Capitolo 61

404 17 0
                                    

Paulo rallenta per fermarsi al semaforo rosso. L'incrocio è deserto. Siamo i soli a cavalcare le strade a quest'ora della notte, i lampioni che si inchinano al nostro passaggio, le panchine vuote ai margini della carreggiata che si alzano per salutare. La mano di Paulo che si appoggia sulla mia coscia sposta la mia attenzione dal finestrino a lui.
-Stai bene ora? -chiede
Annuisco con un sorriso e lui si protende a darmi un casto bacio sulle labbra, prima di ripartire allo scatto del verde
-Posso essere sincero? -chiede all'improvviso
-Pensavo fossi sempre sincero -ribatto e lui ride
-Lo sono, ma mi chiedevo se potessi dirti francamente un mio pensiero-
-Puoi dirmi tutto Paulo -lo rassicuro
-Ecco volevo solo dire che è stato bellissimo vederti scoppiare a piangere al momento dei saluti -dice, ma subito aggiunge -Cioè non è stato bello vederti piangere, quello è stato bruttissimo come sempre, però sapere che lasciare la mia famiglia e l'Argentina ti facesse tanto male da farti piangere... Ecco quello è stato bellissimo-
Sorrido sia per l'impacciatezza di Paulo nell'esprimere questi pensieri sia per quello che ha detto. Sto giusto per rispondergli, quando noto che svolta in direzione opposta all'aeroporto
-Pau... -comincio a dire, ma lui intuisce la mia domanda e mi precede:
-C'è un'ultima cosa che dobbiamo fare prima di andarcene. Fidati di me-
Il mio silenzio fa da assenso, ma dentro di me questa calma è controbilanciata dal chiasso di mille domande: dove stiamo andando? Cosa dobbiamo fare?

Paulo's POV
Parcheggio davanti all'ingresso deserto del cimitero e scendiamo dall'auto. Noto Myra guardarsi intorno piena di domande, ma non le lascia arrivare fino alla bocca e le sono grato per questo: tra poco capirà tutto, ma prima è importante che si fidi di me e mi segua. Per fortuna lei lo fa sempre senza bisogno che io glielo chieda. Mi avvicino a lei e le prendo la mano, intrecciando le mie dita con le sue. Le sorrido e poi mi incammino insieme a lei, varcando quel portone spalancato e in un attimo i ricordi mi assalgono. 2008. Era il lontano 2008 l'ultima volta che sono stato qui e avevo solo quindici anni... Dopo quel giorno nero come la notte non ho mai trovato il coraggio di tornarci. Però se anche oggi fossi andato via dall'Argentina senza venirci, sarei venuto meno alla promessa fatta ai miei genitori e a quel punto avrei perso per sempre il diritto di mettere piede in questo posto.
I nostri passi echeggiano contro le lapidi silenti e anche se non la vedo, so che dietro di me Myra sta facendo correre lo sguardo su tutti i nomi incisi su queste fredde pietre: ogni singola lettera viene registrata nella sua mente, per sempre. Finalmente mi fermo e sento la stretta di Myra farsi più forte non appena legge il nome sulla tomba davanti a noi: illuminato dal chiaro di luna, sull'eterno marmo si legge Adolfo Dybala. Davanti a noi giace mio padre. Lancio uno sguardo a Myra, per poi riportare l'attenzione sulla tomba e inginocchiarmi accanto a essa. Faccio un respiro profondo e parlo:
-Ciao papà. Scusa se non sono mai venuto a trovarti dopo il giorno del tuo funerale, scusami tanto. So di essere stato un pessimo figlio, ma non ce la facevo. Ogni volta mi bloccavo al cancello di questo cimitero, non trovavo mai la forza di aprirlo e varcarlo. Forse avevo paura di rivedere questa lapide, che ha popolato tutti i miei incubi da quando avevo quindici anni. O forse ero ancora un po' arrabbiato con te per essertene andato senza salutare: l'ultima volta che ci siamo parlati mi avevi promesso che non mi avresti abbandonato, che non mi avresti mai lasciato solo, perché il nostro sogno doveva ancora essere realizzato, perché tu dovevi ancora vedermi vivere la vita che avevi sempre desiderato per me. Me l'avevi promesso e io ti avevo creduto. Eppure te ne sei andato. È stato un duro colpo per me sai? Così tanto duro che avevo cominciato ad odiare il calcio: non volevo più toccare un pallone in vita mia.
E probabilmente non l'avrei mai più toccato per davvero, se la notte di Natale tu non mi fossi apparso in sogno. Mi hai guidato attraverso il dolore e mi hai ricordato che anche se non ti vedevo più, tu continuavi a vegliare su di me e soprattutto continuavi a sognare di vedermi diventare un grande uomo. Grazie papà di avermi reso la persona che sono oggi. Dopo quella notte una parte di me decise che sarebbe tornata su questa tomba solo il giorno in cui avesse realizzato il tuo sogno e oggi finalmente sono venuto, perché tu desideravi che diventassi non solo un calciatore professionista, ma un grande uomo da tutti i punti di vista, un uomo veramente felice. Dietro ogni grande uomo, c'è una grande donna e io posso finalmente dire di aver trovato la mia grande donna-
Rivolgo lo sguardo verso Myra, che ha le gote rigate da silenziose lacrime e non ha allentato nemmeno per un secondo la stretta sulla mia mano, e le sorrido nonostante stia piangendo ininterrottamente pure io.
-Non so se sia stato il destino o il mio angelo custode chiamato papà a farci scontrare all'aeroporto quel giorno, ma so per certo che quel giorno ho incontrato la donna della mia vita. La donna che amo con tutto me stesso, la donna che voglio al mio fianco per sempre e, se esiste, anche oltre. Quando mamma, ormai mesi fa, mi ha chiesto se fossi sicuro dei miei sentimenti nei tuoi confronti, le ho risposto dicendo "Lei è la donna che presenterei a papà come sua nuora". E oggi sono qui per tenere fede a quelle parole -dico e rivolgendomi nuovamente verso mio padre continuo -Papà, ti presento Myra. Lei è la donna che mi ha reso davvero un uomo grande e felice, lei è la persona che mi ha dato la forza e il coraggio di venire qui. Devi ringraziare lei se tuo figlio è finalmente venuto a trovarti -dico abbozzando una risata e poi prendo entrambe le mani di Myra tra le mie e guardandola negli occhi concludo il mio lungo monologo -Myra, io so che stiamo tornando a casa più fragili di quanto fossimo al nostro arrivo in Argentina, ne sono perfettamente consapevole ed è normale che sia così. In questi giorni, in cui eravamo sempre insieme ma mai solo noi due, ci siamo conosciuti meglio, ma allo stesso tempo ci siamo visti da lontano: abbiamo visto difetti, debolezze, paure, problemi... All'improvviso abbiamo preso quella che era la nostra fiaba magica, tenuta gelosamente segreta, e l'abbiamo scaraventata nella realtà grigia e fredda, sotto gli occhi di tutti. E lo so che tra le mani di quegli estranei la nostra storia d'amore sembra così piccola, così fragile appunto. Però non devi credere a quella vista, perché è solo un'illusione. Io voglio che tu ti concentri sui miei occhi: punta i tuoi occhi nei miei e guarda dentro, guarda il tuo riflesso sulle mie pupille. Quella è la verità. Tu sei e sarai sempre l'unica cosa che i miei occhi cercano e io ti guarderò sempre in questo modo, come se fossi l'unica stella a brillare nel cielo scuro. Io ti amo Myra e qui, sulla tomba di mio padre, io ti ho definito la sua nuora: per me questo è già una promessa d'eterno amore. Forse un giorno ci sposeremo, me lo auguro, ma quel giorno non farò altro che ripetere una promessa che ti ho già fatto adesso, una promessa che d'ora in poi ti farò ogni secondo che passeremo insieme, non a parole ma con i fatti. Io ti dimostrerò Myra che le promesse sono fatte non per essere rotte, ma per essere mantenute sempre e per sempre-
La guardo in attesa di una risposta, anche se una vera domanda non gliel'ho posta. Lei mi fissa con i suoi occhi da cerbiatto, grandi e scuri come solo l'infinito sa essere, e lentamente vedo questi riempirsi di lacrime. Stringe forte le mie mani e scuote la testa:
-Non so cosa dire, mi hai lasciato senza parole. Non è una cosa che mi capita spesso sai... -ammette infine
-Lo so -dico soddisfatto di essere riuscito nell'impresa
-Il discorso con tuo padre, il modo in cui gli hai parlato, le cose che gli hai detto... Ti sei aperto completamente in mia presenza e già quello per me era tantissimo. A me sarebbe bastato essere una silente spettatrice a questo momento, non chiedevo altro, perché già questa era una dimostrazione dell'importanza che mi davi nella tua vita. Però tu mi hai dato molto altro stasera e se devo essere sincera, io non so come ricambiare. "Ti amo anch'io" suona così piccolo in confronto alle parole che tu mi hai dedicato...-
-No, non è piccolo, è tutto ciò che mi serve -la rassicuro
Lei incornicia il mio viso con le sue mani e si avvicina a me, annullando ogni distanza:
-Paulo Bruno Exequiel Dybala, io ti amo, ti amo nonostante le nostre differenze, ti amo nonostante la lontananza, ti amo nonostante le mie paure, ti amo nonostante tua zia Dolores, ti amo nonostante i siti di gossip che mi stalkerano per colpa tua, ti amo nonostante i colori della maglia che indossi-
-Wow il nonostante peggiore è il fatto che giochi per la Juve -ribatto facendola ridere
-Ti amo nonostante il tuo senso dell'umorismo. Ti amo nonostante qualsiasi difetto, paura, debolezza, problema possa spuntar fuori. Io ti amo e ti amerò per sempre, perché il vero amore vince su tutto. E anche se il giorno in cui ci siamo incontrati ti ho odiato per avermi rotto il cellulare, ora romperei altri mille telefoni del genere pur di averti nella mia vita -dice e ridiamo in mezzo alle lacrime -Sì, un giorno ci sposeremo e quel giorno sarò davvero la nuora di tuo padre e verremo qui insieme a prendere la sua benedizione, te lo prometto -aggiunge e io afferro la sua mano e la bacio
-Ormai hai promesso di sposarmi: sei in trappola, non mi scappi più!-
-Come se avessi intenzione di scappare... Però il matrimonio tra qualche annetto eh, domani ho già un altro impegno, sai sono una donna molto occupata io-
-Non si preoccupi signorina, consulteremo la sua agenda piena di impegni prima di fissare un giorno -le reggo il gioco
-Grazie grazie -ribatte lei dandosi delle finte arie per poi scoppiare a ridere -Comunque Mr. Dybala, tutto questo non la esonera dal farmi una proposta di matrimonio ufficiale in un ristorante cinque stelle e con un anello pieno di diamanti, sia chiaro questo-
-Chiarissimo. Altre richieste futura signora Dybala?-
-Nessuna per ora, grazie-
-Allora andiamo? -chiedo rimettendomi in piedi e porgendo la mano per aiutare Myra ad alzarsi
-Andiamo -risponde lei afferrando la mia mano
Cingo il suo fianco con il mio braccio e le lascio un tenero bacio sulle labbra, il che fa subito comparire il suo bel sorriso. Ci incamminiamo verso la macchina, ma mi volto per lanciare un ultimo sguardo alla tomba alle mie spalle: ci vediamo presto papà.

In memoria di Adolfo Dybala

———————————————————————————
Spazio autrice <3
Ciao! Come promesso eccovi il capitolo che fa un tuffo nel passato di Paulo, ma che ci proietta anche in quello che si spera essere il suo futuro😍
Da una parte il dolore profondo per la perdita del padre e il ricordo di come l'abbia vissuto in questi anni, dall'altra la promessa di un amore eterno con la consapevolezza però di tutte le difficoltà. Riusciranno Myra e Paulo a tenere fede a questa promessa? O la realtà grigia e fredda finirà per soffocare e uccidere la loro fiaba d'amore? Basteranno i loro "ti amo" per convivere con tutti i "nonostante"?
Non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo!💖
Questo è un capitolo pieno di emozioni diverse e spero davvero di essere riuscita a trasmettervele. Se sì, fatemelo sapere con una bella stellina e un commento💫❤️
Detto ciò, io vi saluto (torno a studiare embriologia) e noi ci vediamo al prox cap!🌔

PS nel prossimo capitolo cambio di location... Secondo voi dove andranno i nostri due protagonisti?🤫✈️

Ho rubato una stella per te #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora