ᴄʀᴏꜱꜱʀᴏᴀᴅ

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 24

Sebbene fossi stato contrario sin dall'inizio all'idea di incontrare il regista amico di Adele, ho dovuto accettare le condizioni imposte dalla mia ragazza

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Sebbene fossi stato contrario sin dall'inizio all'idea di incontrare il regista amico di Adele, ho dovuto accettare le condizioni imposte dalla mia ragazza. Quindi è giunto davvero quel momento. Qualcuno vedrà la mia sceneggiatura e potrà darmi un parere obiettivo al riguardo. A questo proposito, non mi sento per niente pronto. Sto sudando freddo, e bevo litri di caffè senza avvertire alcun cambiamento. "Will, andrà bene" Adele mi conforta, mettendo la mano sulla mia. "Non puoi saperlo. A te è sempre andato tutto bene. Per me è diverso. Non sono così fortunato".

"Lo sei. Hai incontrato me, no?" sogghigno, accettando la sua ironia. Sa sempre come risollevarmi il morale. Anche per questo ricopre un ruolo fondamentale nella mia vita. Raggiungiamo l'edificio e dopo ci ritroviamo a fare centinaia di scalini prima di arrivare alla porta dell'ufficio.

Hugh Wagner è il nome che appare scritto in grassetto sul vetro satinato. Dietro la scrivania, un uomo brizzolato dalla fronte stempiata mi porge la mano. Per salutare Adele fa il giro del tavolo, aprendo largamente le braccia per poterla accogliere. "Oh, la mia attrice preferita. Sembra ieri che ti ho scritturata!". "Attrice preferita? Sei sempre esagerato, Hugh. Ti voglio presentare il mio fidanzato, Will..." lo sguardo di lui torna su di me, acquistando un'aria incuriosita. "Sei anche tu un attore?".

"Beh..." le parole mi si bloccano in gola. "Oh no, è molto di più. È uno sceneggiatore e un talentuoso regista" Adele prende la parola, ammiccando verso di me. "Abbiamo così tanti aspiranti registi qui nella calda LA. Ho bisogno di sapere altro. Perché dovrei preferire te, un uomo sconosciuto dalla discutibile carriera artistica, tra i tanti artisti davvero dotati che si presentano alla mia porta tutti i giorni?". Questa volta, la mia ragazza non può parlare per me perciò entrambi sembrano aspettare che io discuta liberamente il mio punto di vista.

"Ha ragione. Sono un uomo di quaranta anni che ha dedicato tutta la sua vita al teatro, dopo essere stato scartato a Broadway ma diversamente da tutti gli artisti davvero dotati io ho intelletto, determinazione, coraggio. Ho buttato giù metà sceneggiatura in una notte. Non si tratta di un lavoro di Allen o di Tarantino, né tantomeno del grande Kubrick che mi ha iniziato al cinema però potrei provare ad essere come loro, anche solo per un giorno. Non c'è niente che io ami di più del cinema, glielo garantisco" deglutisco, pregando di fargli una buona impressione.

"Mh" brontola, serrando le labbra. "Hai qui il tuo lavoro?" gli porgo il plico, guardandolo posarlo con minuziosità sulla scrivania. "Ci darò un'occhiata in giornata. Ho il vostro numero. Vi contatterò non appena avrò delle news da rivolgervi" ci congeda con un solo cenno della testa, richiamando la sua segretaria. Nell'ascensore, mi faccio distrarre dall'accensione consecutiva dei numeri relativi al piano posta sulla porta, torturandomi le mani per l'imminente o, più probabilmente, mancata notizia che riceverò entro la mezzanotte. Adele infila le sue dita tra le mie, attirandomi a sé. "Hey, non essere ansioso. Vedrai che gli piacerà".

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora