Non Sono Pronto

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"Quale mi consigliate? Quello rosso o quello blu?".

"Rosso, tesoro!" approvò Stiles.
"Blu. Amore è fuori discussione che tu metta l'abito rosso" dissentì Derek, incrociando le braccia al petto.

D'accordo, la situazione in casa Hale-Stilinski (oppure Stilinski-Hale come Stiles aveva dato ordine di scrivere sul campanello all'ingresso) non era certamente delle migliori. L'adolescenza è per antonomasia l'età della crescita più delicata, solitamente caratterizzata da aperte discussioni con i genitori, trasgressioni e primi amori.

Non nel caso di Talia, poiché aveva la gran fortuna sotto certi aspetti e sfortuna al contempo, di avere come coppia di genitori un licantropo tutto sopracciglia ed un umano particolarmente apprensivo.

Erano sempre stati la sua ombra, si erano presi cura di lei nei migliori dei modi possibili: da bambina l'avevano protetta dagli spigoli della loro abitazione, tappezzandola di gommapiuma; da ragazzina le avevano concesso di sfogarsi scegliendo lo sport che più la aggradasse ed ora era giunto il fatidico momento dei primi appuntamenti.

Derek odiava l'argomento: l'idea che un viscido adolescente ricoperto di acne e problemi sociali potesse mettere le mani sulla sua bambina, beh... Gli mandava direttamente il sangue al cervello.

Stiles, al contrario, era leggermente più tollerante. Adorava spendere ore al centro commerciale in compagnia di Talia, finendo per essere usato come tester per i cosmetici e per accompagnarla in ogni negozio la sua prediletta gli domandasse di andare.

Ora la ragazza in questione se ne stava difronte al letto matrimoniale dei genitori, reggendo tra le mani due differenti grucce dalle quali pendevano due abiti di medesima bellezza ma differente colorazione.

"Vi prego, potreste mettervi d'accordo almeno per questa volta?" domandò, puntando lo sguardo soprattutto sul padre licantropo.

"Talia, per prima cosa siamo un pieno autunno e l'abito rosso è di un materiale troppo leggero, oltre ad essere decisamente troppo corto. Sono certo che ti ammaleresti immediatamente dopo aver messo piede fuori di casa" sentenziò il lupone, utilizzando lo stesso tono di voce a cui ricorreva quando interpretava la storia dei tre porcellini alla piccina.

"Ma papà questo abito me lo ha regalato zia Lydia appositamente per queste occasioni! È un reperto della scorsa stagione, è riuscita ad accaparrarselo perché è amica dello stilista" provò a smuoverlo la giovane donna.

"Non mi importa se è amica di Armadi. Gli stilisti farebbero qualsiasi cosa per vendere" borbottò seccato.

"È Armani. Papà a volte dubito seriamente che tu presti attenzione mentre ti parlo delle mie passioni" che cosa ci si poteva aspettare dalla figlia di un sourwolf? Esattamente nulla di diverso.

"D'accordo, D'accordo... Facciamo tutti un bel respiro. In questa stanza ci sono decisamente troppi lupetti agitati. Talia, tesoro, papà ha ragione. L'abito è troppo leggero ma nulla di così irreparabile se ci abbini quel paio di bei stivali che tanto adori e Der, non essere così scorbutico" Stiles decise di sventolare bandiera bianca tra i due.

"Forza, immagino che tu debba ancora occuparti del trucco e dell'acconciatura prima che il tuo ragazzo venga a prenderti. Andiamo Derek, lasciamola preparsi con calma" senza attendere altre eventuali lamentele, che sicuramente sarebbero avvenute, l'umano afferrò la mano del compagno per trascinarlo al piano inferiore.

"Der si può sapere cosa ti prende? Sei nervoso da una settimana e non mi riferisco alla solita tensione che ti caratterizza. So che c'è dell'altro" Stiles tentò un dialogo, mentre si accomodavano sul divano.

"Io non sono nervoso".

"Certo che no, infatti non sei tu il marito che coccolo per ore perché non riesce a chiudere occhio la notte" sarebbe giunto alla verità, a qualunque costo.

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