ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 16
Al mattino mi risveglio con le tempie che pulsano, un dolore lancinante alla fronte. Mi riprometto di non bere mai più a stomaco vuoto, soprattutto se dovrò farlo con l'unico scopo di cacciare via i problemi. L'alcool non riesce a risolverli. Parlare con la persona giusta aiuta a risolverli. Ieri non sono più riuscito a sentire Adele, e stamattina, quando accendo il cellulare trovo diversi messaggi in segreteria. Magari sto solo impazzendo, o sto dando troppo peso a delle questioni risanabili. Provo a richiamarla ma la linea cade dopo pochi secondi. Scosto le lenzuola, dandomi coraggio per poter andare a lavoro.
Non è l'unica cosa a preoccuparmi oggi. Nel pomeriggio devo incontrarmi con Edward e gli altri per poter parlare. Alle nove in punto siedo alla scrivania nel mio ufficio, metto le dita sulla tastiera del computer e inizio a lavorare. Dalla parete di vetro posso osservare i colleghi seduti alle loro postazioni nella sala principale. All'improvviso incontro lo sguardo di Frank, quindi gli faccio un cenno con la mano richiamandolo nel mio ufficio.
"Oh, sei ancora vivo" commenta, chiudendo la porta dietro di sé. "Solo fisicamente". Mi scruta, serrando le palpebre. "Hai bisogno di un'aspirina?". "Sto bene. Promettimi solo che non mi farai più bere in quel modo. Non sopporto più i post sbornia. Sono arrivato ad una certa età". Porto la mano aperta sulla fronte, premendo pollice e indice sulle tempie. "Te lo prometto. Io non ti ho costretto però. È la conseguenza delle tue azioni".
"Lo so. So che sono l'unico ad avere la colpa di tutto quello che mi sta succedendo". Frank mostra un'aria contrariata. "Non intendevo dire questo...". Faccio di sì con la testa, allontanando la sedia dalla scrivania. Mi raddrizzo sullo schienale, tirandomi indietro. "Oggi vuoi andare di nuovo a fare una pedalata?". Scuoto la testa, avvicinando la bottiglietta dell'acqua alla bocca.
"Ho un impegno. Devo trovare il pezzo mancante del puzzle, ricordi?". Lui annuisce, battendo il palmo della mano sul tavolo. "Fammi sapere come va. Torno alla scrivania prima che Harold mi richiami nel suo ufficio" si dissolve dietro la porta, augurandomi buona fortuna. Dopo aver consumato un veloce pasto nella piccola cucina di casa mia, mi dirigo all'appuntamento sulla Flower Street sentendomi particolarmente a disagio. Appena vedo Edward avanzare verso di me sorridente, vengo catapultato nel 2016 e mi sento di nuovo giovane e spensierato. "Professore!" esulta, attirandomi a sé. "Non sono più il tuo professore da tempo. Torniamo a darci del tu".
"Va bene, Will. Che fine hai fatto?". "Beh..." faccio mente locale di tutto quello che è successo da quando il teatro è stato demolito. Mi preparo a rispondergli ma veniamo interrotti dall'arrivo di Emily e Kevin. Si tengono per mano e comprendiamo che stanno insieme. "Wow, non l'avrei mai detto" dichiaro, congratulandomi con loro. Emily poggia la testa sulla spalla del fidanzato. "Già. Nemmeno io".
"Dove sono gli altri?". Edward si guarda intorno, poi prende il cellulare dalla tasca della sua giacca di jeans. "So che Harry non viene". Deglutisco, conoscendo tutta la verità. "Ah sì? Peccato, volevo vedervi tutti". Alle sue spalle appare Katie, seguita da Ronnie. Mi abbracciano, stritolandomi tra le loro braccia. "Sembra che io vi sia mancato parecchio". Entriamo nel pub, salendo sul rooftop per poter bere qualcosa illuminati dal tramonto rosso striato di sfumature. Chiedo loro che cosa hanno fatto in mia assenza prima di sganciare la bomba. Edward e Katie si guardano. "Beh, noi due avremmo una novità".
"Come quella di Emily e Kevin?" loro scoppiano in una risata. "Non così tragica. Senza offesa, Ed" spiega Katie, tirando un grosso respiro. "Io e Ed stiamo componendo un album insieme". Edward mostra un sorriso radioso che gli riempie tutta la faccia mentre io sbatto le palpebre diverse volte. "State scherzando?".
"No, è tutto vero. Abbiamo capito di amare la musica. Amiamo cantare e lei ha reso possibile tutto questo". Tossisco, riprendendola. "Oh, scusami. Tu, lo hai reso possibile". Mi congratulo con loro, passando a Ronnie. "Anche io ho provato a fare la cantante, ma non c'è alcun album nel mio futuro. Per adesso".
"E Kevin e Emily stanno insieme..." inizio a dire, ammirandoli "...beh, devo dire che vi siete tenuti tutti occupati. Speravo di non avervi lasciato un vuoto incolmabile con la demolizione del teatro. Siete cresciuti parecchio e sono fiero di tutti voi". Katie si commuove, picchiettando le unghie sul vetro della bottiglia di champagne. "A quanto pare, l'unica tra noi ad aver scelto la carriera di attrice è Adele. Ho sentito dire che sta girando un film" dichiara Kevin, sporgendosi in avanti. "Si, è così. La settimana scorsa l'ho vista in tv. Le hanno fatto un'intervista" replica Ronnie, sorseggiando la bevanda frizzantina. "La odio perché è diventata così bella, talentuosa. L'ho sempre invidiata" adesso è Katie a parlare. "Però sono contenta per lei, se lo merita. Anche se ha lasciato mio fratello senza un valido motivo". Deglutisco ancora, ricordando perché sono qui.
"A proposito di questo..." tiro un grosso respiro, richiamando la loro attenzione "...ragazzi, c'è una cosa che devo dirvi". Cala il silenzio. I loro occhi curiosi e acerbi mi scrutano, attendendo una risposta. "Sono stato a New York il mese scorso ed ho potuto rivedere Adele". I loro sguardi cambiano. "Oh, e cosa ti ha detto?" domanda Kevin. "Beh, tra me e lei c'è sempre stato un rapporto complicato. Non ci vedevamo da tre anni e...". Katie serra le sopracciglia, cercando Ronnie e Emily con gli occhi. "...per qualsiasi cosa, prendetevela con me. Non con lei".
"Perché dovremmo prendercela con te?" Edward mi interroga, mettendosi a braccia conserte. "Va bene. Non c'è un modo veloce e indolore con cui dirvelo, quindi ve lo dirò chiaramente. Io e Adele stiamo insieme". Le ragazze si guardano tra di loro. Kevin sbotta qualcosa e Edward si porta una mano sulla faccia. "Ci stai dicendo la verità?".
"Sì. Non voglio più mentirvi. Tengo tanto a voi, e mi dispiace di essermi allontanato, ma con il teatro e tutto il resto...". Katie poggia le braccia sul tavolo, guardandomi dritto negli occhi. "Jeremy mi ha detto che Adele lo ha lasciato per uno più grande. Eri tu?".
"Temo di sì". "Temi?" Katie soffoca una risata. "Incredibile. Quindi la relazione è iniziata prima di quanto ci stai dicendo".
"Una volta che ho divorziato da mia moglie, ho compreso di vedere Adele in modo diverso e mi sono sorpreso nell'apprendere che ero ricambiato". "Adesso capisco perché lei aveva sempre le parti migliori" replica Katie, mettendosi a braccia conserte. "No, vi ho sempre trattati tutti allo stesso modo. Tu hai avuto il ruolo di Sandy in Grease. Lei il ruolo secondario di Rizzo". Katie si ammutolisce, insieme a tutti gli altri.
"Va bene. Ditemi quello che volete. Riprendetemi, picchiatemi. Penso di meritare ogni parola che uscirà dalla vostra bocca". Emily e Ronnie sembrano quelle più tranquille. "La nostra sola colpa è quella di avervi tenuto nascosta la relazione quando vi consideravamo come dei fratelli. La verità è che non l'abbiamo detto a nessuno. Persino i nostri genitori lo hanno scoperto solamente quest'anno". Tornano a guardarsi. Emily mi sorride, commossa: "Hai conosciuto i genitori di Adele?".
"Sì, e lei ha conosciuto i miei". Edward deglutisce, chiedendomi se è una cosa seria. "Lo è, altrimenti ve lo avrei detto prima. Sapevo anche della relazione con Harry, quella con Jeremy e temevo le vostre reazioni. Mi dispiace". Ronnie mi sfiora il braccio. "Vi sposerete?" strabuzzo gli occhi, terrorizzato. "Non siamo arrivati a quel punto".
Kevin mi sorride in modo complice, approvando la cosa. Katie lo riprende sulla sua scelta, al che lui risponde: "Perché dovremmo avercela con loro? Si sono innamorati. Non è illegale. Io ho sempre voluto vedere Adele felice, e se con te lo è, allora posso solo acconsentire".
"Grazie, Kev!" rispondo, alzando il calice di champagne. Quelli più restii a perdonarmi rimangono Katie e Edward. "Ditemi che cosa vi turba della mia confessione". Loro due si guardano, serrando le labbra. "Anche tu andrai a New York?" Katie mi interroga sui miei progetti futuri mostrando un'aria accigliata e preoccupata. "Se devo essere sincero, io e Adele non ne abbiamo ancora parlato. Spero di restare a Los Angeles, ma se lei dovesse continuare a lavorare lì, la raggiungerei". Ronnie scoppia in lacrime, dichiarandosi un tipo romantico e facile ai pianti di commozione. La cingo a me, mettendole un braccio sulla spalla. "Tra meno di due settimane, Adele dovrebbe ritornare in città. Vi va di fare una rimpatriata?" lo domando soprattutto a Katie e Edward che, dopo qualche minuto di esitazione, accettano.
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𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧
General FictionUn insegnante di teatro, dedica tutto sé stesso al palcoscenico, tentando di far affiorare nei suoi studenti la stessa passione che ha portato lui fin lì. Ha un sogno nel cassetto: debuttare a Broadway. Nel frattempo, instaura un rapporto con ognuno...