Capitolo 14

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-Myra c'è Paulo -mi avverte Kylian aprendo la porta d'ingresso
-Arrivo -rispondo dandomi un'ultima sistemata
Ho scelto dei jeans strappati e una maglietta nera attilata, crop e off-shoulder, abbinati ai miei soliti sandali neri con tacco largo e i capelli sistemati in un semplice semi raccolto. Ovviamente evito il trucco, passandomi sulle labbra solo il mio labellino alle more. Prendo la mia borsetta di pelle nera ed esco dalla camera.
Paulo e Kylian sono in salotto a parlare delle ultime novità del calciomercato
-Andiamo? -chiede Paulo e io annuisco
-Kyl tu che fai? -domando
-Tra un po' arrivano gli altri e facciamo una bella serata tra uomini -risponde fiero
-Fifa?-
-Ma certo-
-Odi Fifa? -chiede Paulo notando la mia espressione di disappunto, ma Kylian mi precede nel rispondere dicendo:
-Lei odia tutto ciò in cui è negata-
-Non sono negata! Semplicemente non ho mai imparato-
-Posso insegnarti io -dice Paulo
-Idea grandiosa! -urla Kylian -Ora andate a cena, poi le insegni a giocare a Fifa e visto che questo porterà via un sacco di tempo, rimarrete via per un bel po' e anche in questa casa ci sarà finalmente pace -mi trattengo dal tirargli una gomitata, ma gli lancio comunque un'occhiataccia -Scherzo. Però ora andate che fate tardi-
Lo abbraccio per salutarlo e gli do un pizzicotto, lui soffoca un grido di dolore e dopo avergli rivolto un sorriso di vendetta, usciamo.

Paulo, da vero gentiluomo, mi apre la portiera dell'auto:
-Grazie-
Dopodiché fa il giro e una volta salito, partiamo subito. Stiamo entrambi in silenzio: lui concentrato sulla strada, io con la testa rivolta al finestrino, intenta a guardare il cielo nuvoloso ma comunque luminoso, le strade immerse in un insolito silenzio e i lampioni che sembrano diventare comete, mentre noi sfrecciamo via. Paulo mette la musica e senza nemmeno pensarci inizio a cantare:
-No tengo que mentir, no tienes que jurar
Se nos acaba el tiempo y sabes que me voy y te vas...-mi fermo notando Paulo guardarmi stupito, ma invece di commentare continua la canzone e finiamo tutti e due a cantare a squarciagola.

-No sera la última vez -sussurriamo insieme l'ultimo verso e immediatamente esclamiamo all'unisono:
-Amo questa canzone! Non ci credo! Anche tu ami i Morat? Sì!-
Scoppiamo a ridere
-Sembriamo telepatici -commento
-Fatti l'uno per l'altro -dice lui e io lo guardo sorpresa, ma subito Paulo cambia discorso -Comunque hai uno spagnolo davvero buono-
-Ma se sembro tedesca!-
-Non è vero -dice ridendo -Hai un accento diverso, speciale-
Speciale... La sfumatura più bella che diverso possa assumere.

-Eccoci arrivati -dice Paulo parcheggiando davanti al ristorante dove ha prenotato
Scendiamo dall'auto e lui aggiunge fiero:
-Il miglior ristorante di sushi in tutta Torino-
Appena dice sushi mi sento morire: io odio il sushi, ma non me la sento di dirlo a Paulo. Così gli rivolgo un sorriso e mi incammino verso l'ingresso. Entriamo e il cameriere ci mostra il nostro tavolo: un piccolo tavolo per due al centro dell'immensa sala. Ci accomodiamo e intanto che aspettiamo il menù mi guardo intorno: alla mia destra c'è un piccolo palco su cui suona un duo di flauto a traverso e clarinetto e il locale è quasi al completo. Ci sono un sacco di persone, tutte vestite in modo elegantissimo e probabilmente in mezzo a loro io sembro una che è entrata nel posto sbagliato...
-Stai benissimo -dice Paulo come se mi avesse letto nei pensieri -Le stelle sono sempre più luminose dei lampioni, perché brillano di luce propria, non hanno bisogno di pali dalle forme complesse o di lampadine speciali-
Gli sorrido, o meglio sorrido a quegli occhi capaci di farmi sentire bellissima, e sussurro:
-Grazie-

-Il menù -dice il cameriere lasciandocelo e mi basta dargli una letta veloce per capire che c'è solo e soltanto sushi,il che sembra sensato dato che è un ristorante di sushi.
-Vado un attimo in bagno -dico a Paulo
-Okay-
Mi alzo e mi allontano velocemente. Entro in bagno, chiudo la porta e immediatamente tiro fuori il cellulare e chiamo Gemma. Squilla per quasi un minuto, ma lei non risponde, parte la segreteria. Riprovo a chiamare e finalmente sento la voce di Gemma dall'altra parte del telefono:
-Stavo cenando, scusa-
-Gemma non so che fare!-
-Calma, dimmi che succede-
-Sono venuta a cena con Paulo e...-
-Aspetta cosa?! Io sono rimasta a te che volevi mandargli i soldati a casa, com'è che siete finiti ad un appuntamento?-
-1. Non è un appuntamento
2. Sono successe tante cose che adesso non ho tempo di raccontarti, ma il punto è che ho capito che Paulo è una persona meravigliosa e ho deciso di dargli una seconda chance proprio come mi avevi consigliato tu-
-Okay e allora qual è il problema?-
-Beh mi ha portato in questo ristorante super lussuoso, esattamente il tipo di posto che piace a me e te, ma questo ristorante serve solo una cosa: il sushi-
-Tu odi il sushi-
-Appunto-
-Non vedo dove sia il problema, dillo a Paulo e basta-
-No! Non voglio che pensi che io sia una viziata schizzinosa che rovina sempre tutto e non apprezza niente-
-Non capisco perché parti dal presupposto che lui debba pensar proprio questo. Io penso che lui abbia una buonissima idea di te perché in fondo sei esattamente l'opposto di quello che hai detto prima-
-È proprio perché ha una buonissima idea di me che non voglio rovinarla...-
Dopo qualche secondo di silenzio disapprovante Gemma chiede:
-Dove sei adesso?-
-In bagno-
-Da quanto?-
-Suppongo un bel po'-
-Forse dovresti uscire, Paulo si starà chiedendo se tu stia bene-
-Sei un genio! -urlo illuminandomi all'improvviso
-Cosa?-
-Mi hai fatto venire un'idea. Ora esco e me ne vado e scrivo a Paulo che sono tornata a casa in fretta e furia perché non mi sentivo bene. Mi crederà visto che stavo davvero male oggi pomeriggio-
-Io resto dell'idea che sia meglio dirgli molto semplicemente che non ti piace il sushi, ma tanto lo so che se secondo te una cosa non funziona, è inutile cercare di convincerti del contrario... Quindi fai come vuoi, ma almeno invece di scappare via e mandare poi un messaggio, diglielo e fatti riaccompagnare a casa-
-Non posso, non riuscirei a mentirgli -non a quegli occhi...
-Myra mi sta chiamando mia mamma, ti richiamo dopo-
-Okay-
Attacco e esco dal bagno. Senza nemmeno voltarmi a guardare verso la sala, mi dirigo all'uscita e in un attimo sono fuori dal ristorante. Sto giusto andando verso la strada, pensando al fatto che un taxi a quest'ora da sola non è una gran bella scelta, quando sento qualcuno dire:
-Ti riaccompagno a casa io se vuoi-
È impossibile non riconoscere quella voce e quell'inconfondibile italiano con un meraviglioso accento argentino. Mi volto lentamente come un ladro colto con le mani nel sacco e vedo Paulo appoggiato al cofano dell'auto con il suo bellissimo sorriso che gli illumina il viso come sempre.
-L'ho capito dalla faccia che hai fatto quando siamo arrivati che il sushi non ti piaceva. Aspettavo solo che me lo dicessi. Però originale l'idea di scappare via-
Non c'è rabbia o risentimento nella sua voce, solo dolcezza e non riesco a crederci che gli sia bastato guardarmi per capire tutto...
-Scusami -dico avvicinandomi -È solo che di crudo io non mangio nemmeno il prosciutto e il pesce non mi fa impazzire -ho parlato velocemente e sbattendo le mani, come faccio sempre quando devo spiegare i miei comportamenti strani, ma Paulo non si scompone minimamente e chiede:
-E perché non me l'hai detto?-
-Avevo paura di deluderti -rispondo istintivamente, ma non faccio in tempo a realizzare quello che ho detto che già desidero di potermi rimangiare le parole.
Sono stata sincera, troppo sincera, perché di solito non dico mai le mie paure e le mie emozioni con tanta confidenza, motivo per cui passo sempre per quella apatica.
Paulo sorride e dice:
-Deludermi per così poco? A te perdonerei il mondo-
Lo guardo negli occhi e mi rendo conto che non sta scherzando: lui mi perdonerebbe tutto, per davvero. Mi chiedo se quando mi guarda veda davvero me o la ragazza perfetta che vorrebbe che io sia e ho paura che possa essere la seconda scelta: non sono pronta a sentirmi dire che si era sbagliato su di me, che pensava fossi diversa, che la vera me non è abbastanza...
-Posso provare a raddrizzare questa serata un po' storta? -dice Paulo risvegliandomi dai miei pensieri
Annuisco con un sorriso e Paulo mi fa salire in auto, aprendomi la portiera, e parte.

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Spazio autrice <3
Ecco il 14! Spero vi stia piacendo la storia, continuate a votare e commentare! Come sempre aggiungo caratteristiche strane della nostra pazza protagonista e le cose tra Paulo e lei stanno finalmente prendendo forma, ma la vita ama sorprendere e il destino ama giocare... Scherzo!😅 Appuntamento al prox cap, ciaooo❤🌟
PS allego la foto dell'outfit

 Scherzo!😅 Appuntamento al prox cap, ciaooo❤🌟PS allego la foto dell'outfit

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