci raggiunge da dietro il microfono. "Anche tu sei stato bravo, Ed" gli do una pacca sulla spalla, congratulandomi. "Va bene. Abbiamo provato il primo atto. Adesso c'è la parte in cui Christian arriva a Parigi e incontra Toulouse e i suoi amici, nell'appartamento difronte al Moulin Rouge, ricordate?". Gli attori fanno di sì con la testa. "Perfetto. Rileggete il copione. Torno subito". Avviso Susan di andare a prendere qualcosa da Starbucks. Sarà una lunga serata. Riproviamo il primo atto e dopo iniziamo con il secondo. Kevin sta seduto in un angolo a simulare la narcolessia. "Sì, ma chi interpreta Audrey?" domanda Edward all'improvviso, ripetendo le sue battute. "Lo farò io" dichiaro, afferrando il copione. "Ha poche battute, sarà semplice" rispondo, sentendomi stranamente ansioso. Mi ricordo che non abbiamo una scadenza. Andremo in scena quando saremo pronti. "Ci siete? Harry, Edward, Kevin. Venite qui sul palco". Ci sediamo tutti e quattro in cerchio, mentre le ragazze siedono nelle poltrone. "Sono arrivato a Parigi un anno fa..." inizia a dire il protagonista, a memoria. "...era il 1899. L'estate dell'amore. Io non sapevo niente del Moulin Rouge, di Harold Zitler o di Satine. Il mondo era stato travolto da una rivoluzione bohemienne ed io ero arrivato da Londra per prendervi parte". Gli faccio un cenno con la mano, facendolo arrestare per qualche secondo. Poi riprende. "Su una collina di Parigi, c'era il quartiere di Montmartre. Non era come diceva mio padre". "Il quartiere del peccato!" urlo, digrignando i denti. Gli altri se la ridono. Soffoco una risata anche io. 

"Ma il cuore del mondo bohemienne. Musicisti, scrittori, pittori. I così detti figli della rivoluzione. Si, ero venuto a fare una vita da spiantato. Ero venuto a scrivere di verità, bellezza, libertà e della cosa in cui credevo di più in assoluto: l'amore". I loro sguardi si posano su di me. "Sempre questa ridicola ossessione dell'amore". Prima che Harry continui, mi faccio una risata anche io. Che bello recitare. "C'era solo un problema. Non ero mai stato innamorato. Per fortuna, in quell'istante un argentino svenuto precipitò nella mia stanza..." Kevin fa finta di cadere, picchiettando il piede sul pavimento "...subito seguito da un nano vestito da suora". Edward si schiarisce la gola. "Buongiorno, mi chiamo Henri Marie Raymond Toulouse-Lautrec Montfa". La sua voce è simile a quella dell'attore e ci fa ridere la sua perfetta interpretazione.  "Mi dispiace di questo piccolo inconveniente. Eravamo di sopra a provare una commedia".

"Cosa?" chiede Harry, sconvolto. "Una commedia molto moderna che si chiamava Spettacolo Spettacolare". "È ambientata in Svizzera" spiega Edward. "Purtroppo l'argentino soffriva di una malattia chiamata narcolessia" proseguì Harry, con la sua voce fuori campo. "Perfettamente sveglio un momento, poi incosciente nell'altro" Edward ride sotto i baffi, dando una pacca sulla spalla a Kevin. "Come sta?" domando, simulando di sporgermi dal buco nel muro. "Bene. Ora l'argentino narcolettico è di nuovo svenuto e quindi non finiremo il copione in tempo per presentarlo al finanziatore domani".

"Troveremo qualcuno che legga la parte" dichiara Edward volgendo lo sguardo verso Harry. "Va bene, ed anche questo atto è fatto" guardo l'orologio che ho al polso. Manca mezzora alla fine della lezione. Susan viene da noi con i bicchieri di Starbucks tra le mani. La ringraziamo, invitandola a bere insieme a noi. Lei è una vecchia compagna di liceo e mi aiuta in questo progetto, andando contro il parere di Marilyn. Erano migliori amiche tanti anni fa, e improvvisamente si sono allontanate. "Non vedo l'ora di provare la mia parte" esclama Adele saltellando sulla sedia. "Come facciamo con i costumi?". "Non preoccupatevi. Susan ci aiuterà" lei annuisce. "Sì, sono anche costumista".

"Perfetto" dichiara Adele alzando il suo bicchiere di eggnog. Il giorno seguente è sabato, perciò ci ritroviamo a rimandare le prove dello spettacolo al lunedì successivo. "Ce la faremo ad andare in scena entro Natale?" chiede Harry, abbottonandosi la giacca di jeans. Mancano meno di due mesi alle feste natalizie. "Sì, forse potremmo farcela se ci mettiamo d'impegno. Dipende tutto da noi, ragazzi. Voi volete diventare degli attori?". Annuiscono. "E volete cantare davanti ad un pubblico di quasi cinquecento persone?" annuiscono ancora. "Allora perfetto. Lunedì riprenderemo le prove, e metteremo in scena Moulin Rouge la settimana di Natale".

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora