ꜱɪɴᴄᴇ ɪ ᴅᴏɴ'ᴛ ʜᴀᴠᴇ ʏᴏᴜ

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ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 6

Con la stanchezza accumulata durante il soggiorno a Yosemite e le cinque ore di viaggio per poter tornare a Los Angeles, credevo di poter crollare da un momento all'altro

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Con la stanchezza accumulata durante il soggiorno a Yosemite e le cinque ore di viaggio per poter tornare a Los Angeles, credevo di poter crollare da un momento all'altro. Frank ha cercato in tutti i modi di farmi rinsavire, dicendomi che io merito di meglio e che un vero uomo non va dietro alle ragazze. "No, un vero uomo che sa cosa vuole, non perde tempo e se lo va a riprendere" gli ho risposto, digrignando i denti. "Allora è così. Andrai alla sua ricerca e le dirai che non l'hai mai dimenticata?". "Prima di tutto dovrò farmi perdonare per le stronzate commesse. Dopodiché non lo so. Voglio solo rivederla, Frank. Cerca di capirmi, ti prego". Con mia sorpresa, il mio amico mi ha sorriso, dandomi una pacca sulla spalla. "Va a riprendertela, Don Giovanni". In meno di un'ora mi sono ritrovata davanti alla villa dei Summers. Speravo di trovarli, dati i loro continui viaggi all'estero. Chris mi ha aperto la porta. "Professor Dockerty? Sono tre anni che non la vedo. Cosa c'è?".

"Devo parlare con vostra figlia". "Adele è...". "Lo so" ho risposto, riprendendo fiato. "Lo so che è a New York, ma non ho il suo indirizzo. Non la sento da tre anni. Mi può dire dove si trova?". Credevo che mi chiedesse il motivo della mia insistenza, però mi ha semplicemente consegnato un biglietto. "Non la troverà a casa comunque. È sempre impegnata sul set e...".

"Non importa, grazie". Mi sono preparato a tornare alla moto mentre lui mi richiamava. "Ci è dispiaciuto per il teatro, davvero". Ho risposto con un sorriso, per poi infilarmi il casco. Dopo due ore ero sull'aereo per New York, con una sola borsa e l'ansia a fior di pelle. Mi tremavano le braccia, i denti battevano come se avessi freddo ma il gelo ce l'avevo solamente nelle gambe. Il mio corpo stava scalpitando al solo pensiero di rivederla, e quando è successo e mi è svenuta tra le braccia ho compreso. Io non l'ho mai dimenticata. L'ho presa in braccio, portandola nello studio cinematografico. Immediatamente mi hanno circondato, domandandomi che cosa fosse successo. "E lei chi è?" mi ha chiesto un uomo altissimo, con braccia larghe e occhi a mandorla. "Un amico" ho risposto, sentendomi a disagio. Lei è tornata a guardarmi in pochi secondi, allontanandomi come se le avessi fatto del male. Magari è così. Le ho spezzato il cuore e l'ho abbandonata. Ho subito pensato che non era il posto adatto per avvicinarla. Quindi ho atteso che rincasasse, aspettandola vicino alle scale antincendio dell'edificio difronte al suo appartamento. La limousine si è parcheggiata nel vicolo, poi è andata via. Adele non era da sola, ma non mi importava. Prima di bussare alla sua porta ho preso un grosso respiro, percependo un nodo alla bocca dello stomaco. Ho sentito i suoi passi finché la porta non si è aperta. Siamo rimasti a guardarci negli occhi, e per un secondo ho temuto che potesse svenire di nuovo.

"Come hai avuto il mio indirizzo?". "Tuo padre". Ha sgranato gli occhi, sconvolta dalle mie manie di persecuzione. "Ho bisogno di parlarti".

"Io non ho nulla da dirti. Per favore, sparisci dalla mia vista. E dico per sempre". Nella sua voce il dolore era ancora troppo intenso, mentre nel mio petto il cuore si stava spezzando una seconda volta. Le nostre mani si toccano per pochi secondi, e il mio respiro si smorza quando mi avvicino a lei. Alle sue spalle sbuca di nuovo il ragazzo coreano dalle spalle larghe, che mi caccia subito via. Mi domando se non sia il suo fidanzato, ma nell'intervista ha detto di essere single. "Mi dispiace" dichiaro con un flebile tono di voce. Infine torno nel mio hotel, resistendo nel dare calci e pugni al muro. Non riesco a prendere sonno, così faccio due flessioni sul pavimento. Negli ultimi tempi ho potuto riprendere l'attività fisica, e ogni tanto mi concedo un pasto in più. Per passare il tempo chiamo Frank. Mi risponde dopo un solo squillo. "Allora? Sei già a letto con lei?".

𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora