Capitolo 34b

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...le sue labbra carnose che sfiorano le mie...
-Luca non cominciare con una delle tue -dice Teo allontanandolo con una spinta e per quanto si sforzi di non sembrare rude, si vede lontano un miglio che il suo gesto non era affatto amichevole
Non ho mai visto Teo così infastidito, sembra pronto ad esplodere
-Stavo solo provando a rompere il ghiaccio e far sentire a suo agio Myra -si difende Luca senza mai perdere il suo sorrisetto
-Lei non è come le altre-
Teo è veramente incazzato e io mi sento come se fossi sott'acqua: ogni cosa mi arriva ovattata e io mi sento incapace di reagire. Non capisco perché io non abbia allontanato Luca e la reazione di Teo mi confonde. Non so cosa fare e mi ritrovo ad essere una silente spettatrice a questa lite pronta ad esplodere, proprio come tutti gli altri che sembrano essere venuti proprio per assistere a questo spettacolo, come se sapessero già che ci sarebbe stato.
-E tu invece? Sei come tutti gli altri? -chiede Luca con una punta d'ironia
-Luca sai cosa intendo-
-E lei invece lo sa? Gliel'hai detto?-
Vedo Teo fargli cenno di zittire, ma Luca continua:
-Pensa che succederebbe se glielo dicessi, proprio ora, proprio qui-
-Luca ti prego-
-No sono io che prego te: smettila di complicarti la vita da solo-
-Sei tu...-
-Sono io cosa?-
Teo serra le labbra e stringe i pugni: si sta trattenendo con tutte le sue forze
-Vuoi che glielo dica?-
-Luca no, ti prego -Teo sembra sul punto di piangere e io non ce la faccio più
-Cosa mi vorresti dire Luca?! -chiedo ormai rotta da questa situazione e per quanto io stia odiando Teo, non sopporto il fatto che Luca lo faccia soffrire in questo modo -Della scommessa?!-
Appena pronuncio queste parole, tutti i presenti mi guardano scioccati: nessuno sospettava che io lo sapessi già, perché in effetti qualsiasi altra persona al mio posto non sarebbe venuta qui dopo aver saputo la verità, ma io non sono mai stata come qualsiasi altra persona.
-Mi spiace rovinare il vostro bel spettacolino, ma quella la so già -continuo  -Quindi a meno che tu non abbia qualcosa di nuovo da dirmi Luca, io me ne vado -dico guardandolo dritto negli occhi e nessuno fiata -Con permesso -dico alzandomi e passando accanto a Luca, che è improvvisamente ammutolito. Sento la mano di Teo che tenta di afferrare il mio braccio, ma io mi aspettavo quel gesto e infatti non riesce a prendermi, perché io scanso il braccio. Mi dirigo verso l'uscita del locale e sento sulla mia schiena, come proiettili, gli sguardi sbarrati degli amici di Teo puntati su di me: un'altra uscita di scena fottutamente cazzuta, ma a quale prezzo?  Sento Teo gridare il mio nome, mentre sbatte contro i camerieri che imprecano, ma io non mi fermo. Esco sulla strada e il freddo ripara il ghiaccio intorno al mio cuore: ora sono di nuovo al sicuro. Cammino con il mio solito passo spedito, ma non ho fatto in tempo a fare cento metri, che Teo mi raggiunge correndo e, afferrato il mio braccio, mi costringe a voltarmi e guardarlo in faccia.
-Da quando lo sai? -chiede con il fiatone venutogli per l'ansia più che per la corsa
-Da abbastanza tempo per rivalutare tutto ciò che c'è stato fra noi-
-Myra ti prego, lasciami spiegare perché qualunque cosa tu sappia non è l'intera verità-
-Teo hai fatto la scommessa sì o no?-
-Sì, ma...-
-E allora non c'è nulla che dobbiamo dirci -lo interrompo e faccio per andarmene, ma lui mi blocca prendendomi il braccio -Lasciami andare -dico senza voltarmi a guardarlo
-È proprio quello che non ho intenzione di fare -dice lui e io gli lancio uno sguardo fulminante -Ti chiedo solo due minuti. Due minuti e dopo quelli, qualunque sia la tua scelta la accetterò. Ma prima dammi due minuti per spiegare, dammeli se mi hai mai voluto bene veramente -dice mollando la presa e io, dopo aver fatto un lungo respiro per rimanere calma, dico incrociando le braccia:
-Hai due minuti, contati-
-Gra... -comincia a dire lui, ma io non ho finito di parlare:
-E la prossima volta che osi mettere in dubbio l'autenticità del bene che ti ho voluto ti sputo in un occhio -dico offesa interrompendolo
-Scusa, io non...-
-Hai due minuti, usali bene -gli ricordo io interrompendolo per l'ennesima volta e lui, dopo un attimo di silenzio, dice:
-È vero, ho fatto una scommessa, ma quello è stato prima, prima di conoscerti, prima di tutto questo. Io ero appena arrivato a Bologna e Luca e i suoi amici si erano subito mostrati molto amichevoli, quindi giravo con loro. Quel giorno ci trovavamo per caso nel tuo campus e all'improvviso Luca ha tirato fuori l'idea di fare una scommessa e mi ha detto che dovevo baciare te, che in quel momento stavi passando sotto il loggiato. È stato tutto un caso...-
No, Teo, non è stato un caso: Luca non ha scelto a caso me come sua vittima, la sua era una vendetta meditata a lungo. Ricordo ancora la sera in cui lui richiamò Diletta per provare a ingannarla di nuovo e io strappai il cellulare di mano a Diletta per poi ricoprire Luca di insulti. E ovviamente quando lui mi chiese "Chi cazzo sei tu?", non esitai a dargli nome e cognome e urlargli "Vienimi a cercare se hai il coraggio coglione, che ti concio per le feste". Alla fine è venuto.

Ho rubato una stella per te #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora