Capitolo 70

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Eccolo. Raggiante nella sua tuta nera con il borsone gettato su una spalla. Esco dall'auto e lo aspetto lì in piedi. Lui affretta il passo verso di me e una volta che mi ha raggiunto, lascia cadere il borsone a terra e mi stringe in un abbraccio fortissimo. Sprofonda il suo viso nell'incavo del mio collo e io lo stringo ancora più forte. Sa di muschio bianco.
-Ti amo -sussurra tra i miei capelli e la sua voce tradisce la sua emozione
Gli do un tenero bacio sulla guancia
-Mi sei mancato Paulito e stasera sei stato fenomenale -dico
Lui si allontana leggermente per guardarmi negli occhi
-Te l'avevo detto che Bologna è la mia vittima preferita -dice e ridiamo
-Vieni, ti porto a conoscere la tua vittima-
Gli prendo la mano e lo accompagno al lato dell'accompagnatore, poi salgo da quello del guidatore e parto.
-Dove andiamo di preciso? -chiede
-Lo scoprirai -dico restando misteriosa
È uno dei miei posti preferiti e la parte più bella è che ci vogliono solo cinque minuti in auto dallo stadio.
Mentre scaliamo la montagna, la salita si fa sempre più erta e la città sempre più piccola. Paulo osserva meravigliato il paesaggio fuori.
-Si vede lo stadio da qui -esclama
-Già, vedi tutti i colori e le luci del Dall'Ara, ma presto vedrai tante altre cose più belle-
-Sembra gigante anche visto dall'alto -dice lui continuando ad ammirare lo stadio e ignorando totalmente ciò che gli ho detto io
È un calciatore... Cosa ci può essere di più bello di uno stadio per lui?
-Tu devi ancora dirmi come hai fatto a trovarmi in uno stadio gigante-
-Non sono io che ti ho trovato, sei tu che ti sei fatta trovare -risponde distogliendo finalmente gli occhi dal finestrino e guardandomi
-Io? -chiedo non capendo e lanciandogli un veloce sguardo
-Amore se trattieni il respiro ogni volta che tocco palla, si crea una depressione d'aria nella zona in cui sei seduta ed è facile trovarti -dice e scoppia a ridere su quella che non capisco se sia una battuta o semplicemente una cazzata
-Un fisico amore! Sei veramente un fisico. Adesso ti portano il Nobel, pazienta un attimino -ribatto sarcastica e Paulo sorride
-Non te lo so dire come ti ho trovato, certe cose non si spiegano, succedono e basta. Io ti ho sentito, ho sentito che eri lì e voltarmi da quella parte mi è venuto automatico. Tu sapresti dirmi perché ogni volta che cammini, tra tutte le persone che ci sono intorno a te, vai sempre a sbattere proprio contro di me?-
Resto in silenzio e il mio silenzio dà ragione a Paulo. Le persone destinate a trovarsi trovano sempre un modo per trovarsi, perché l'Universo stesso si mette in moto per farle incontrare... O scontrare. Un tempo non credevo a queste cose, a queste magie d'amore, le consideravo sciocche chiacchiere tra ragazzini, ma l'amore di Paulo mi ha portato a vivere tutte queste favole e all'improvviso l'impossibile è diventato realtà.

Continuo a guidare in silenzio e finalmente arriviamo a destinazione. Parcheggio e scendiamo.
Il santuario della Madonna di San Luca.
È localizzato in uno dei punti più alti di Bologna: da qui si vede tutta la città e allo stesso tempo, lontano dalle luci artificiali, si vedono anche le stelle.
-È quasi come se fossimo sull'altopiano a Torino -dice a bassa voce Paulo
-I posti magici esistono anche a Bologna-
Gli prendo la mano e mi incammino su per le scale. Arriviamo in cima e ai nostri piedi si distende tutta Bologna. Allungo il braccio e indico un punto lontano:
-Le due torri-
Paulo segue con lo sguardo la direzione da me indicata e poi annuisce veementemente
-Le vedo... Quindi la tua università è circa lì? -chiede indicando un punto poco lontano da dove sta puntando il mio dito
-Sì-
-E invece casa tua è... -comincia a dire facendo scorrere il dito sulla mappa di luci
Io mi volto verso di lui e afferro la sua mano. Lui mi guarda sorpreso e io piego il suo braccio, facendogli puntare il dito contro il suo stesso petto, all'altezza del cuore
-Qui. La mia casa è qui -dico perdendomi nei suoi occhi, che mi fissano con la stessa meraviglia della prima volta
Sorride e si china a baciarmi.
Noi due insieme facciamo invidia alle stelle.
Appoggio la testa al suo petto e lui mi cinge con le sue braccia.
-Amo Torino, ma anche Bologna non è male -dice dopo un po'
-Come città o come vittima?-
Paulo ride
-Mi ha sempre portato fortuna: mi ha regalato le emozioni più belle in campo, i goal più desiderati e oggi mi ha regalato anche la mia prima da capitano-
Sorrido anche se non mi vede, perché mi sorride il cuore a pensare ai successi di Paulo: mi rendono più felice perfino dei miei.
-Ma mai avrei pensato che proprio Bologna mi avrebbe regalato anche l'amore della mia vita -aggiunge e io alzo lo sguardo verso di lui che mi sorride
-Se la metti così, io non avrei mai pensato di sentirmi così felice per una vittoria della Juventus-
-Ti sto forse rendendo un poco juventina?-
-NO -rispondo categorica -Quello mai. Però non la odio più come prima-
-È pur sempre un grande passo in avanti, vorrà dire che mi accontenterò... Per ora-
Rido e mi stringo a lui. Sento la sua mano delicata accarezzarmi la testa, mentre l'altra mi stringe saldamente il fianco
-Se continui a coccolarmi così, potrei addormentarmi in piedi -mugugno
-Vorrà dire che ti riporterò a casa in braccio-
-Guarda che è lunga arrivare a casa da qui-
-Tu mi sottovaluti -ribatte lui -Sono un ragazzo intelligente io: ti porto in braccio fino al parcheggio e poi prendo l'auto-
-Sono gelosa della mia auto, non la lascio toccare a nessuno-
-Ah quindi tu puoi guidare le mie, ma io non la tua? -chiede e io faccio le spallucce -Sei una ragazza cattiva Myra -dice e sento le sue dita infilarsi sotto alla mia maglietta e posizionarsi sui miei fianchi nudi
-No, no, no -dico intuendo le sue intenzioni, ma è tutto inutile
Comincia a solleticarmi i fianchi e io non riesco più a smettere di ridere: la mia risata riecheggia contro gli alberi dei boschi che ci circondano, per poi sollevarsi ad accarezzare il cielo e disperdersi come nebbia sulla città lontana.
-Paulo smetti ti prego -ansimo e finalmente lui la smette
Lo spintono leggermente per allontanarlo da me e lui ride divertito
-Sei odioso-
-Ma tu mi ami lo stesso -dice e mi tira nuovamente verso di sé
Amo come riusciamo a passare dal farci le carezze a farci gli scherzi, per poi tornare alle carezze come se nulla fosse. Amo la nostra complicità, la nostra capacità di prenderci in giro e allo stesso tempo di amarci profondamente. Ho le mani appoggiate al suo petto e sento il suo cuore battere: il suo battito regolare e potente mi ha sempre rilassato, perché mi rassicura e rivitalizza.
-Il tuo cuore batte sempre troppo forte Myra -dice invece lui
-È colpa tua -sussurro e lui sorride
-Lo so, faccio questo effetto alle ragazze-
Sbuffo
-Non ci sarà mica qualcuno un po' geloso qui? -mi canzona lui
-Io non sono una tipa gelosa, quindi non so di chi tu stia parlando-
-Ah no? Mi sarò sbagliato allora... Eppure mi sembrava che quando parlavo con una certa persona, ci fosse qualcuno leggermente infastidito-
-Non so di cosa tu stia parlando-
-Probabilmente me lo sono immaginato... Comunque la tua amica è proprio carina. Non si può negare: le bionde hanno un qualcosa in più -dice e d'istinto gli pesto il piede -Ahia! -urla lui sorpreso da questa mia reazione inaspettata
-Non ti è bastato regalargli la maglia che hai indossato alla tua prima partita da capitano? Non so, vuoi andare anche a cantarle la ninna nanna e darle la buonanotte? O vuoi fare le trecce ai suoi bei capelli biondi? -sbotto, ma non finisco di parlare che mi pento di quello che ho detto
Cazzo. Ho davvero fatto una scenata di gelosia? Oltretutto per Sara che è una mia amica e ben sapendo che non c'è nulla tra lei e Paulo. Sto davvero impazzendo. Paulo mi fissa sbalordito, poi all'improvviso scoppia a ridere e stavolta sono io a restare scioccata.
-Amore, tu non hai idea di quanto sei carina quando fai la gelosa. Sembri una bimba imbronciata perché le hanno rubato il lecca lecca! -dice continuando a ridere
Ora sì che sono imbronciata. Incrocio le braccia sul petto e Paulo la smette finalmente di ridere.
-Mi conosci così bene da capirmi senza bisogno che io parli, ma il fatto che mi piacciano le more non ti entra proprio in testa eh? -dice con il suo sorriso che minaccia di farmi sciogliere da un momento all'altro -Non mi piace la tua amica, l'ho detto solo per farti ingelosire, perché tu dici sempre di non essere gelosa e io volevo dimostrarti il contrario: volevo mostrarti quanto maledettamente mi ami, volevo mostrare a me che ormai non mi lasceresti a nessun'altra-
Mi passo la lingua sulle labbra e distolgo lo sguardo da Paulo. Odio quando le persone riescono a farmi fare quello che vogliono, quando riescono a controllare le mie azioni, i miei pensieri, le mie emozioni. Lo odio e infatti non permetto a nessuno di farlo, a nessuno tranne a Paulo. Lui ci riesce senza che io gli dia alcun permesso, ci è sempre riuscito ed è stato proprio questo ad attirarmi inesorabilmente verso di lui: lui aveva un potere su di me che nessun altro uomo aveva e questo mi faceva impazzire. Paulo si avvicina a me e accarezza dolcemente la mia guancia
-Non hai ancora perso l'abitudine di fare finta che non te ne freghi un cazzo quando in realtà ci tieni così tanto -dice e la sua voce suona stranamente roca e profonda
Alzo lo sguardo e cerco i suoi occhi: hanno la stessa luce della prima volta che mi disse questa frase. Stessa luce, stessa intensità.
-Lo sai, ci vuole tempo per perdere le brutte abitudini -dico e lui sorride
-Lo so, ma sono qui per aiutarti a perderle-
Sorrido e appoggio la mia fronte contro la sua. A volte mi chiedo dove trovi la pazienza di sopportare certi miei lati...
-Comunque a me la tua amica non piace, ma non posso dire lo stesso dei suoi sentimenti nei miei confronti -dice infine e io rido
-Ai suoi occhi sei un fighissimo pezzo di manzo e tu hai avuto la geniale idea di toglierti la maglia davanti a lei e restare a petto nudo: è stato un miracolo che non mi sia svenuta o morta d'infarto lì-
-Io volevo solo fare un gesto carino. Ho pensato è un'amica di Myra, la devo trattare bene, sennò Myra mi ammazza-
-Myra il mostro cattivo-
-No -dice lui ridendo -Myra i miei amici non si toccano -dice e in effetti ha ragione -Però oggi mi sono trovato davanti un'altra Myra: Myra la fidanzata gelosa -aggiunge facendomi la linguaccia
-Non è per gelosia, è solo che quella maglia la volevo conservare come ricordo di questa serata!-
-Fortuna che la mia maglia ti faceva schifo -dice alludendo alla prima volta che me ne regalò una
-Non mi faceva schifo la tua maglia, ma tu -preciso
-Ah scusa, così è molto meglio-
-Ma da lì a poco avrei cambiato opinione-
-L'avresti cambiata perché io te l'avrei fatta cambiare-
-Sìsì, va bene, è tutto merito tuo -dico tagliando corto e Paulo ride nel vedermi così alterata
Mi dà un bacio sulla guancia e dice:
-Mia piccola collezionista di ricordi, non mi sono scordato di te. Ho regalato la maglia alla tua amica, perché per te ho preso una cosa più speciale-
-Cosa?-
-Chiudi gli occhi e aspettami qui -risponde lui restando misterioso
Faccio quanto mi ha detto e sento i suoi passi allontanarsi. Paulo e le sue sorprese... Non finiscono mai.

Ecco finalmente lo sento tornare.
-Posso aprire gli occhi?-
-Non ancora-
Passano secondi che paiono interminabili.
-Ora puoi farlo-
Apro gli occhi e mi guardo intorno confusa. Non è cambiato nulla e le mani di Paulo, che sta in piedi difronte a me, sono vuote.
Paulo sorride, allunga il braccio fuori dal cornicione verso il cielo e stringe le dita come se avesse afferrato qualcosa. Sorrido, perché questa storia la conosco già e mi piace da morire. Alzo il braccio e apro la mano difronte a lui che posa sul mio palmo il suo piccolo bottino e richiude le mie dita. Mi fa cenno di attendere e allunga il braccio ancora una volta. Ne acciuffa un'altra e chiude anche quella nella mia mano. Poi ripete il tutto una terza volta. Serra il mio pugno con le sue mani e dice:
-Ho rubato tre stelle per te e mi hanno regalato un pallone-
E all'improvviso mi mette davanti agli occhi il pallone della partita di questa sera, costellato dagli autografi di tutti i suoi compagni, che come da tradizione si porta a casa il giocatore che segna una tripletta. Non ho idea di dove l'avesse nascosto e da dove l'abbia tirato fuori, ma la magia è riuscita perfettamente. Tre stelle. Tre goal.
-Ecco a te il regalo per ricordarti di questa sera -dice porgendomelo
-Ma è il tuo premio, io non... -provo a obiettare, ma Paulo mi interrompe
-Quella tripletta era più tua che mia -dice e mi porge ancora una volta il pallone
Lo prendo ancora un po' titubante e lui sorride soddisfatto.
-Prima o poi mi dirai da dove ti vengono queste idee meravigliose-
-Se te lo dico, ridi-
-Giuro che non lo faccio-
Paulo sembra pensarci, poi si china verso di me e si avvicina al mio orecchio:
-Le rubo da te -sussurra -Dai tuoi occhi. Tu non lo sai, ma loro dentro racchiudono racconti e sogni bellissimi e io do vita a quei racconti-

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Spazio autrice <3
Ecco finalmente il capitolo pieno d'amour che vi avevo promesso!💞
Santuario della Madonna di San Luca: il posto magico✨
È uno dei miei posti preferiti a Bologna, uno dei primi che ho visto e uno di quelli che restano impressi nella memoria per sempre (foto scattate da me in copertina) 😍😍
Non potevo non ambientarci parte della storia d'amore di Myra e Paulo!
Nel raccontarvi quest'ultima cerco sempre di non banalizzare, ma di farvi vivere l'emozione e l'amore che c'è fra i due protagonisti... Spero di esserci riuscita anche stavolta!
Se sì, fatemelo sapere con una bella stellina 💫❤️
I lettori più attenti noteranno tanti parallelismi con il capitolo 19: volevo creare un ponte che trasmettesse l'idea di eterno... Oltre il tempo, oltre ogni limite, oltre ogni fine.
Btw preferite il Dybala che fa dediche o quello che fa scherzi? Ditemelo nei commenti!
Detto ciò, io vi saluto che è tardi e noi ci vediamo al prox cap✈️🖤💙

PS Myra oggi è particolarmente contenta...🏆

Ho rubato una stella per te #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora