ꜱᴡᴇᴇᴛ ʟᴀᴅʏ

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 10

Ultimamente, mi ritrovo a parlare con Adele quasi ogni giorno. Ci allontaniamo per fumare una sigaretta, ed entrambi cogliamo l'occasione per domandarci cose private. Oggi ha accennato a mia moglie. Secondo lei non mi merita, non mi ascolta e non mi conforta come dovrebbe fare una moglie. Le ho dato ragione. Perché avrei dovuto negare l'evidenza, con qualcuno a cui sembra importare davvero di me. Adele è una cara ragazza, molto dolce e di talento. Non vedo l'ora che sia domani per poterla vedere in azione nella sua prima scena. Condividerò delle battute con lei quando dovrò interpretare il duca al posto di Edward. Lui mi chiede più dettagli al riguardo.

"Nella scena dell'elefante, quando Satine scopre che Christian non è il duca, lo manda via. Entra in scena il duca, in quel caso lo interpreterò io. Andrà via per qualche secondo, tornando per il cappotto. In quel momento, entrerai in scena tu". Edward mi guarda con fare scettico. "Ricordate l'esercizio con le palline. Lo scambio di battute sarà molto semplice". "Mi fido di lei, professore". Faccio un occhiolino a Edward prima di vederli andare via. Dopo una lunga giornata, torno a casa da Marilyn. Oggi ho fatto tardi al corso a causa di un contrattempo. Ho avuto l'ennesima lite con mia moglie. Le ho parlato dello spettacolo programmato per la settimana di Natale. "Io non ci sarò. Ho una conferenza fuori città quella settimana" ha spiegato, mettendo via le sue cose nella ventiquattrore. "Tutte scuse. Tu non mi appoggi". Marilyn mi ha guardato di sottecchi, mettendosi le mani sui fianchi. "Ah, io non ti appoggerei? Cosa ho fatto negli ultimi dieci anni?". 

"Mi hai dato contro, più che altro. Vuoi che accetti un posto nella tua azienda. Vuoi che faccia un lavoro noioso". "E cosa ci sarebbe di male? Sei sempre stato bravo con i computer, e sei sempre stato bravo a parlare in pubblico. Il mio capo avrebbe davvero bisogno di una persona come te". Ho alzato gli occhi al cielo. "Io non ce la faccio più, Mar. Dobbiamo risolvere questa situazione una volta per tutte, altrimenti...". In quel momento, ha allungato il passo verso di me. I suoi occhi azzurri si sono chiusi in due fessure, le labbra serrate. "Vuoi divorziare?". "Certo che no, per Dio. Non ho detto questo..." Marilyn ha tirato un grosso respiro "...e tu vorresti divorziare?". Si è limitata a scuotere il capo. Dopo ho guardato l'orologio, temendo di arrivare in ritardo al corso. Lei ha soffocato una risata. "Bene, persino quando discutiamo pensi al tuo lavoro. Mi hai stufato". Ha afferrato valigetta e cappotto per poi andare via. Le ho detto che non sto pensando al divorzio, ma non sono stato del tutto onesto. Se si dovesse dimostrare l'unica soluzione indolore, io la accetterò. Appena rincaso, non la trovo né in soggiorno né nel suo studio. Chiamo il suo nome, non ottenendo risposta.

Trovo un post-it sul frigo che dice: "Ho pensato di restare da mia madre per la notte, per far sbollire le cose. Non dubitare del mio amore per te, mai. Ci vediamo domani". Questo biglietto decido di non accartocciarlo. Lo punto sul frigo, bloccandolo con una calamita presa a Sydney durante il nostro viaggio di nozze. Sul frigo c'è anche una nostra foto scattata a Coney Island. Sorrido, accarezzandola con le dita. "Buonanotte, Mar" mugugno, spegnendo la luce della cucina. Prendo il cappotto e vado a prendermi una pizza sulla Melrose Avenue. È solo lunedì ma all'interno c'è sempre il pienone. Quando mi avvicino alla cassa per poter ordinare, sento il mio nome echeggiare nell'aria. Mi volto, incontrando gli occhi di Adele. "Professore, che ci fa qui?". "Beh..." mi sento in imbarazzo "...mi ordino una pizza". "E dov'è sua moglie?" faccio una pausa prima di risponderle. La guardo dalla testa ai piedi. 

"È a casa, non le andava di uscire" lei annuisce, poi mi mostra un sorriso complice. "Tu con chi sei?". Adele arrossisce, poi si volta indicandomi qualcuno. Seguendo il suo dito, vedo Harry seduto al tavolo. Lui alza la mano per salutarmi. "Oh, hai ceduto alle sue avances" dichiaro, spostandomi per poter far passare il signore che è in fila dietro di me. "No, per niente. Insiste affinché ripetiamo le battute insieme. Dovrò farmelo piacere per forza" spiega, restando immobile. "Non è un cattivo ragazzo. Sareste una bellissima coppia". Adele strabuzza i suoi occhi di ghiaccio. "Lo pensa davvero?" annuisco, forzando un sorriso. Non so se lo penso davvero, ma è quello che mi preme di dire in questo momento. "La lascio. Ci vediamo domani a lezione". 

Mentre si allontana, mi fa un cenno con la mano mentre io mi ritrovo a farle l'occhiolino. Torno con gli occhi sulla banconista, ordinando la mia pizza. Aspetto qualche minuto prima di riceverla. Quando torno in strada e passo davanti alla vetrina della pizzeria, mi ritrovo a guardare all'interno. Harry e Adele mi guardano con la coda dell'occhio, salutandomi. Torno a casa, sprofondando nel più completo silenzio. Imposto un po' di musica al giradischi, mangiando la mia pizza in solitaria. Guardo il cellulare che giace sul tavolo del soggiorno, pensando di dover chiamare Marilyn. Esito nel farlo, trangugiando il cibo come se non mangiassi da settimane. 

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora