Books

604 49 25
                                    

Secondo anno.

Che Stiles Stilinski non fosse particolarmente apprezzato dal corpo insegnanti, non era affatto un mistero: gran parte dei grattacapi che quel ragazzino dava loro, giungevano al momento mattutino dell'appello.
Pronunciare quel cognome era talmente complesso per loro, che Stiles aveva spontaneamente memorizzato il suo numero di registro per sollevare la mano al momento opportuno.

Certo non gli erano sfuggiti i commenti poco lusinghieri degli insegnanti verso il suo cognome, impossibile da scrivere quanto da leggere.
-Sembra una ricetta scritta dalla calligrafia del peggiore medico in circolazione- questo lo aveva memorizzato, riferendolo al padre durante la cena... Lo sceriffo si era quasi strozzato con un polpettone per le risate.

Bilinski, come solitamente lo battezzava il coach, era un ragazzo estremamente volenteroso... Solamente nelle materie di suo interesse.
"Certo è intelligente ma non si applica" aveva infiocchettato gentilmente la ramanzina la professoressa di latino.
Molto più schietto il coach "ha fatto un'ottima descrizione dell'apparato riproduttore maschile, peccato che la mia materia sia economia" sostenendo di voler chiamare il figlio 'cupcake' vista la creatività di Stiles nello scegliersi il soprannome.

Quello che la maggior parte degli insegnanti ignorava era che Stiles dovesse fare letteralmente i salti mortali per dar retta al calendario scolastico ed evitare che il suo migliore amico finisse in qualche catastrofico guaio.
Così si trovava a sottolineare i libri nelle più impensabili delle situazioni, domandando a Peter di reggergli gli evidenziatori o a Allison di prestargli la borsa funzionale come un tavolino.

"Che stai leggendo?" Derek, attirato come un orso dal miele, venendo un libro tra le mani del ragazzino (più fastidioso della città a detta sua) si avvicinò con cautela.
Erano soli nel loft, il branco era sparito per andare ad importunare Deaton... Una sorta di zio premuroso al contrario di un certo ex alpha.

"Mh? Non mi sono nemmeno accorto che gli altri si fossero dileguati, avrei dovuto capirlo dal silenzio che si era creato. Tolgo il disturbo" il lupo ne fu risentito.

"Ti ho fatto una domanda" sottolinò Derek, più infastidito da quella mancanza di educazione che dal fatto che Stiles si fosse intrattenuto.

"Domani ho una verifica di Storia e non ho avuto un solo attimo di tregua in questa settimana. Almeno una lettura volevo darla, giusto per rimediare una E invece di una F" il licantropo, enigmatico come il cruciverba a fondo pagina del quotidiano, rimase in silenzio.

"Non puoi stare seduto sulle scale" aveva proferito dopo una mezz'ora trascorsa a fissarlo (comportamento per nulla inquietante se per questo).

"Tolgo il disturbo-".

"Mettiti sulla scrivania. Ho pochi mobili nel loft ma sono stati acquistati per essere utilizzati. Afferra uno sgabello" Stiles aveva obbedito come se quello fosse stato un ordine, più che una gentilezza.

"Derek?" domandò con voce piccola.

"Tu sei bravo in questa materia, no?" nel frattempo il lupo si era seduto difronte a lui, un tomo di letteratura lì divideva.

"Potresti spiegarmi questa fase della rivoluzione francese? Non ne comprendo il nesso logico" le sopracciglia di derek si abbassarono rapidamente, come la serranda di un negozio su cui campeggia l'insegna 'oggi chiusi, così anche domani'.

Stiles si rassegnò ad aver osato troppo e scottato da quel pericoloso gioco che aveva fatto con il fuoco, si accucciò sul suo sgabellino.

"A che passaggio ti sei bloccato?" una frase rozza e roca venne spuntata fuori dalle labbra di Derek, con il medesimo tono di un insulto. Evidentemente il lupo aveva pensieri perfino affettivi, ma quando li esprimeva li rivestiva di carta vetrata e chiodi.

"Alla formazione della guardia nazionale" mostrò al maggiore i capitoli, indicando sul libro. Derek si prese un momento per rileggere le informazioni e rinfrescarsi la memoria.

"Diamine Stiles ma come hai conciato questo povero volume di storia!" imprecò Derek, infastidito da tutti quegli scarabocchi e spiegazzature.

"Sono davvero sbadato ma la colpa non è mia. È un libro di terza mano. Non me ne posso permettere di nuovi. Papà a inizio hanno ha insistito per fare l'ennesimo sacrificio, inutile a mio avviso. Infatti dalla bacheca degli annunci del liceo ho rimediato questa offerta.
Il volume non è nelle migliori condizioni ma è giustificato dal prezzo" Derek si morse la lingua, era stato troppo avventato a sparare giudizi.

"Non sei tu che hai riempito le pagine con dei cuori contenente l'iniziale D?" chissà perché i battiti del cuore del ragazzino accellerarono vorticosamente.

"No! No! Ovviamente non farei mai una cosa così infantile" aveva tagliato corto, assistendo alla lezione privata che di li a poco Derek avrebbe tenuto.

Fu un pomeriggio intenso, Stiles nemmeno aveva memoria dell'ultima volta in cui riuscì a memorizzare tante informazioni, così rapidamente.
Non considerando poi il numero spropositato di dettagli che Derek gli aveva narrato, aneddoti introvabili su manuali di scuola.

"Grazie Derek, non so come ringraziarti" il lupo scollò le spalle.
"Torna a casa. È tardi" gli aveva detto semplicemente, mentre il ragazzino riempiva lo zaino e si avviava verso l'uscio.

L'indomani Stiles trovò sulla scrivania un pacco di libri nuovi, un solo biglietto.
-Fanne buon uso. H-.

College.

Sono ormai le due del mattino quando Stiles, esausto come pochi, trangugia l'ultima lacrima di caffè, imprigionata nel thermos di cui si era armato per la nottata.

Che avesse una dipendenza da quella sostenza era chiaro: per lui sorseggiare una moca di caffè, era come bersi un bel sorso di acqua fresca.

Certamente un comportamento ai confini della salute, ma necessario quando si hanno esami da affrontare.

Stava per sottolineare l'ennesima riga quando due caldi mani, si posarono sulle sue spalle, iniziando a pressare con movimenti circolari.

"Mmm... Sospetto che tu abbia qualche potere terapeutico nei palmi" aveva sospirato, abbandonandosi alle schienale della sedia.

"Forse sei tu troppo esausto" una voce calda ed affettuosa, gli aveva soffiato nell'orecchio tali parole.

Sollevando il capo Stiles andò in contro ad un bacio, che Derek gli depositò sulla punta del naso.

"Vieni a letto" l'umano sospirò affranto.

"Mi mancano ancora tre capitoli".

"Puoi farli benissimo domani mattina a mente lucida, ora vieni a letto. Hai bisogno di riposare" senza attendere l'enmesima obiezione da parte del compagno, tirò indietro la sedia, per sollevare delicatamente il corpo stanco di Stiles e trasportarlo in stanza da letto.

"Sei sempre così diplomatico" ridacchiò il ragazzino, grato come non mai che il lupo lo avesse sottratto a quella tortura, stregando una fronte contro la sua barba.

Il licantropo gli concesse il tempo necessario per mettersi abiti più comodi, prima di sollevare il lenzuolo, invitandolo ad universi a lui.

"Sono così stanco" aveva finalmente ammesso, stretto com'era tra le braccia di Derek che si premurò di assimilare parte del suo dolore.

"Troppo stanco perfino per parlare? Dove hai nascosto il corpo del mio ragazzo?" Stiles rise di cuore.

"Non troppo stanco da non riuscire a fare questo" depositò un lungo bacio sulle labbra del compagno.

"Settimana prossima mi laureo" mormorò, quando Derek poggiò il capo sul suo petto, quasi si abbandonò a quelle estranee fusa quando Stiles gli concesse qualche carezza tra i capelli.

"Non potrei essere più fiero di te" il licantropo gli accarezzò con le labbra il collo.

"Anche se ho imbrattato uno dei tuoi volumi di storia?" Derek sorrise.

"Finché è per scriverci proposte di matrimonio, sei perdonato".

So cold ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora