Capitolo 12

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-Ehi voi due che fate là da soli? -ci richiamano Cuadrado e Emre Can
-Arriviamo -urla di rimando Mario incamminandosi e io lo seguo
Lo vedo guardarmi stupito i piedi nudi, ma non dice niente
-Señorita, fai l'allenamento con noi?-
-No, meglio di no. Dovrei farlo scalza o con i tacchi e nessuna delle due mi sembra una buona scelta-
-Sicuramente i tacchi sono una pessima idea  -urla Paul da dietro di noi -Bucherebbero la palla proprio come il mio povero piede-
-Pensavo fossi più forte Paul -lo prendo in giro
-Tu... -inizia a dire, ma prima che possa continuare arriva il mister
-Forza, cominciamo! -urla battendo le mani --Non ti fa il solletico? -dice rivolgendosi a me
-È per l'emicrania -mi invento io sul momento e tutti mi guardano perplessi -Io vado, ciao -dico correndo via e sento le risate dietro di me, un'altra figura di merda. Esco dal centro con i tacchi ancora in mano e mi rendo conto che non so come tornare a casa. Mi siedo per terra, infilo i tacchi e controllo gli orari dell'autobus: ancora mezz'ora alla prossima corsa. Mi sento un'idiota a stare impalata lì... Decido di rientrare e assistere all'allenamento per ammazzare un po' il tempo. Appena arrivo al campo, sento il mister sgridare Paulo per il ritardo e mi sento terribilmente in colpa, ma prima che possa dir qualcosa io, arriva Kylian a difenderlo:
-Mister è colpa mia, non di Paulo. Mi dispiace, non succederà più-
-Va bene, ora andate ad allenarvi-
Vado a sedermi e li guardo fare gli esercizi di riscaldamento: anche io facevo queste cose ad educazione fisica alle superiori e le odiavo. Sembra passata un'eternità, anche se in realtà sono all'università solo da un anno: ho rotto i contatti con la maggior parte dei miei compagni, altri li sento solo per gli auguri di Natale, alla fine è rimasta solo Gemma. A volte rimpiango il fatto che il liceo sia finito così velocemente, ma ora come ora non ho nostalgia di nulla: perché il passato pesa solo quando il presente è troppo debole per sostenerne il peso.

È passato solo un quarto d'ora, ma mi sono già annoiata di guardarli correre. Tiro fuori il cellulare e chiamo Gemma:
-Pronto?-
-Ehi -dico per far riconoscere la voce
-Myra pensavo dormissi ancora... Comunque ho visto la foto: quant'eri figa ieri sera?!-
-Lascia perdere ieri sera e anche come mi sono svegliata stamattina...-
-Che è successo stavolta?-
-Provo a farti il riassunto migliore: ho fatto la prima sbornia e la mattina dopo mi sono ritrovata nel letto di Paulo abbracciata a lui-
-Cosa?! -urla
-Suona peggio di quello che effettivamente è stato -realizzo
-Preparo i soldati?-
Rido e sto per risponderle quando la mia attenzione viene attirata sul campo, quindi dico:
-Ti richiamo più tardi-

-Paulo che problema c'è? -chiede il mister
Paulo ha sbagliato tutti i rigori che ha tirato fin adesso e il mister sembra esasperato. Paulo alza lo sguardo per rispondere, ma alla fine lascia perdere e esce dal campo. Non so perché, ma d'istinto lo seguo. Lo vedo in un corridoio secondario, appoggiato al muro con la testa china. Mi avvicino lentamente e arrivata alla distanza di un passo da lui, lo richiamo:
-Paulo-
Lui solleva la testa e solo allora noto che sta piangendo: ha le guance rigate dalle lacrime, gli occhi lucidi e il sorriso spento. Vederlo così mi strazia, è come se qualcuno mi strappasse un pezzo dell'anima. Prima che possa dir qualcosa, lui mi abbraccia e io ricambio immediatamente: io sono molto più piccolina di lui, ma in questo abbraccio sono io quella che deve fare la parte di quello forte. Sento le sue lacrime bagnarmi la spalla scoperta, lo stringo forte e dico:
-Tu sei più forte di tutto questo. Tu non giochi bene solo perché hai il talento che ti scorre nelle vene, tu conosci il peso dei sacrifici, tu sai metterci la passione e questo lo vedrebbe pure un cieco. I momenti difficili arrivano per tutti, ma servono a renderti ancora più forte. Tu non ci pensare: tu tira e basta, lascia che i tuoi piedi facciano la magia da soli e poi vedrai come ammutoliranno tutti. Tutti quei vigliacchi nascosti dietro lo schermo dei telefoni che fanno i sapientoni sui social network non sanno niente in realtà, non valgono la metà di te e sono convinta che se fossero difronte a te, ti bacerebbero i piedi. Tu ignorali e basta, ricorda solo che là fuori c'è gente che ti ama veramente, nonostante tutto, perché per loro non sei solo un calciatore, sei Paulo Dybala, una persona stupenda, un amico meraviglioso e il figlio di cui ogni genitore sarebbe fiero-
Appena dico quest'ultima frase Paulo alza la testa, mi guarda negli occhi e io aggiungo:
-Tanti ti avranno detto che tuo padre sarebbe fiero di te, io ti assicuro che lui è fiero di te e ti è sempre vicino, perché è proprio qui -gli appoggio una mano sul cuore e lo sento battere regolarmente. Non esiste suono più bello di quello del battito del cuore, perché non esiste coraggio più grande di continuare a vivere
-Paulo -lo richiama qualcuno di cui non riesco a riconoscere la voce e d'istinto tolgo la mano e mi allontano, ma Paulo mi afferra il braccio e dice:
-Grazie, non immagini quanto queste parole siano importanti per me-
-Ti dovevo un favore -lui allenta la presa evidentemente un po' deluso da questa risposta, convinto che io mi stia riferendo a ieri sera, ma in realtà a lui devo molto di più: la prima cosa a legare me e Gemma è stata proprio la passione per il calcio e a conciliare le nostre squadre preferite totalmente opposte è stato l'amore in comune per un giocatore speciale, Dybala.
Faccio scivolare il mio braccio tra le sue dita, mentre mi allontano camminando all'indietro e aggiungo -Sta per arrivare la mia corriera e ti stanno chiamando... Comunque ricorda che sono i giocatori a fare il club, non il club a fare i giocatori: dovunque andrai, sarai fantastico e io farò sempre il tifo per te-
Noto il suo sguardo sorpreso e mi chiedo se sia per il fatto che io sappia della possibilità che lui lasci la Juventus o perché ho ammesso di essere una sua tifosa, ma qualcosa mi dice che è per il secondo motivo: la prima cosa è sulla bocca di tutti, visto che è palese il fatto che la Juve abbia fin troppi attaccanti e centrocampisti e non sono nascoste nemmeno le difficoltà che Paulo sta avendo ultimamente... Prima che lui possa dir qualcosa, sento qualcuno dirigersi verso di noi, quindi mi volto e vado via rapidamente.

Sono appena rientrata a casa quando mi arriva un messaggio
"Da: Kylian A: La mia piccola❤
Ehi devo rimanere qui per dei test, mi sa che mi ci vorrà tutto il pomeriggio. Dovrebbe arrivare il corriere a lasciare un pacco, ti scoccia restare a casa per prenderlo?😬"
"Da: Myra A: Kyl💞
No, tranquillo. Tanto fuori diluvia e non saprei che fare...🙈"
"Da: Kylian A: La mia piccola❤
Grazie piccola❤ Ci vediamo dopo"
Vado in cucina e mi preparo un piatto di pasta per pranzo e poi decido di studiare un po' visto che mi sono portata dietro un paio di libri. Attacco la musica in sottofondo, mi cambio mettendomi qualcosa di fresco e comodo e mi sistemo sul divano.

-Arrivo -grido sentendo suonare il campanello e mi affretto ad aprire convinta che sia il corriere, ma come sempre mi sono sbagliata...
-Carine le treccine con le coccinelle -dice Paulo sorridendomi e io mi rendo conto di essere in piedi di fronte a lui in pigiama,l'unica cosa a pantaloncini corti che avevo, con i capelli raccolti in due stupide trecce che mi fanno sembrare Pippi Calzelunghe -Posso entrare? -aggiunge e io mi scosto immediatamente di lato
Appena entrato chiede:
-Lo fai con tutti?-
-Cosa? -domando non capendo
-Impalarti davanti alla porta -risponde ridendo -Sai è successo anche l'altra sera...-
-No è che pensavo fosse il corriere e non mi aspettavo di trovare te, anche perché Kylian non c'è-
-Lo so. Infatti sono venuto apposta per controllare che stessi bene. Ti è passato il mal di testa?-
-Non del tutto, ma va meglio di prima -rispondo con un sorriso
Cala un lungo silenzio pieno d'imbarazzo: è stato molto carino da parte sua venire, ma nessuno dei due sa cosa fare e io detesto questo tipo di situazioni...
-Allora che facevi di bello? -chiede infine Paulo
-Niente di che, studiavo-
-Non avevi finito gli esami? -dice sedendosi sul divano e iniziando a sfogliare uno dei miei libri
-Sì li ho finiti, questo è per un corso estivo di matematica avanzata. E quello per una ripetizione che devo dare a una ragazza delle superiori -aggiungo vedendo che ha preso il libro di biologia
-A me tutto questo farebbe venire il mal di testa ancor più forte-
-Fare matematica mi rilassa, aiuta a dare ordine al caos del vita-
-Beh in quel caso spero di non aver disturbato troppo interrompendoti-
-Ormai l'hai fatto -dico a voce bassa, ma in modo da farmi comunque sentire per provocarlo, ma Paulo fa finta di niente continuando a leggere i miei appunti di matematica
-Ahhhh! -urla all'improvviso Paulo
-Che succede? -chiedo inginocchiandomi prontamente vicino a lui
-Un dolore al cuore -risponde con una smorfia e tenendo la mano sul petto
-Chiamo il medico -dico preoccupatissima, ma non faccio in tempo ad alzarmi che Paulo mi afferra il braccio facendomi cadere su di lui.
Siamo vicinissimi l'uno all'altro, sentiamo i battiti e i respiri l'uno dell'altro e il mio sta accelerando velocemente
-Perché devi sempre fare finta che non te ne freghi un cazzo quando in realtà ci tieni così tanto? -chiede guardandomi dritto negli occhi come se la risposta fosse scritta su quelli
Sostengo il suo sguardo e rispondo fredda:
-Perché ogni volta che ammetto che una persona è importante per me, questa se ne va-
Noto la sua espressione farsi meno dura, ma approfitto del suo momento di silenzio per alzarmi e andarmene. Sono quasi arrivata alla mia stanza, quando Paulo dice:
-E quante persone hai perso invece solo perché non sei riuscita a dire loro quanto fossero importanti per te?-
Vorrei urlargli troppe, ma non dico niente: sto semplicemente zitta e immobile, bloccata da questa fatidica domanda che ho represso a lungo dentro di me, ma che ora mi si è parata davanti.
Sento le mani di Paulo prendermi le braccia dolcemente e farmi voltare
-Myra -mi richiama, ma io continuo a mantenere lo sguardo fisso per terra
Allora mi solleva il mento con le sue dita costringendomi a guardarlo negli occhi e io mi ci perdo di nuovo, in quegli occhi di ghiaccio capaci di darmi fuoco e farmi sciogliere -Io non me ne vado. Te lo pro...-
-No -dico mettendogli istintivamente una mano sulla bocca -non promettere. Le promesse sono fatte per essere rotte e io non voglio che tu...-
-Allora te lo dimostro-

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Spazio autrice <3
Ecco qua il 12! Mi scuso per il ritardo, ma sto avendo dei problemi (anche fisici...) e sto facendo fatica a gestire il tutto, ma mi impegnerò a continuare a scrivere e pubblicare, perché ci tengo tanto a questa storia e non voglio lasciarla a metà. Il discorso di incoraggiamento quindi vale un po' per tutti e anche per me in questo momento; è riferito ovviamente al periodo precedente, perché ora Dybala è tornato ad essere forte come prima. Vi saluto e ci vediamo al prox cap❤, voi continuate a votare e commentare!

Ho rubato una stella per te #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora