Anestesia

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"Apra bene la bocca".

"Asi a befe?" domanda Stiles, la parola gli è resa difficoltosa dal fatto che ha praticamente metà apparecchiatura dello studio dentistico infilato nella bocca.

Tutto aveva avuto inizio un pomeriggio poco allegro quando una carie aveva iniziato a dolergli. Stava leccando un vino gelato al gusto di cioccolato, quando aveva lanciato un gemito di dolore.
Se ne era lamentato per una settimana buona, ovvero la data del suo piccolo intervento ed a nulla volsero le carezze con cui Derek si impegnava ad assorbigli il dolore.

Ora se ne stava lì, avrebbe tanto voluto possedere un paio di artigli di cui disponeva la sua compagnia, giusto per ancorarsi meglio al lettino.

"Si rilassi signor Stilinski, non è un gran problema. Dovrò farle l'anestesia, nulla di estremamente divertente dall'ordinario" cercò di tranquillarlo il medico, mentre si voltava a recuperare la siringa.

Non appena le iridi caramello di Stiles si posarono sul lungo ago, si lasciò sfuggire un fremito. Certo che Derek lo avesse udito, dato che sentì scompiglio nella sala d'attesa, si convinse a raccogliere il coraggio.

Strinse i denti e cacciò indietro la paura, convinto di aver affrontato eventi più paurosi nel suo passato.

Un paio d'ore e il dente in questione tornò più bianco e sano che mai. Problema risolto penserete voi... Sbagliando di grosso.

I guai iniziarono non appena Stiles fece il suo ingresso nella sala d'attesa, dove Derek lo attendeva.

Si lasciò cadere su di una seggiola mentre il dentista si rivolse al moro: "è ancora parecchio stordito dall'anestesia. Le consiglio di non lasciarlo solo, non ha i riflessi pronti" detto questo si affrettò a soccorrere l'ennesimo paziente.

Stiles strabuzzò lo sguardo, stropicchiandosi gli occhi come appena sveglio, fino a quando non individuò un moro di sua conoscenza.

"Merda, sei bellissimo!" biascicò a causa della paralisi momentanea che gli immobilizzava metà bocca.

"Stiles, non urlare" mormorò Derek, avvicinandosi mentre sguardi indiscreti si posarono su di loro.

"Cazzo sei un Dio greco. Sei parente di Zeus?" il licantropo si lasciò scappare una risata divertita. Evidentemente l'anestetico equivaleva all'annullamento dei freni per la lingua di Stiles... Per lo meno ora sapeva cosa pensava il suo ragazzo quando lo guardava.

Stiles si annusò le ascelle:" puzzo da morire. Quando ho paura sudo... Senti che puzza!" invitò Derek ad annusare.

"Ti prego Stiles contieniti. Niente parolacce e niente comportamenti stran-" il ragazzino si era appena seduto sul tavolino delle riviste, fissando una innocente vecchietta.

"Ciao" le disse.

"Uhm? Salve signorino" rispose cortese, probabilmente in attesa di regolare la dentiera.

"Io sono Stiles" Derek tenne d'occhio la situazione, ben certo che in una favola il lupo divorasse la nonnina... Non la salvasse dal nipote.

"Io sono Susy" rispose divertita.

Stiles si alzò in piedi e si slacciò la patta dei pantaloni. "Io sono Stiles ed ho il pene enorm-"

"STILES!" Derek lo sollevò di peso, caricandolo in auto.. Il tragitto fu un vero incubo.

"Derek guarda gli uccelli in cielo... Cip cip cip" parlava Stiles, la fronte poggiata al finestrino.

"Dentro al vaso di porcellana è rinchiusa una bella cinesina" cantava con non poche fatiche, ma questo non gli impedì di proseguire.

"Mi chiamo Lola, sono spagnola... Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela... Il lungo, il corto, il pacioccone... OH GUARDA! UN SEMAFORO!" Derek non lo guardò, semplicemente perché troppo intento a prendere a testate il volante dalla disperazione.

Il cellulare di Stiles squillò improvvisamente."Ciao papà! Shi... Sto bene... Tanto bene... Così bene che appena vedo Der gli dico del cucciolo. Ci vediamo dopo... Shao" spense, voltandosi verso il moro e sorridendo come si fa con gli estranei con cui si entra a contatto.

"Derek, non mi vuoi proprio fare alzare?" domandò uno Stiles ora perfettamente cosciente, disteso sul loro letto.

"No" rispose secco, il capo dolcemente poggiato sul suo ventre che fino a quel momento aveva accarezzato.

"È una punizione perché sei venuto a sapere del piccolo solo perché non ero in me?" chiese dolcemente, passando le dita tra i corvini capelli dell'altro.

"In parte... E anche perché non voglio perdermi un momento della sua crescita" Stiles si commosse.

"Fortuna allora che avremo tutta la vita per essere i suoi genitori" Derek gli baciò l'ombelico e subito dopo le labbra.

"Il nostro piccolo" sussurrò il licantropo.

"Mio e tuo" sorrise Stiles, accoccolandosi al suo petto

So cold ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora