Capitolo 4

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-È davvero bellissima-
-Grazia tante mademoiselle-
La casa di Kylian è davvero graziosa: grande quanto basta e molto accogliente.
-Allora la tua stanza è questa qui, proprio di fronte alla mia-
-Ti avevo detto che sarebbe andato bene anche un hotel-
-E io ti avevo risposto che saresti stata a casa mia, come sempre e per sempre-
Scuoto la testa: è una causa persa.
-Comunque immaginavo che ti saresti sentita "in debito", quindi ti ho già trovato un modo per toglierti questo gigantesco peso dall'anima-
-Questa cosa mi fa paura. Cos'hai combinato?-
-Ho invitato Paul e un altro paio di compagni di squadra a cena, sai per conoscerci meglio e mi è sfuggito il fatto che sei una cuoca bravissima e che la cucina indiana è deliziosa...-
-Kyl, vieni al punto-
-Dovresti cucinare indiano per la cena di stasera-
-Dimmi che è uno scherzo-
-Ti pregooooo-
Ecco quando fa così lo odio, perché non riesco a dirgli di no a niente
-Va bene, però ci tocca andare a fare la spesa-
-Lo sai che ti adoro-
-Come no... Muoviti adesso, altrimenti non facciamo in tempo -lo sgrido ridendo.

Vaghiamo per ore in cerca di negozi che abbiano spezie indiane e finalmente ne vedo uno. Entriamo e il proprietario, un signore pakistano sulla trentina, inizia a mostrarci le cose più stravaganti e cerca di convincerci a comprarle a tutti i costi
-Questo piatto molto speciale, se mangi qui, non ingrassi mai-
Devo ammettere che è una politica di vendita decisamente buona, ma purtroppo poco credibile...
-Signore vogliamo solo farina di ceci, curcuma e garam masala -dico cercando di essere più gentile possibile
-Io c'è, ecco qua. Ma signore deve comprare questa crema per viso: viene lunga barba, molto morbida-
L'espressione di Kylian è impagabile: il suo sguardo mi implora aiuto e per me è sempre più difficile trattenere una risata. La mia attenzione cade sull'orologio sulla parete e mi rendo conto che si è fatto decisamente tardi:
-Bhai jhan, hame dheri hora hi he, vharna zaroor rookte apke pas (Fratello, stiamo facendo tardi, altrimenti ci saremmo trattenuti volentieri qui con te)-
-Aap... (Tu...)-
-Hindustani (Indiana) -lo interrompo io
-Tabi itni hoshiar ho, acchi bhat he (Ecco perché sei così sveglia, è un bene)-
Forse avrei dovuto parlare in indiano già dall'inizio, perché ha subito smesso di pubblicizzare assurdità: ha capito che non avremmo abboccato. Paghiamo e usciamo velocemente:
-Cosa gli hai detto?-
-Che sei un serial killer e che ti stavi arrabbiando sul serio-
-Cosa? -urla mentre saliamo sulla sua BMW nera
-Sto scherzando! -rido -Gli ho solo detto che stavamo facendo tardi. E se non ti sbrighi a mettere in moto, lo faremo per davvero -lo rimprovero
-La prego di perdonare questo povero autista mademoiselle -dice accennando un lieve inchino con la testa, mentre preme sull'acceleratore facendo rombare il motore e subito parte a tutta velocità.

-Allora ora chiamo mia mamma, tu intanto sbuccia le cipolle e l'aglio-
-Io?-
-No guarda, il frigo. Ovvio che sto parlando con te-
-Speravo di riuscire a ingannarti-
-Ma davvero? -chiedo sarcastica -Ah e non mi hai ancora detto in quanti saranno di preciso-
-Sei se viene anche la fidanzata di Bernardeschi, più noi due-
-Otto persone?-
-Sì-
-Fortuna che erano un paio... se fossero stati una decina non oso immaginare come avrei fatto a cucinare per tutta Torino! Comunque mi devi prestare il tuo cellulare, il mio è rotto-
-Tieni. Ma come hai fatto a romperlo?-
-Mi è caduto -dico prendendo il suo e evitando di incrociare il suo sguardo, altrimenti capirebbe immediatamente che gli sto nascondendo qualcosa. Vorrei dirgli la verità, anche perché odio mentirgli, ma non vorrei mai che le cose tra lui e Dybala partissero con il piede sbagliato, in fondo sono compagni di squadra ora e la cosa migliore sarebbe che fossero amici.
-Ti è caduto? A te? So bene come tratti le tue cose, soprattutto quel cellulare: tieni più a lui che a me!-
-Non è vero! -dico alzando istintivamente la testa, ma appena incrocio i suoi occhi la riabbasso, facendo finta di usare il suo cellulare -Sto solo attenta e quello era pure un regalo, quindi ero solo un po' più cauta... Ma sono umana anch'io e infatti mi è caduto-
-Sei brava a recitare, ma finché non imparerai a mentire guardando le persone negli occhi, non vincerai mai l'oscar -lo guardo sorpresa e lui mi sorride -Ti conosco abbastanza bene da sapere che se non mi dici qualcosa, c'è un valido motivo, quindi farò finta di crederti -dice facendomi l'occhiolino.
Lo abbraccio e lui mi stringe forte tra le sue braccia: potrei restare così per sempre. Lui mi fa sentire giusta e dopo anni passati a sentirmi sbagliata, è una sensazione meravigliosa. Vorrei dirgli grazie, ma oggi più che mai questa parola mi suona piccola e scontata. Mi solleva il viso dal suo petto e mi chiede:
-Cuciniamo piccola?-
Annuisco accennando un lieve sorriso.
Riprendo in mano il cellulare e chiamo finalmente mia mamma:
-Pronto?-
-Mamma, sono io-
-Myra! Dove hai il telefono? Hai idea di quante volte ti ho chiamato?! Eravamo tutti preoccupatissimi-
-Scusami tanto, ma mi è caduto e si è rotto-
-Beh era ora che te ne comprassi uno nuovo, almeno ora hai una scusa-
-Mamma! -la rimprovero. Io ero affezionata a quel cellulare, nonostante fosse ormai un modello di iPhone preistorico...
-È solo la verità. Comunque quando torni a casa?-
-Presto, una settimana e sono lì da te-
-Promesso?-
-Promesso. Mamma, ti devo chiedere un'altra cosa-
-Dimmi-
-Come si fa il pollo al curry?-

Ci sono volute ben due ore, ma finalmente ho finito e una perfetta cena indiana è pronta per essere servita. Non so come avrei fatto senza l'aiuto di mia mamma... Spero solo che piaccia a tutti, non vorrei aver fatto tanta fatica invano
-Ehi, io esco un attimo -mi avverte Kylian
-Okay, ma non fare tardi-
-Non ti preoccupare, è una cosa veloce. Ci vediamo più tardi -dice correndo verso la porta, chissà cos'ha in mente...
Appena rimango da sola, mi rendo conto di quanto sono stanca: se chiudessi occhio adesso, potrei dormire fino a dopodomani. Decido che la cosa migliore sia farmi un bagno caldo. Riempio la vasca idromassaggio e appena mi immergo, l'acqua sembra portare via tutta la mia stanchezza, mi sembra di rinascere. Chiudo gli occhi per godermi il momento, ma subito il ricordo di una persona mi assale: Paulo. Mi chiedo perché io finisca sempre a pensare a lui e perché ogni volta provi emozioni diverse... Ora non sono né arrabbiata né pentita, solo curiosa: curiosa di sapere cosa volesse dirmi al bar, curiosa di sapere cosa pensasse mentre mi fissava in sala conferenze, curiosa di sapere se anch'io sono un pensiero fisso per lui. No, non potrei mai esserlo: lui ha decisamente di meglio a cui pensare... In fondo io sono solo una sciocca ragazza ancora troppo bambina.

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Spazio autrice <3
Ecco il 4^ capitolo, ha un ritmo diverso rispetto agli altri, ma spero vi piaccia, anche perché mi descrive molto personalmente... Sarei davvero curiosa di sapere cosa ne pensate, quindi commentate e se vi piace votate😉
PS la frase nell'immagine di copertina è mia, che ve ne pare?

Ho rubato una stella per te #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora