-Myra -esclama mia mamma abbracciandomi appena mi vede alla porta d'ingresso e stretta tra le sue braccia il mondo mi sembra di nuovo bello -Guarda un po' come ti sei ridotta a mangiare sempre al Mc... -dice stringendomi il viso tra le sue mani
-Mamma! Non ricominciare subito-
-Va bene, va bene. Hun par makki di rotti palak nal khani pheni aa (adesso però dovrai mangiare "makki di roti" con spinaci)-
-Ma sono solo le 9!-
-E allora? È meglio mangiare pesante la mattina piuttosto che la sera, perché hai tutto il giorno per digerire. Dovresti saperlo piccola dottoressa-
Discutere con mia mamma è inutile, tanto vince sempre lei.
Mi metto a tavola e inizio a mangiare: solo allora mi rendo conto di avere una gran fame. All'improvviso sento la serratura della porta d'ingresso girare e dopo un paio di secondi entrano in cucina mio babbo e mio fratello. Appena mi vedono, si fiondano ad abbracciarmi:
-Non dovevi arrivare stasera? -chiede mio babbo
-Ho anticipato tutto all'ultimo -rispondo
-Hai fatto bene -dice arruffandomi i capelli
-Papà! -mi lamento io come tutte le volte allontanando la sua mano dalla mia testa
-Che ho fatto? -chiede lui con fare innocente
-Dov'è il mio regalo? -chiede invece impaziente mio fratello
-Nella valigia. Adesso te lo tiro fuori -dico alzandomi da tavola
-Prima finisci di mangiare -mi ferma subito mia mamma e io sono costretta a rimettermi a sedere e a continuare a mangiare tra le mille domande di mio fratello:
-Com'era lo stadio? Hai visto degli allenamenti? Hai conosciuto Dybala?-
Appena sento il suo nome, un turbine di emozioni mi attraversa e per un attimo mi paralizzo: tutto sembra fermarsi, il tempo sembra dilatarsi... Mi riscuoto da questo stato il più velocemente possibile e rispondo tirando fuori un sorriso:
-Ho conosciuto un po' tutti, ma nulla di speciale-
Nulla di speciale... Dio quanto ho mentito!
Cala il silenzio: si sente solo il rumore di me che mangio. All'improvviso mio babbo chiede:
-Va tutto bene?-
Sollevo lo sguardo, ma appena incrocio i suoi occhi ho l'impressione che sbirci dentro di me e riesca a vedere i tormenti del mio cuore. Così distolgo velocemente lo sguardo, posandolo di nuovo sul piatto e dico in modo distratto:
-Sì, perché?-
-Perché ti vedo un po' moscia. Di solito anche quando vai a comprare il pane al supermercato sotto casa, hai mille cose da raccontare e invece oggi non dici nulla su questa tua vacanza a Torino: non sembri nemmeno tu-
L'hanno sempre capito subito i miei quando qualcosa non andava: mi conoscono troppo bene e io sono sempre stata incapace di mentire a loro. Rimango in silenzio e mio babbo aggiunge:
-Lo so, vuoi affrontare i tuoi problemi da sola, ma sappi che noi ci siamo sempre per te-
-Grazie papà -dico commossa abbracciandolo ed è come se il mio cielo si rischiarasse di nuovo.Appena finisco di mangiare, apro la valigia: incasinata quasi quanto la mia testa. Non ho avuto il tempo di prepararla, ho semplicemente buttato tutto quanto dentro. Frugo un po' e finalmente trovo la maglia che ho preso per mio fratello:
-Tieni -dico porgendogliela
-È pure autografata! Non sai quanto saranno invidiosi i miei amici... Corro a fargliela vedere -esclama
-Non fare tardi -gli grida mia mamma un attimo prima che esca e lui sembra dire "okay" anche se non si sente del tutto, perché la sua voce viene smorzata dalla porta che si chiude.
Cala il silenzio e io mi butto sul letto, mettendomi a fissare il soffitto. Da bambina quando non riuscivo a dormire, passavo le notti a cercare disegni sulle travi di legno, creati dalle macchie più scure, ma oggi non vedo nulla e il soffitto sembra spento e triste proprio come me... Forse ho perso la capacità di immaginare, quasi avessi paura di farlo, ma senza questa mi sento vuota come il primo Natale dopo aver scoperto che babbo Natale non esiste, un giorno privo totalmente di magia in cui sembra impossibile essere gioiosi.
-Le cose non vanno sempre come vorremmo, ma non per questo non vale la pena averle vissute -dice mia mamma entrando in camera
-Mamma -dico mettendomi a sedere -Io... ti devo dire una cosa-
-Non ce n'è bisogno, ho già capito tutto -dice lei interrompendomi con un sorriso -Dimentichi che sono tua mamma! -ironizza e un sorriso spunta sulle mie labbra -Sai io sono sicura che Paulo sia un bravissimo ragazzo, ma probabilmente non è quello giusto per te e in questo non ne avete alcuna colpa voi due. Semplicemente tra la gente come noi e lui c'è un divario troppo grande bambina mia e spesso l'amore non basta per superarlo. Puoi entrare nel loro mondo, ma non diventarne parte, un po' come quando emigri in un altro paese: sei sempre e comunque quello diverso, non importa quanto tu provi a diventare come loro. E si sa, non è mai facile stare con qualcuno che è diverso: bisogna avere il coraggio di andare contro i canoni della società e per molti è un prezzo troppo alto da pagare -dice mettendosi a sedere vicino a me -Ma vedrai anche tu troverai il tuo posto in questa società, probabilmente non sarà quello che ti aspettavi, forse sarà più in basso di quello che volevi, ma imparerai ad amarlo, perché sarà l'unico posto a farti sentire a posto e sarà lì che troverai il vero amore, qualcuno per cui vali talmente tanto da non avere prezzo -conclude sorridendomi e mettendo una mano sopra la mia
Mia mamma è sempre stata una donna molto sveglia e capace, ma d'altra parte non ha mai voluto eccellere o spiccare: lei ha sempre ritenuto che la fama non migliori la vita, ma che ti costringa in realtà a perdere la tua vera essenza, diventando ciò che gli altri vogliano che tu sia e dovendo così rinunciare ai propri desideri. Lei mi conosce meglio di chiunque altro e sa bene come io tenda spesso a sognare troppo in grande: desideri irrealizzabili, amori impossibili... Punto in alto, convinta di saper volare, ma poi precipito e il mondo sembra crollare. Mia mamma ha sempre cercato di mostrarmi come io non sappia volare, ma a volte la speranza rende ciechi anche difronte all'evidenza e io mi sono buttata comunque. La grandezza di mia mamma è stata non avermi mai abbandonato in queste mie scelte testarde: lei c'è sempre stata a medicarmi le ferite che mi sono fatta cadendo e anche oggi è qui, a tirarmi su e a mostrarmi come anche quando non si raggiunge la vetta, la salita è comunque bella ed è valsa la pena farla, perché qualsiasi punto si raggiunga è sempre un traguardo e nella vita bisogna solo imparare ad accontentarsi.
Abbraccio forte mia mamma e per un po' rimaniamo così: assolutamente in silenzio, perfettamente in sintonia.
-Su -dice infine mia mamma sciogliendo l'abbraccio -Ci sono un sacco di lavori di casa da fare!-
-Uffa... -mi lamento io
-Il lavoro bisogna farlo sempre e comunque nella vita, quindi alzati e vieni a darmi una mano -dice lei risoluta e io mi alzo, fingendo di essere scocciata, ma in realtà non mi dispiace tornare alla vecchia, positivamente noiosa, normalità.
STAI LEGGENDO
Ho rubato una stella per te #Wattys2019
Fanfic#1 in fanfiction [31.8.2020] #1 in Juventus [11.9.2021] #3 in Dybala [28.12.2018] Le persone migliori entrano nella tua vita all'improvviso e poi restano per sempre. Così è stato per Myra, una ragazza che dovrà affrontare e sconfiggere i suoi mostri...