ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 10
Durante questi ultimi due mesi, io e Will ci siamo comportati come due sposini che si accingono ad andare in luna di miele. L'attrazione fisica è alle stelle e lui è meraviglioso. Non credevo che questa storia, inizialmente tormentata, mi potesse portare tanta gioia e serenità. A lezione cerchiamo di comportarci quanto più normalmente possibile, restando lontani da pettegolezzi e occhiatine furtive. Prima che il teatro chiuda per le vacanze estive, Harry mi richiama da parte afferrandomi un braccio.
"Volevo parlarti. Non posso aspettare settembre. Poi sarebbe troppo tardi". Aspetto che smetta di gesticolare e all'improvviso si sporge su di me per potermi baciare. "Harry!" sbotto appena si allontana. Will è dietro di lui ed ha seguito tutta la scena. "Scusa, dovevo farlo. Io ti amo ancora. Ho lasciato Emma per te e...".
"Basta" agito la mano davanti a lui. "Tra noi è finita da un pezzo, Harry. Ed è finita in modo consensuale. Adesso non puoi fare un passo indietro e dichiararmi il tuo amore come se questi ultimi mesi non fossero mai trascorsi. Io non ti ho aspettato..." inizio a dire, pregando che Will ascolti "...sto con un'altra persona e sono molto felice".
Harry cambia espressione, mostrandosi adirato e contrario a tutta la questione. "E chi è questo stronzo?". Will fa finta di niente. Continua a lasciare copioni a Kevin e Edward, guardandoci con la coda dell'occhio. "Non lo conosci. Lavora con mio padre. È una cosa seria, Harry. Mi dispiace". Gli rivolgo un mezzo sorriso per poi afferrare la borsa e andare via. Appena supero la porta di casa, mi sento stravolta. L'estate è alle porte e non so ancora come la trascorrerò. Non ne ho parlato con Will, perciò non so se ha qualcosa in programma.
Mi ha dato indietro l'assegno ed ho pensato di fargli un regalo. Glielo darò stasera a cena. I miei sono fuori città per una riunione dell'ultimo minuto. Torneranno tra un paio di giorni. Ho invitato Will da me, e quando lo trovo sullo zerbino ha due cartoni di pizza tra le mani. "Sai sempre come sorprendermi". La mangiamo restando seduti in giardino con un calice di vino tra le dita. "Credi che potremo mai dire ai tuoi genitori di noi?". Mi domanda all'improvviso, afferrando uno spicchio della sua pizza. "Stai scherzando? No, non ancora. Mio padre ti adora, sì. Ma dirgli che stai con la sua unica figlia sarebbe tutt'altra cosa". Will fa una smorfia, pulendosi le mani con un tovagliolo.
"Allora cosa gli diresti, nel caso ti chiedessi di fare un viaggio con me?". Sgrano gli occhi, pulendomi a mia volta. "Un viaggio?". Annuisce, invitandomi a prendergli la mano. "Tre settimane. Solo io e te. Non ti dico ancora la destinazione". "Solo io e te? Non credi che finiremmo per litigare, se stiamo ventiquattro ore su ventiquattro insieme?". Will fa spallucce.
"No, non lo credo. Dovremo iniziare ad abituarci. Il resto della nostra vita è dietro l'angolo". Lo trovo molto dolce, e sincero. "Comunque gli direi che parto con un gruppo di amiche del corso di canto. Ho già qualche scusa pronta, me le sono appuntate nelle ultime settimane". Lo vedo soffocare una risata. Infine riprende a mangiare, rimandando il discorso. Appena finiamo di cenare, gli chiedo di chiudere gli occhi mentre lo trascino in garage.
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𝐔𝐧𝐧𝐚𝐦𝐞𝐝 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧
General FictionUn insegnante di teatro, dedica tutto sé stesso al palcoscenico, tentando di far affiorare nei suoi studenti la stessa passione che ha portato lui fin lì. Ha un sogno nel cassetto: debuttare a Broadway. Nel frattempo, instaura un rapporto con ognuno...