Capitolo 29

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teo_philous ti ha menzionato in una storia

Ero assorta nei miei pensieri dopo la chiamata con Neymar e fissavo il cielo diventar sempre più nuvoloso, quando all'improvviso mi arriva questa notifica sul cellulare e appena vedo la foto, mi giro di scatto verso la porta della mia camera, che ...

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Ero assorta nei miei pensieri dopo la chiamata con Neymar e fissavo il cielo diventar sempre più nuvoloso, quando all'improvviso mi arriva questa notifica sul cellulare e appena vedo la foto, mi giro di scatto verso la porta della mia camera, che è alle mie spalle, e, come immaginavo, c'è Teo
-Stavo giusto venendo a controllare se respirassi ancora -dice
-Non ti hanno insegnato a bussare prima di entrare nella stanza di qualcun altro?-
-C'era la porta aperta... Comunque quante sono?-
-Cosa?-
-Le stelle -dice e scoppia a ridere
Io mi alzo, prendo un cuscino dal letto e glielo tiro in faccia, ma lui lo afferra al volo e chiede con aria da gradasso:
-Dove te lo appoggio?-
Cammino minacciosamente verso lui, gli strappo il cuscino dalle mani, lo spingo fuori dalla stanza e gli sbatto la porta in faccia
-Ti ricordo che mi devi preparare il pranzo e ho davvero molta fame -urla dall'altra parte della porta
-Dammi almeno il tempo di cambiarmi -ribatto io cercando nell'armadio qualcosa da mettermi e mentre sposto le grucce da un lato all'altro mi sorge all'improvviso un dubbio
-Teo -urlo
-Eh -grida lui
-Come hai fatto ad entrare in casa?!-
-Ho scassinato la porta, elementare Watson!-
-Smetti di fare l'idiota!-
-Mi ha aperto la tua amica-
-Diletta è in casa?!-
-Sì e penso tu la stia disturbando con tutti questi urli, quindi...-
Si interrompe, perché spalanco la porta e lui si concentra a fissare con un'espressione disgustata il mio vestito
-Che c'è ora?-
-Questo coso da dove l'hai tirato fuori? Non l'avrai mica cucito te?-
-Intanto è "tu" il pronome giusto e non "te" e in ogni caso no. È un regalo a cui sono molto affezionata, quindi pondera bene le parole prima di parlare-
-Pondera -ripete facendomi il verso -Beh lasciami solo dire che fa schifo, uno ti deve proprio voler male per fare un regalo così brutto-
-Si vede che sei ignorante sulle altre culture. Questo è un tipico abito della Guinea-
È un regalo della mamma di Pogba, è un po' largo come vestito per me, ma io adoro i suoi colori sgargianti e le sue fantasie particolari e poi me l'ha regalato con così tanto amore.
-Ma tu qualcosa che non sia dell'altra parte del mondo ce l'hai?-
-Io stessa sono dell'altra parte del mondo quindi penso tu sappia già la risposta. E ora spostati se vuoi che cucini-
Teo mi lascia passare scansandosi e noto la porta chiusa della stanza di Diletta: non me ne ero nemmeno accorta del fatto che fosse rincasata e in ogni caso non posso parlarle finché Teo è qui. Entro in cucina e all'improvviso mi rendo conto di non essere andata a fare la spesa: non c'è nemmeno il pane a casa! Poi vedo una borsa in un angolino: fortunatamente ci ha pensato Diletta. Non sono sicura di essere autorizzata a prendere le cose che ha comprato, ma non ho altra scelta. Prendo la busta e controllo cos'ha preso: corn flakes, barrette ai cereali, frutta secca... Diletta è fissata con queste cose. Finalmente intravedo qualcosa che io possa preparare per pranzo: un broccolo. Direi che è perfetto, salutare e buono e in linea con la dieta equilibrata che devo seguire. E poi non ci vuole nulla per cucinarlo.

-Teo -lo chiamo dopo aver apparecchiato
-Arrivo -risponde, ma incuriosita di sapere cosa sia impegnato a fare, esco dalla cucina per controllare dove sia e lo ritrovo dentro la mia camera, intento a guardare il collage di foto, che ho creato intorno allo specchio a forma di mezzaluna, messo alla parete opposta a quella con la finestra.
Lo richiamo con un colpo di tosse
-Ah sì, scusa. Non sapevo che fare e quindi mi sono messo a curiosare un po' -si giustifica
Lo raggiungo e, appena sono in piedi accanto a lui, dice:
-Alcune foto sono davvero molto belle-
-Grazie -rispondo soddisfatta
-Qui dove sei? -chiede indicandone una
-In cima alla torre Eiffel; l'alba vista da lì è uno spettacolo unico -dico con aria sognante ripensando a quel momento
-E il capelluto insieme a te chi è?-
-Un amico -rispondo evasiva e sorpresa dal fatto che non abbia riconosciuto Griezmann -In realtà è proprio quello che mi ha regalato la bombilla e il porongo per il mate-
-Avevo già capito dal taglio dei capelli che aveva dei gusti di merda questo qua. E poi ci vuole per essere amico di una come te-
Gli tiro un pugno in pancia offesa
-Stavo scherzando -dice lui piegandosi in due -Certo che sei proprio una mina pronta ad esplodere per ogni minima cosa... Toccherà ponderare le parole -dice facendo le virgolette alla parola ponderare
-La smetti?! -dico infastidita
-Sì, sì, scusa -dice ridendo e dopo un paio di secondi di silenzio chiede: -Chi è questo qua che compare in una miriade di foto?-
Kyl... Chi altro poteva essere? Mi chiedo come io faccia a vivere senza di lui, lui che aveva riempito la mia vita così tanto che ormai era diventato lui stesso la mia vita.
-Ehi? -mi richiama Teo schioccando le dita davanti alla mia faccia -Dove ti eri persa?-
-Ah no, niente. Teo ma tu non lo segui il calcio? -chiedo incredula del fatto che non abbia riconosciuto nemmeno un calciatore tra tutti quelli che ci sono nelle foto
-No, mi fa schifo -sentenzia deciso e io mi mordo il labbro per trattenermi dal commentare questa cosa.
Possibile che proprio io dovessi beccarmi un esemplare della specie più rara? Un maschio italiano che non ama il calcio... Certo che io e Teo non abbiamo proprio nulla in comune!
-Tu invece sembri fissata -dice
-Ehm? -chiedo non capendo
-Quante maglie di calciatori hai nell'armadio?! -dice guardando verso l'armadio che ho lasciato aperto
-Smetti di curiosare! -dico io andando a chiudere l'anta aperta e da dietro Teo mi chiede:
-Ce n'è qualcuna del Milan?-
-Certo che no! -grido
-Peccato, ricordo che da bambino tifavo per il Milan-
-Fortuna che hai smesso di tifare allora!-
-Cosa sei juventina?!-
-Certo che no! -mi ripeto -Sono interista -dico fiera
-Cos'erano i neroazzurri?-
-Sì-
-Sono un genio! -dice orgoglioso -Ma quante cose mi ricordo?! -continua entusiasta
-Hai finito?-
-Sì -risponde ricomponendosi -Ma non mi è sembrato ci fossero maglie di giocatori dell'Inter nel tuo armadio-
-Infatti non ci sono -confermo e lui mi guarda confuso -Ho le maglie solo dei giocatori che ho incontrato di persona e ancora non ho avuto la fortuna di conoscere alcun giocatore dell'Inter -spiego
-Aspetta: tu hai incontrato tutti quei calciatori?! -chiede incredulo e io realizzo quello che ho appena svelato.
-Ho vinto una specie di concorso, non è che li conosca di persona -mento.
Mento, perché per la prima volta da quando conosco Kylian ho incontrato una persona assolutamente ignorante sul calcio: ha visto le foto eppure non ha capito che io sia amica di calciatori. Per la prima volta posso avere un'amicizia disinteressata e non opportunista e non voglio perdere quest'occasione. Io ho sempre fatto fatica a trovare dei veri amici, ma da quando conosco persone famose, le cose sono perfino peggiorate: tutti fanno finta di essermi amici solo per poter incontrare i calciatori e vantarsene. All'inizio avevo pensato che anche Teo avesse queste intenzioni, ma lui sembra non sapere di queste mie conoscenze... Forse sta solo fingendo, ma io ho sempre avuto una grande fiducia nelle persone. Io mi fido, perché ho bisogno di fidarmi: vivere nello scetticismo mi ucciderebbe. E la verità è che in questo momento crederei a Teo anche se sapessi per certo che sta mentendo: ho bisogno di lui, lui che è diventato la distrazione che mi fa dimenticare il dolore e io mi ci aggrappo come fa il malato alla fiala contenente la cura, anche se sospetta che in realtà sia solo un'illusione... La speranza vince sempre sul sospetto: è un istinto di sopravvivenza.
-Ehi -mi richiama -Visto che nulla di tuo è a caso, ma ci sono sempre significati nascosti, suppongo che ci sia un motivo se c'è proprio questa foto qui-

Ho rubato una stella per te #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora