Capitolo 10

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Sento il sole che batte sulla mia faccia, ma non dà fastidio, è come se mi stesse baciando timidamente e io assaporo questa bella sensazione, ma all'improvviso realizzo di avere la testa appoggiata su qualcosa di duro e un peso sul fianco. Apro gli occhi e vedo un braccio che mi cinge, un braccio con un tatuaggio che è impossibile non riconoscere. Mi alzo di scatto e mi rendo conto di essere in piedi nella stanza di letto di Paulo, con addosso una sua maglia e nemmeno un vago ricordo delle ultime sei ore:
-Stai bene? -mi chiede Paulo svegliato dal modo brusco con cui mi sono alzata
-CHE COSA VUOL DIRE TUTTO QUESTO? -urlo puntandogli un dito contro
-Tranquilla, non è come pensi-
-CHE COSA È SUCCESSO? -continuo io tutt'altro che calma
-Niente, te lo giuro -risponde lui -Te lo giuro su mia mamma -aggiunge vedendo che non gli credo, ma quando sento queste parole abbasso il dito e mi tranquillizzo un po': so quanto Paulo ami sua mamma e non farebbe un giuramento falso su di lei.
-E allora come ci sono finita qui? -chiedo con un tono più pacato
-Tu non ricordi nulla?-
-Io ricordo solo di essere alla festa, di star aspettando che Kyl torni e poi... Sambuca-
-Ti sei scolata quasi un'intera bottiglia-
Mi copro la faccia con le mani e chiedo timorosa:
-Cos'ho combinato da ubriaca?-
-Non molto sai -dice ridendo -Hai bevuto tranquillamente seduta, poi Thalia ti ha detto di venire a ballare ed è quando ti sei alzata che ci siamo resi conto di quanto fossi ubriaca, sono riuscito a evitare che cadessi prendendoti in tempo, ma nessuno poteva fermarti dal vomitare sulle scarpe di Mario-
-Ho vomitato su Mandžukić? -grido
-Sì -risponde ridendo ancor più forte -Ma non è niente di grave eh -aggiunge vedendomi preoccupata -Comunque visto che stavi male, ho deciso di riportarti a casa, mentre Mario si occupava di Berna e Thalia, perché nemmeno loro erano in grado di guidare. Ho provato a chiamare Mbappé, ma rispondeva sempre la segreteria e l'unica altra soluzione che mi è venuta in mente è stata farti dormire a casa mia-
-Ti sei dimenticato la parte in cui la tua t-shirt e è magicamente comparsa al posto del mio vestito e quella in cui tutti i letti e divani di questa villa gigante sono spariti, costringendoci a dormire insieme -commento sarcastica
-Scusa, io in realtà... -balbetta un po' imbarazzato -stavo solo controllando che stessi bene, ma mi sono addormentato. E il vestito... ti assicuro che non ho visto nulla, avevo la testa girata dall'altra parte e anche gli occhi chiusi-
Ignoro completamente le giustificazioni assurde che Paulo si sta inventando e cerco con lo sguardo il mio telefono, appena lo vedo esclamo:
-Io Kylian lo ammazzo -ma quando accendo lo schermo e vedo la miriade di messaggi e chiamate perse dico -O forse lui ammazza me-
Lo chiamo e dopo un paio di squilli risponde ancora assonnato:
-Pronto?-
-Scusa Kyl non volevo svegliarti-
-Myra! Dove sei?-
-A casa di Paulo -dico guardando lui che è ancora in boxer, seduto sul letto a fissarmi e per la prima volta realizzo di avere le gambe scoperte, istintivamente tiro in giù la maglietta, ma subito mi rendo conto di quanto sia inutile come gesto 
-Aspettami lì, ti vengo a prendere-
-Mi porti anche un cambio di vestiti? -dico prima che possa riattaccare
-Ok, 5 minuti e sono lì-
Chiudo la chiamata e dico rivolgendomi a Paulo:
-Intanto che arriva Kylian, mi faccio una doccia -ho bisogno di rinfrescarmi e liberare la mente, sono talmente confusa da aver dimenticato per un attimo addirittura le buone maniere, ma mi affretto a dire -Se non è un problema-
-Nessun problema -risponde sorridendo -Il bagno è proprio dietro di te e gli asciugamani sono nel mobile sotto il lavandino. Se ti serve altro...-
-No sono a posto -lo interrompo -Grazie - aggiungo con un sorriso e prima che possa dir altro entro in bagno e chiudo la porta.
Mi guardo allo specchio: spettinata, trucco colato, sguardo assonnato, espressione imbronciata, eppure il modo in cui Paulo mi guardava mi faceva sentire bella come solo le dive di Hollywood sanno essere appena sveglie. Lo sento alzarsi dal letto e avvicinarsi alla porta del bagno:
-Sono di sotto se hai bisogno e i tuoi orecchini sono sul comodino -detto questo esce dalla stanza.
Noto con meraviglia che Paulo si è preso la briga non solo di togliermi gli orecchini, ma anche di sciogliermi i capelli. Mi svesto, entro in doccia e lascio che l'acqua mi scorra addosso. Penso a quanto sia stata stupida a ubriacarmi in quel modo: adesso tutti penseranno che io sia solo una sciocca ragazzina che si sente grande bevendo, quando in realtà fino a ieri non avevo nemmeno toccato l'alcol, proprio perché ho il terrore di dire o fare cose imbarazzanti e non ricordarmene. Tutto per colpa di un messaggio che alla fine è l'unica cosa che ricordo ancora perfettamente, come se ogni sua singola parola fosse stata scolpita nella mia mente.
Finisco velocemente di lavarmi i capelli e, avvolto un asciugamano, esco dal bagno. La stanza è vuota e sul letto ci sono i vestiti che Kyl mi ha portato: jeans skinny bianchi a vita alta con lo strappo sulle ginocchia e crop top off-shoulder rosa a maniche lunghe. Mi vesto e visto che Kyl non mi ha portato un altro paio di scarpe, recupero i miei tacchi da sotto il letto e me li metto. Tampono ancora una volta i capelli con l'asciugamano e li lascio sciolti cosicché possano asciugarsi da soli, dato che odio il phon e perciò evito di usarlo ogni volta che posso. Raccolgo tutte le mie cose dalla stanza ed esco, ma proprio quando sto per scendere, noto che uno dei laccetti dei tacchi si è slacciato, quindi mi chino a riallacciarlo e dal piano di sotto sento la conversazione tra Paulo e Kylian:
-Comunque Paulo è stata una fortuna che tu fossi ancora alla festa-
-In realtà non era un caso. Io speravo di riuscire a parlarle entro la fine della serata ed ero rimasto per questo, poi l'ho vista attaccata alla bottiglia di Sambuca e ho capito che ormai non avremmo avuto nessun dialogo, ma che dovevo restare per tenerla d'occhio-
Non avevo intenzione di origliare, ho sentito tutto per caso, ma ora sono curiosa di sapere di più, quindi rimango accovacciata lì, dove non mi vedono, ad ascoltare:
-E hai fatto bene, non l'ho mai vista nemmeno avvicinarsi all'alcol, mi chiedo cosa l'abbia spinta a farlo...-
Dopo qualche attimo di silenzio Paulo dice:
-Posso farti una domanda?-
-Certo-
-Come fai a stare con lei senza innamorartene?-
-Io so solo che lei vorrebbe amicizia e non amore da me e io voglio solo vederla felice, il resto vien da sè-
Non riesco a vederli, ma potrei giurare che Kylian stia sorridendo: lo stesso sorriso che aveva il giorno in cui ci siamo promessi di essere amici per sempre, nulla di meno, nulla di più, semplicemente amici. Quando ci siamo conosciuti lui si era appena lasciato e io avevo scelto di fare la prima parte dell'anno di università a Venezia invece che a Bologna, che era più vicino a casa, proprio per stare lontano da tutti (soprattutto da un ragazzo in particolare): stavamo entrambi scappando dalla realtà, delusi dall'amore, convinti che l'equilibrio l'avremmo ritrovato nella solitudine, ma è esattamente quando si vuole stare da soli che si ha più bisogno di qualcuno che ci convinca che per certe persone vale la pena sorridere anche quando tutto sembra andare a rotoli. Sembra strano, ma a rendere forte il nostro legame è stata proprio la fragilità di altri nostri rapporti, a rendere perfetta la nostra amicizia sono state le nostre imperfezioni.

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Spazio autrice <3
Siamo arrivati al 10! Come sempre colgo ogni occasione per inserire pillole del passato e dirvi qualcosina in più sui vari rapporti che personalmente considero molto importanti, voi continuate a dirmi cosa ne pensate votando e commentando ;) So bene che non siete in tanti a seguire la storia, ma sono comunque soddisfatta di come stanno procedendo le cose (se pensate di avere amici a cui potrebbe piacere questa storia, pls fatemi pubblicità). Ci vediamo al prossimo cap, bye bye

PS outfit (molto semplice stavolta, ma mi rifarò...)

)

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