Capitolo 26

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...2 settimane dopo
Entro nell'aula studio dell'università e l'abituale odore misto di legno e vecchi libri sollecita il mio olfatto. È bello essere tornati alla normalità, o quasi. Sì perché sono tornata a Bologna, ho iniziato il nuovo anno di università, ho ricominciato a sentire l'ansia per gli esami, ma per il resto è tutto un casino. Diletta sta la maggior parte del tempo a casa dei suoi, evitando il più possibile di vedermi. Gemma non mi ha più cercato e forse è meglio così. Nel frattempo sono cominciate le nuove stagioni dei campionati di calcio e ovviamente la Juventus è in cima a tutte le classifiche: Dybala e Mbappé sono la coppia migliore di tutti i tempi e basta vederli fare una sola giocata per capire che a legarli non è solo la passione per il calcio e la bravura, ma c'è un dolore che condividono e io ne so qualcosa. Non ho idea di quante volte al giorno io apra la chat di Kylian, scriva un messaggio per poi cancellarlo e non inviare nulla. Ogni cosa nella mia stanza grida i nomi di tutte queste persone che ho perso e il cuore gli fa eco... il cervello sembra impazzire a cercare di far silenzio, ma tiene duro e io sopravvivo respirando ricordi che fanno male, ma sono anche l'unica cosa bella che mi sia rimasta. Stringo da sopra la maglia l'anello che ho trovato a casa di Kylian e che porto sempre al collo messo in un filo nero: se solo gli avessi chiesto cosa significa... forse sarebbe tutto diverso. O forse no. È buffo come l'anello cada proprio nel punto in cui c'è il mio unico tatuaggio, che porta il nome delle due persone che più ho amato al mondo, come a significare che se perdo uno di loro, perdo tutti loro. Ma la verità è che non importa quanto io stia male, se tornassi indietro rifarei tutto per filo e per segno: morirei altre mille volte per vedere Paulo felice. Che poi in fondo un mondo senza di me sarebbe migliore.

Controllo il cellulare e mi rendo conto di essere in ritardo per la lezione, come sempre mi sono dilungata a leggere. Raccolgo velocemente i miei libri e esco dall'aula studio. Sto percorrendo velocemente il corridoio che dà sull'atrio, dove c'è un gruppo di ragazzi che stanno urlando e ridendo come dei pazzi: per un attimo ho l'impressione di essere io il motivo della loro risata per il modo in cui mi guardano alcuni di loro, ma dopotutto non ci conosciamo minimamente e potrebbe essere solo un'idea nella mia testa. Continuo per la mia strada ignorandoli, ma all'improvviso un ragazzo spunta davanti a me da dietro una colonna, facendomi prendere un colpo.
-Ciao! Scusa non volevo spaventarti -dice mentre il mio cuore riprende finalmente a battere -Teo -aggiunge allungando la mano per presentarsi, ma io lo ignoro e chiedo:
-Ti serve qualcosa? Perché altrimenti vado, visto che sto facendo tardi alla lezione-
Noto che getta un'occhiata ai ragazzi nell'atrio, ma subito torna a guardare me e risponde:
-Sì, sì mi serve un favore, cioè un aiuto. Ho sentito che dai ripetizioni e io ho davvero bisogno di un ripassino-
In realtà non avevo intenzione di dare ripetizioni quest'anno, perché preferisco passare il tempo da sola e non voglio che qualcuno si accorga di come sto, ma un po' di soldi mi farebbero davvero comodo...
-Ci sei? -chiede schioccando le dita davanti alla mia faccia e riportandomi alla realtà
-Stavo pensando... Facciamo così, lasciami il tuo numero e ti chiamo io dopo aver controllato quando sono libera per le ripetizioni. Poi ci metteremo d'accordo-
-Sì perfetto-
Apro la rubrica sul cellulare, ma vedo lui cercare qualcosa nello zaino per poi tirar fuori un pennarello nero. Lo guardo stupita e lui dice:
-Pensavo di scrivertelo sul braccio, così non rischiavi di perderlo-
Lo fisso come per dire "ma davvero?" e gli mostro il cellulare:
-Ah sì, anche il cellulare è una buona idea. Si vede che sei un genio -dice
"E si vede che tu sei uno stupido" penso nella mia testa, ma non lo dico, limitandomi a salvare il suo numero.
-Altro? O posso andare adesso? -chiedo infine
-Prego -dice scostandosi di lato e indicandomi la strada e io mi allontano velocemente.
Raggiungo finalmente l'aula, ma sono terribilmente in ritardo. Sento gli occhi di tutti addosso mentre prendo posto:
-Scusi ho avuto un contrattempo -dico al professore che però non mi risponde e riprende a parlare da dove si era interrotto.
Non sono mai arrivata in ritardo e oggi è stata tutta colpa di Teo... già lo odio.

Ho rubato una stella per te #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora