Autunno

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Derek amava l'autunno.
Lo amava quasi quanto amava Stiles.

Riteneva che fosse la stagione più suggestiva che l'anno potesse offrire: una piccola meraviglia che valeva la pena di attendere, assecondando la caluria estiva ed i pollini primaverili.

Il licantropo si infilò gli stivali, rigorosamente in pelle, gioendo del leggero scalpitio e scricchiolio che generavano quando la loro suola infrangeva qualche foglia secca o incontrava una pozzanghera.

Stiles richiuse la porta di casa, trovandolo così: il mannaro se ne stava con i piedi immersi in una piccola fossa del giardino, creata da lui stesso in forma lupesca, un timido sorriso accompagnava quella scena semplicemente adorabile.

"So perfettamente che sei esente dai raffreddori, ma ti consiglio di tenere le scarpe all'asciutto o sarai costretto ad averle bagnate durante tutta la nostra uscita" come un cucciolo colto sul fatto, Derek trasalì.

"Stavo solo constatando che dovremmo dare una rassettata al giardino. Chiederò in prestito a tuo padre un rastrello" disse, distogliendo in ogni modo lo sguardo da quello indagatore del compagno.

"Amore mio, il sarcasmo e la capacità di cambiare discorso li ho inviati io. Se vuoi ti darò delle lezioni per migliorare" ridacchiò, intrecciando le dita con quelle del fidanzato.

Con un Derek ancora immerso nell'imbarazzo, si avviarono verso l'annuale fiera autunnale di Beacon Hills.

Si trattava di una ricorrenza particolarmente sentita dagli abitanti, soprattutto dai più giovani, perché forniva loro la possibilità di allestire banchetti di ogni genere e sorte.

Le città prive di catastrofi soprannaturali avrebbero svolto questa giornata nel migliore dei modi possibili ma stiamo pur sempre parlando di Beacon Hills: i guai potevano essere dietro l'angolo.

Ancora mano nella mano, i due si avviarono verso la strada principale della cittadina, adornata per mezzo di un enorme e sventolante striscione: "benvenuti alla trentesima sagra autunnale della città!" Stiles era a dir poco entusiasta.

Derek si sentiva leggermente in imbarazzo difronte a dimostrazioni d'affetto in sede pubblica, ma non era per nulla dispiaciuto del fatto che il suo umano si stringesse a lui appena ne aveva la possibilità.

Il licantropo avrebbe potuto fare le fusa se solo Stiles gli avesse baciato per l'ennesima volta le guance.

"Der, guarda! Un chiosco di castagne!" l'umano trascinò il povero lupo verso un adorabile anziano, munito di fuocherello per cuocere le caldarroste.

"Salve. Ne vorrei un sacchetto" Stiles gli porse i dollari richiesti e l'anziano inserì una manciata di castagne nel suo pacchettino color carta da pacchi.

Con tutta la buona volontà di cui era armato, Stiles tentò di sbucciarle il più minuziosamente possibile, con il risultato di scottarsi i polpastrelli e facendone finire un paio a terra.

"Lascia provare me" Derek, facendo pur sempre affidamento alla sua natura da licantropo, riuscì nell'intento rapidamente e con successo ma agli occhi del suo umano, riscosse comunque un effetto eroico.

Derek lo sbucciava e Stiles le trangugiava, fino a che si rese conto che il mannaro non ne avesse nemmeno assaporato il gusto.

"Der?".

"Mh?".

"Apri la bocca" così dicendo infilò delle castagne sulla lingua del lupone.

"Che cuore nobile hai: su un sacchetto intero hai deciso di condividerne con me ben una!" Stiles gonfiò le guance.

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