ᴡʜᴇɴ ʏᴏᴜ ʙᴇʟɪᴇᴠᴇ

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ᵀᵉʳᶻᵃ ᵖᵃʳᵗᵉ

2019

ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 1

ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 1

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Non è così male lavorare in un ufficio, se si considerano le tante persone con cui vieni a contatto ogni giorno. Ho potuto fare nuove conoscenze da quando sono qui. Appresa la notizia della demolizione del teatro, ho dovuto consegnarlo all'impresa edile che lo ha subito smantellato, come se non fosse mai esistito. Il mio cuore è morto quel giorno, e i miei sogni si sono sgretolati, finendo sotto un cumulo di macerie. Ho compreso che quando credi troppo in qualcosa, quel qualcosa non accade. Quindi ho messo da parte quel sogno, accettando un impiego a cui dieci anni fa non avrei mai pensato. Il mio collega, nonché migliore amico, passa dal mio ufficio prima di poter andare a pranzo. Bussa alla mia porta e dice: "Will, sto andando a fare pausa. Ti aggreghi?". Faccio di sì con la testa, chiudendo il laptop. Mentre ci incamminiamo verso il ristorante, mi chiede un aggiornamento sul mio ultimo appuntamento. "Non è andata". "Ma come? Era grandiosa".

"Solo in foto. L'apparenza inganna". Ho conosciuto una ragazza la settimana scorsa. Abbiamo iniziato a parlare su Facebook, confrontandoci su gusti musicali e parlando del nostro lavoro. Non è stata la prima. Ho provato a lungo, dopo... ma non è andata con nessuna. "Non dirmelo, Will. Non dirmi che stai ancora sotto per la tua ex". Scuoto la testa, soffocando una risata. "Decisamente no, è finita da tre anni. È una storia bella che chiusa". "E allora perché non hai avuto altre relazioni dopo di lei?".

"Perché non è semplice trovare qualcuno con analoghe esperienze di vita, e stessi gusti. Voglio qualcuno che comprenda il vero me". Frank mi dà una pacca sulla spalla. "Senza offesa, però neanche io sono riuscito a comprenderti completamente". Arriviamo al ristorante, sedendoci al tavolo. Non ho avuto altri contatti con Marilyn dopo la sua visita a casa mia, per fortuna. So che ogni tanto parla con mia madre, e tramite lei ho scoperto che si sta per risposare. Ottimo, una cosa in meno a cui pensare. Per quanto riguarda i miei ex alunni invece, abbiamo ancora il gruppo su Whatsapp ma nessuno si azzarda a scrivere per primo. Quando mi trovo a riflettere su quel periodo della mia vita, mi sembra trascorso un secolo. È una cosa così lontana da me, e allo stesso tempo così vicina che mi sembra di poterla afferrare. Il teatro non è più tutta la mia vita, però occupa ancora gran parte del mio cuore. Anche Frank è divorziato, e al contrario mio ha due figli a cui mandare gli alimenti. Ho trentanove anni, sono single e lavoro nelle pubbliche relazioni da due anni e mezzo. Marilyn non si sbagliava.

Stare tutto il giorno dietro al computer può essere appagante, soprattutto se alla fine dell'anno riscuoti un assegno degno di nota. Sto risparmiando su tutto, e ogni tanto mi concedo un weekend fuori con i colleghi. "Ho trovato un hotel spettacolare a Yosemite Valley. Che ne dici di andarci il prossimo weekend?".

"Sarebbe grandioso, Frank". Scartabelliamo contemporaneamente il menu, prendendo un primo ed un secondo. "Allora, dobbiamo trovare un'altra ragazza per te" si sfrega le mani, determinato. "Senti, Frank, voglio provare a restare da solo. Non sono stato single per dieci anni".

"Come puoi vivere senza una donna? Non senti il bisogno di toccare qualcosa di morbido e caldo quando torni a casa?". Mi faccio serio, socchiudendo le palpebre. A volte, prima di andare a letto, sento ancora il suo profumo sul cuscino e sui miei vestiti, tanto che ho pensato di bruciare tutto. Ho cambiato anche casa, comprando un appartamento più piccolo e più economico. Questo prima di trovare lavoro, altrimenti mi sarei tenuto casa mia. "Frank, e tu che mi dici? Sei divorziato da molto più tempo di me".

"Per me è diverso. Non posso permettermi una ragazza, quando devo mantenere due figli non ancora maggiorenni e una ex moglie che non ha mai lavorato un giorno della sua vita". Alzo le sopracciglia, portandomi il calice di vino alla bocca. "È difficile trovare una donna di questi tempi. Sono tutte impegnate a farsi selfie, per poterli postare su Instagram. Odio quelle cose".

"Allora eliminiamo questa modalità di approccio. Stasera usciamo!" scuoto la testa, gesticolando. "No, non ne ho voglia. Davvero". "Insisto. Hai bisogno di trovarti qualcuna, e subito. Voglio vederti felice. Stai sempre con il muso da che ti conosco".

"Non è vero" rispondo quasi subito, per poi rammentare che forse ha ragione. Quando la cameriera ci lascia i nostri piatti, prendo le posate tra le mani per potermi godere il pasto. Nel frattempo mi sembra di udire una voce familiare, anche se è appena percettibile e proviene dalla televisione sul bancone. Volgo lo sguardo lentamente, alzando gli occhi sullo schermo. Gli spaghetti mi vanno di traverso alla sua vista, e rischio seriamente di soffocarmi. "Che c'è?" domanda il mio amico, guardandomi storto. Gli indico la tv, senza dire alcunché. "Molto bella, ma credo sia inavvicinabile una come lei". Scrollo le spalle, portandomi il tovagliolo alla bocca. "No, Frank! È lei".

"Lei chi?" mi interroga, posando la forchetta sul tavolo. Torno con gli occhi sulla televisione, ammirandola un'ultima volta. "Lei" ripeto, non riuscendo a pronunciare il suo nome. Mi fa ancora troppo male. "Intendi lei, lei? L'attrice?". Faccio di sì con la testa, percependo un'orchestra di percussioni nel petto. Tiro su con il naso, scuotendo la testa. "Will..." Frank mi richiama, rivolgendomi uno sguardo complice "...non me la puoi dare a bere. Ho capito perché non vuoi conoscere nessun'altra". Ingoio la saliva, mentre il senso di sconforto cerca di riprendere il suo posto. Credevo che mi fosse passata, credevo che la distanza avrebbe cancellato le emozioni vissute e le esperienze condivise. A quanto pare non ha funzionato. Mi è bastato guardarla per pochi secondi alla tv per far riaffiorare ogni cosa. Inutile rinnegarlo, sono ancora innamorato di lei.

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora