Capitolo 62

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-Myra svegliati, stiamo per arrivare-
Sento la voce di Paulo attraverso la coperta e devo raccogliere tutta la mia buona volontà, da ogni singolo distretto del corpo, per trovare la forza di aprire gli occhi. Sbadiglio e mi stropiccio gli occhi sotto lo sguardo divertito di Paulo
-Cosa ti diverte tanto? La mia faccia distrutta dal sonno o il fatto che tu mi stia trascinando da chissà quale parte del mondo tenendomi all'oscuro sulla destinazione finale? -chiedo acida e lui ride
Paulo non ha voluto dirmi il posto dove passeremo questi ultimi giorni di vacanza e dove festeggeremo Capodanno con i suoi amici, perché a sua detta vuole farmi una sorpresa e aggiunge anche che non devo preoccuparmi, perché lui è certo che condividerò la sua scelta della città
-Credevo amassi le sorprese-
-Sì, mi piacciono, ma quelle piccole! Invece non dirmi dove fosse diretto questo aereo non è stata una sorpresa gradita bensì una violenza psicologica-
-Violenza psicologica? Addirittura!-
-Smetti di ridere -dico lanciandogli contro il cuscino che lui afferra con grande facilità -Io mi sento come se fossi stata rapita -spiego, ma questo serve solo ad aumentare la risata di Paulo
Lo guardo in modo torvo e lui finalmente frena la sua risata e parla:
-Rido tanto perché io so cosa succederà dopo e allora sì che avrai l'impressione di essere stata rapita-
-Cosa succede dopo? -chiedo preoccupata
-Appena atterriamo, ti bendo gli occhi e resterai così finché non arriviamo alla destinazione finale-
-NO. Assolutamente no. Tu non mi bendi gli occhi! Non di nuovo-
-Ma l'altra volta ti era piaciuta da morire la sorpresa -dice alludendo alla prima volta che mi ha portato a vedere le stelle sull'altopiano sopra Torino
-Sì... ma no. Poi pensa a cosa dirà la gente vedendo una bendata in giro per l'aeroporto, cioè ma che siamo matti?-
-Un po' lo siamo -ribatte lui con il suo solito (irresistibile) sorriso e in effetti non ha tutti i torti
Lancio uno sguardo fuori dal finestrino piena di sconforto, perché so che Paulo non demorderà dal suo intento, ma appena vedo il paesaggio mi illumino
-Parigi! -grido al settimo cielo -Mi hai portata a Parigi amore -dico rivolgendomi verso Paulo che mi fissa scioccato e mi alzo per gettargli le braccia al collo -Ti amo! Avevi ragione: condivido pienamente la destinazione scelta -continuo entusiasta baciandolo e mettendomi a sedere sulle sue gambe
-Ma come hai fatto a capirlo? -chiede lui ancora confuso e sbigottito
-Ho visto Parigi fuori dal finestrino: semplice-
Paulo si protende per controllare a sua volta la vista al di là del vetro
-Siamo ancora troppo in alto per distinguere qualcosa e poi è buio pesto fuori: si vede solo un ammasso di luci. È impossibile che tu abbia riconosciuto Parigi guardando fuori, devi aver visto i biglietti-
-No, te lo giuro, non ho visto i biglietti. E sì, si vedono solo delle luci, ma sono luci con una disposizione ben precisa: quella della città di Parigi -spiego -Amore, dimentichi che ho sorvolato questa città tantissime altre volte: Parigi è come giocare in casa per me-
Paulo sbuffa
-Hai ragione, non avevo messo in conto le tue capacità sovrumane di ricordare i dettagli... Comunque sia, sorpresa rovinata-
-Perché dici così? Non è rovinata affatto, anzi direi che è riuscita alla grande e mi è piaciuta da morire!-
-La sorpresa era portarti davanti alla torre Eiffel e solo allora farti aprire gli occhi. Però tu hai scoperto tutto ancora prima di atterrare-
-Posso sempre fare finta di non sapere di essere a Parigi e fingermi sorpresa alla vista della torre -dico forzando un sorriso, ma il mio tentativo di far ridere Paulo fallisce miseramente -Scusa-
-Fa niente... La prossima volta ti bendo appena saliamo in aereo!-
-Ehi -dico fingendomi offesa e tirandogli un pugno sulla spalla, ma come unico risultato ottengo la risata di Paulo -Aspetta un attimo-
-Che c'è? -chiede
-Questo significa che non mi porti più alla Tour Eiffel?-
-Tranquilla, ti ci porto comunque -mi rassicura Paulo -So che ami da matti quella torre-
Sorrido e lo bacio
-La amo giusto un pochino in più di quanto amo te -dico poi
-Sicura? -chiede Paulo posizionando le sue dita sui miei fianchi, pronto a torturarmi con il solletico e questo basta per farmi arrendere subito
-Volevo dire che la amo giusto un pochino in meno di quanto amo te-
-Sei una pessima bugiarda -esclama Paulo facendomi ridere -Ma ti amo lo stesso -aggiunge baciandomi

Ho rubato una stella per te #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora